UDC: Sasco, no a opuscolo contraccezione dell'ASS Triestina
(ACON) Trieste, 09 feb - COM/DT - "Materiale orientato a
favorire l'utilizzo di metodi contraccettivi piuttosto che
invitare a una seria riflessione sulla sessualità responsabile e
consapevole, basata sui sentimenti e sulla distinzione fra sesso
e amore". Definisce così la campagna informativa sulla
contraccezione promossa dall'Azienda sanitaria Triestina (e
rivolta espressamente ai giovani) il capogruppo dell'UDC in
Consiglio regionale Edoardo Sasco, che ha presentato
un'interrogazione alla Giunta.
Sasco afferma che sono pervenute, anche a mezzo stampa, lamentele
da parte di genitori e dalla Federazione per la vita del Friuli
Venezia Giulia. L'opuscolo, infatti, finisce con l'esaltare,
anche attraverso il linguaggio usato, la contraccezione, senza
tener presente che quest'ultima è frutto del mondo egoistico
contemporaneo che pretende di soddisfare il proprio ego senza
responsabilità.
Ritengo - sottolinea - che gli enti pubblici non debbano
prestarsi ad amplificare questa tendenza senza avere prima
quantomeno promosso un dibattito che coinvolga anche i genitori
degli studenti e i loro insegnanti. In particolare, nell'opuscolo
viene indicato ai minori di rivolgersi per la contraccezione al
consultorio familiare senza il consenso dei genitori: un tale
invito - annota Sasco - scavalca e contrasta con l'educazione che
gli stessi genitori impartiscono ai figli.
Sasco richiama poi la Carta dei Valori con la quale l'attuale
maggioranza si è presentata agli elettori, che prevede in ogni
caso la difesa della vita e la tutela della famiglia, anche ai
fini di una corretta educazione dei propri figli.
Il consigliere dell'UDC chiede quindi alla Giunta se condivida i
contenuti dell'opuscolo, se non ritenga sia necessario un
indirizzo uniforme alle Aziende sanitarie per affrontare questo
argomento e se non ritenga opportuno il coinvolgimento delle
famiglie e delle scuole per una corretta educazione sessuale dei
giovani, che affronti il tema in modo responsabile e consapevole.
Infine, chiede all'Esecutivo di evitare simili iniziative
ritenendo che i consultori familiari non possano limitarsi alla
divulgazione delle pratiche contraccettive, peraltro anche in
contrasto con lo spirito della legge 194 e del diritto dei
genitori a promuovere la salute dei loro figli, almeno fino alla
maggiore età.