PD: Pupulin, cresce ancora ricorso a cassa integrazione
(ACON) Trieste, 05 feb - COM/ET - "Diversamente da quanto
avvenuto sul piano nazionale - che ha visto una significativa
riduzione (-17%) a gennaio 2010 del ricorso alla cassa
integrazione rispetto al mese precedente - in Friuli Venezia
Giulia anche a gennaio il numero di ore di cassa integrazione
autorizzate è aumentato, passando da un milione e 761 mila di
dicembre a un milione e 872 mila del primo mese di questo anno".
A metterlo in evidenza è il consigliere del PD Paolo Pupulin.
"Il fatto più grave e delicato è dato soprattutto dalla crescita
delle ore di CIG straordinaria, arrivata a 1 milione e 268 mila
dalle 1 milione e 61 mila di dicembre 2009. Segno - dice il
consigliere - di una situazione di crisi che non è per niente
superata e che continua a pesare negativamente sul mondo della
produzione e del lavoro.
"La cassa integrazione straordinaria - spiega l'esponente
dell'opposizione - riguarda lavoratori sospesi a zero ore, cioè
quelli al livello più alto di rischio perdita dell'occupazione.
Il confronto con gennaio dell'anno scorso risulta ancora più
impietoso, visto che il ricorso alla CIG è cresciuto
complessivamente di oltre 5 volte.
"Confidiamo - dice Pupulin - che finisca la sottovalutazione
delle difficoltà vissute dai lavoratori, che si esca da una
condizione di incertezza sull'esigibilità delle misure anticrisi,
adottate nel mese di maggio dell'anno scorso e per larga parte
ancora non funzionanti e utilizzabili, sia dalle imprese piccole
che da quelle di maggiori dimensioni.
"La prossima settimana nelle Commissioni competenti, convocate
giovedì 11 febbraio, si andrà a un confronto con tutte le parti
interessate per un'analisi e valutazione sullo stato
dell'economia e della produzione del Friuli Venezia Giulia.
Faremmo in modo - conclude il consigliere del PD - che diventi
l'occasione giusta per chiarire questa strana situazione, fatta
di ritardi inconcepibili, di richiami impotenti da parte degli
assessori regionali alla collaborazione mancata delle banche, di
critiche severe delle organizzazioni sociali ed economiche e di
continui rilanci di progetti che avrebbero dovuto essere già da
tanto tempo in campo, per aiutare l'auspicata ripresa delle
attività e dell'occupazione".