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PD: Brussa, sul nucleare Tondo esca dall'ambiguità

11.02.2010
17:40
(ACON) Trieste, 11 feb - COM/AB - La volontà del presidente della Regione Tondo di investire sul raddoppio della centrale nucleare di Krsko in Slovenia e nello stesso tempo di dichiararsi favorevole al nucleare volendo, pera altro, tranquillizzare sul fatto che il nostro territorio non possa essere scelto quale sede di un impianto nucleare, preoccupa molto.

Lo afferma Franco Brussa, consigliere regionale del PD, a giudizio del quale è davvero singolare che Tondo voglia insistere sull'ipotesi di investire centinaia e centinaia di milioni di euro delle casse regionali (oggi per altro vuote), per un impianto nucleare in Slovenia, senza aver mai avuto da quel Paese una benché minima disponibilità in tal senso.

Ma ciò che più lascia perplessi non è tanto la sua personale disponibilità verso il nucleare in Italia, quanto il fatto che, parole sue, non intende pronunciarsi nel merito. Tondo anzitutto deve ricordarsi di essere a capo di un'Amministrazione regionale e, come tale, avere il dovere di esprimersi pubblicamente e con atti concreti sul nucleare in Italia. La nostra Regione, infatti, è l'unica che al tavolo nazionale della Conferenza Stato-Regioni non abbia espresso un parere. È l'unica anche a non aver rivendicato, come fatto da molte altre Regioni, il diritto (ai sensi dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione) alla potestà legislativa concorrente in materia di produzione, trasporto e distribuzione dell'energia.

In pratica nessuno, neppure il Governo, può imporre la realizzazione di una centrale nucleare, senza il consenso della Regione competente. Non a caso ben 12 Regioni italiane, di centrosinistra e di centrodestra, hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale contro il Decreto del Governo che prevede di poter realizzare centrali nucleari in deroga a tale principio costituzionale.

Come non bastasse, va ricordato che la nostra Regione, in quanto a statuto speciale, ha potestà legislativa primaria in materia di urbanistica.

Che Tondo faccia finta di non sapere tutto questo è davvero grave.

Per mettere in chiaro le sue intenzioni il gruppo regionale del Partito Democratico, primo firmatario lo stesso Franco Brussa, ha depositato nei giorni scorsi una proposta di legge che, ricordando le competenze costituzionali e statutarie, obbligherà la Regione a pronunciarsi nel merito della localizzazione e realizzazione nel territorio della Regione Friuli Venezia Giulia di un impianto di energia elettrica nucleare. Lo abbiamo fatto - sottolinea Brussa - poiché, contrariamente a quanto va sostenendo Tondo e cioè di aver fondate informazioni che le caratteristiche del nostro territorio sono tali da escludere centrali in Friuli Venezia Giulia, siamo molto preoccupati che Monfalcone possa essere uno dei possibili siti dove realizzare una centrale nucleare.

Tale preoccupazione nasce da tutta una serie di motivi che Brussa ricorda brevemente: Monfalcone non è area sismica; ha una densità abitativa limitata; è sul mare; non ha vicino alcun fiume che possa straripare. Questi quattro sono elementi tecnici di partenza per individuare un sito idoneo al nucleare. Ci sono poi altre considerazioni che, in un certo senso, possono veder considerare Monfalcone quale area privilegiata per un insediamento nucleare. La prima nasce da una recente presa di posizione della società A2A, proprietaria dell'attuale centrale termoelettrica di Monfalcone, che si è detta pronta, assieme ai soci francesi della controllata Edison, a concorrere nella gara per il nucleare in Italia. Anche Ansaldo Sistemi Industriali, che ha a Monfalcone un proprio importante stabilimento, ha annunciato la ripresa della costruzione di elementi per centrali nucleari. Infine, la ditta friulana Mangiarotti, che ha una controllata denominata Mangiarotti Nuclear S.p.A., ha acquistato recentemente l'area dell'ex Ineos Films a Monfalcone, dove è in corso di costruzione un capannone per avviare la produzione di componenti per centrali nucleari.

Queste tre ultime considerazioni - conclude Brussa - possono voler dire tutto o anche niente, ma certamente conferiscono a Monfalcone, sul tema nucleare, una caratteristica davvero unica. Ecco perché, anche attraverso la nostra proposta di legge, cercheremo di stanare il presidente Tondo e la maggioranza che lo sostiene affinché esca dall'ambiguità e, auspicabilmente, difenda il territorio regionale dal possibile insediamento di una centrale nucleare.