PD: Menis, tre italiani su quattro non vogliono gli OGM
(ACON) Trieste, 03 feb - COM/AB - - Troppa fretta nel dare il
via libera agli OGM. A pagare il prezzo più grande rischiano di
essere i fattori d'eccellenza della nostra agricoltura: tipicità
e qualità dei prodotti. Per sancire l'apparente libertà di un
agricoltore si rischia di penalizzare tutti gli altri
compromettendo l'intero settore.
A denunciarlo è il consigliere regionale del PD Paolo Menis.
Sull'argomento regna ancora una gran confusione. Si spaccia per
una conquista di libertà ciò che è il suo esatto contrario. Il
rispetto delle distanze e in generale l'osservanza delle regole
sulla coesistenza tra colture OGM e tradizionali, oggetto
peraltro nei prossimi mesi di una proposta di legge in Consiglio
regionale - aggiunge Menis - serve proprio a evitare questa
contaminazione tra colture e garantire la libertà di scelta. Per
tutti, agricoltori e consumatori. Ignorarla significa prevaricare
il diritto di chi gli OGM non li vuole e va tutelato alla pari di
chi se ne fa promotore.
Senza contare che il mondo scientifico e' spaccato sugli OGM, se
siano innocui o meno. Come ha ricordato il Ministro Zaia, la
Germania nell'aprile scorso ha sospeso un tipo di mais perché
aveva dato problemi alle cavie di laboratorio.
I sostenitori dei prodotti transgenici continuano a sbandierare
che la maggioranza dei coltivatori di mais è dalla loro parte ma
dimenticano - conclude Menis - che a non volere gli OGM è la
maggioranza degli italiani (tre su quattro secondo l'ultimo
sondaggio), la associazioni più rappresentative della categoria e
i vertici del Ministero competente. Tutti concordi nel difendere
la vera ricchezza della nostra agricoltura, che con i suoi 4500
prodotti tipici ha saputo puntare su qualità e identità e va
salvaguardata.