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PD: Lupieri, Piano sociosanitario pieno di cose non scritte

08.02.2010
17:55
(ACON) Trieste, 08 feb - COM/DT - "Il governo promuove il Piano sociosanitario dell'assessore Kosic giudicandolo documento coerente, snello e di strategia generale ma pieno di cose non scritte". Torna a esprimersi sulla bozza di riforma della sanità il consigliere regionale Sergio Lupieri.

Secondo l'esponente del Partito Democratico, infatti, "il ministro Fazio evidenzia come non vengano trattati il potenziamento della prevenzione e della sanità pubblica territoriale nonché distrettuale, l'accreditamento delle strutture sociosanitarie, gli indirizzi sui temi materno-infantili, sulle dipendenze, sui tempi d'attesa. Manca poi una valutazione degli obiettivi raggiunti dal Piano precedente e lo stato dell'arte di quelli ancora in fase di consolidamento.

"Il Governo suggerisce inoltre di precisare che il nuovo Piano costituisce un'integrazione del precedente e che nel prossimo triennio verranno perseguite le strategie di sviluppo del servizio sanitario regionale tenendo conto del Piano elaborato dall'amministrazione Illy e di quello della Giunta Tondo.

"La promozione del Governo, seppur con raccomandazioni, indica semplicemente - annota Lupieri - come il documento firmato dall'assessore Kosic sia coerente con le linee di indirizzo del servizio sanitario nazionale".

In merito alle audizioni sul Piano fissate per lunedì 15 e martedì 16 febbraio, Lupieri ribadisce come "serva urgentemente una bozza di riferimento che contenga scelte conformi alle necessità e che sia integrata con la norma Garlatti sul personale sanitario, in modo che le due misure parlino la stessa lingua. Se non saranno modificati sostanzialmente Piano e norma sul personale, il risultato sarà di avere un numero insufficiente di operatori sanitari negli ospedali e sul territorio: già adesso in molti reparti non vi è nessuno che dia da mangiare ai malati o che risponda in modo sollecito alle chiamate.

"Con la norma Kosic-Galatti - conclude il consigliere del PD - avremo pesantissime ricadute sui cittadini in termini di servizi, un aumento del rischio clinico per gli operatori e di conseguenza per i cittadini-pazienti, la chiusura di reparti importanti, ospedali verso il collasso: un premeditato disegno di destrutturazione del sistema sanitario regionale".