PD: Lupieri, Piano sociosanitario pieno di cose non scritte
(ACON) Trieste, 08 feb - COM/DT - "Il governo promuove il Piano
sociosanitario dell'assessore Kosic giudicandolo documento
coerente, snello e di strategia generale ma pieno di cose non
scritte". Torna a esprimersi sulla bozza di riforma della sanità
il consigliere regionale Sergio Lupieri.
Secondo l'esponente del Partito Democratico, infatti, "il
ministro Fazio evidenzia come non vengano trattati il
potenziamento della prevenzione e della sanità pubblica
territoriale nonché distrettuale, l'accreditamento delle
strutture sociosanitarie, gli indirizzi sui temi
materno-infantili, sulle dipendenze, sui tempi d'attesa. Manca
poi una valutazione degli obiettivi raggiunti dal Piano
precedente e lo stato dell'arte di quelli ancora in fase di
consolidamento.
"Il Governo suggerisce inoltre di precisare che il nuovo Piano
costituisce un'integrazione del precedente e che nel prossimo
triennio verranno perseguite le strategie di sviluppo del
servizio sanitario regionale tenendo conto del Piano elaborato
dall'amministrazione Illy e di quello della Giunta Tondo.
"La promozione del Governo, seppur con raccomandazioni, indica
semplicemente - annota Lupieri - come il documento firmato
dall'assessore Kosic sia coerente con le linee di indirizzo del
servizio sanitario nazionale".
In merito alle audizioni sul Piano fissate per lunedì 15 e
martedì 16 febbraio, Lupieri ribadisce come "serva urgentemente
una bozza di riferimento che contenga scelte conformi alle
necessità e che sia integrata con la norma Garlatti sul personale
sanitario, in modo che le due misure parlino la stessa lingua. Se
non saranno modificati sostanzialmente Piano e norma sul
personale, il risultato sarà di avere un numero insufficiente di
operatori sanitari negli ospedali e sul territorio: già adesso in
molti reparti non vi è nessuno che dia da mangiare ai malati o
che risponda in modo sollecito alle chiamate.
"Con la norma Kosic-Galatti - conclude il consigliere del PD -
avremo pesantissime ricadute sui cittadini in termini di servizi,
un aumento del rischio clinico per gli operatori e di conseguenza
per i cittadini-pazienti, la chiusura di reparti importanti,
ospedali verso il collasso: un premeditato disegno di
destrutturazione del sistema sanitario regionale".