PD: Brussa, sul nucleare Tondo esca dall'ambiguità
(ACON) Trieste, 11 feb - COM/AB - La volontà del presidente
della Regione Tondo di investire sul raddoppio della centrale
nucleare di Krsko in Slovenia e nello stesso tempo di dichiararsi
favorevole al nucleare volendo, pera altro, tranquillizzare sul
fatto che il nostro territorio non possa essere scelto quale sede
di un impianto nucleare, preoccupa molto.
Lo afferma Franco Brussa, consigliere regionale del PD, a
giudizio del quale è davvero singolare che Tondo voglia insistere
sull'ipotesi di investire centinaia e centinaia di milioni di
euro delle casse regionali (oggi per altro vuote), per un
impianto nucleare in Slovenia, senza aver mai avuto da quel Paese
una benché minima disponibilità in tal senso.
Ma ciò che più lascia perplessi non è tanto la sua personale
disponibilità verso il nucleare in Italia, quanto il fatto che,
parole sue, non intende pronunciarsi nel merito. Tondo anzitutto
deve ricordarsi di essere a capo di un'Amministrazione regionale
e, come tale, avere il dovere di esprimersi pubblicamente e con
atti concreti sul nucleare in Italia. La nostra Regione, infatti,
è l'unica che al tavolo nazionale della Conferenza Stato-Regioni
non abbia espresso un parere. È l'unica anche a non aver
rivendicato, come fatto da molte altre Regioni, il diritto (ai
sensi dell'articolo 117, comma 3, della Costituzione) alla
potestà legislativa concorrente in materia di produzione,
trasporto e distribuzione dell'energia.
In pratica nessuno, neppure il Governo, può imporre la
realizzazione di una centrale nucleare, senza il consenso della
Regione competente. Non a caso ben 12 Regioni italiane, di
centrosinistra e di centrodestra, hanno fatto ricorso alla Corte
costituzionale contro il Decreto del Governo che prevede di poter
realizzare centrali nucleari in deroga a tale principio
costituzionale.
Come non bastasse, va ricordato che la nostra Regione, in quanto
a statuto speciale, ha potestà legislativa primaria in materia di
urbanistica.
Che Tondo faccia finta di non sapere tutto questo è davvero
grave.
Per mettere in chiaro le sue intenzioni il gruppo regionale del
Partito Democratico, primo firmatario lo stesso Franco Brussa, ha
depositato nei giorni scorsi una proposta di legge che,
ricordando le competenze costituzionali e statutarie, obbligherà
la Regione a pronunciarsi nel merito della localizzazione e
realizzazione nel territorio della Regione Friuli Venezia Giulia
di un impianto di energia elettrica nucleare. Lo abbiamo fatto -
sottolinea Brussa - poiché, contrariamente a quanto va sostenendo
Tondo e cioè di aver fondate informazioni che le caratteristiche
del nostro territorio sono tali da escludere centrali in Friuli
Venezia Giulia, siamo molto preoccupati che Monfalcone possa
essere uno dei possibili siti dove realizzare una centrale
nucleare.
Tale preoccupazione nasce da tutta una serie di motivi che Brussa
ricorda brevemente: Monfalcone non è area sismica; ha una densità
abitativa limitata; è sul mare; non ha vicino alcun fiume che
possa straripare. Questi quattro sono elementi tecnici di
partenza per individuare un sito idoneo al nucleare. Ci sono poi
altre considerazioni che, in un certo senso, possono veder
considerare Monfalcone quale area privilegiata per un
insediamento nucleare. La prima nasce da una recente presa di
posizione della società A2A, proprietaria dell'attuale centrale
termoelettrica di Monfalcone, che si è detta pronta, assieme ai
soci francesi della controllata Edison, a concorrere nella gara
per il nucleare in Italia. Anche Ansaldo Sistemi Industriali, che
ha a Monfalcone un proprio importante stabilimento, ha annunciato
la ripresa della costruzione di elementi per centrali nucleari.
Infine, la ditta friulana Mangiarotti, che ha una controllata
denominata Mangiarotti Nuclear S.p.A., ha acquistato recentemente
l'area dell'ex Ineos Films a Monfalcone, dove è in corso di
costruzione un capannone per avviare la produzione di componenti
per centrali nucleari.
Queste tre ultime considerazioni - conclude Brussa - possono
voler dire tutto o anche niente, ma certamente conferiscono a
Monfalcone, sul tema nucleare, una caratteristica davvero unica.
Ecco perché, anche attraverso la nostra proposta di legge,
cercheremo di stanare il presidente Tondo e la maggioranza che lo
sostiene affinché esca dall'ambiguità e, auspicabilmente, difenda
il territorio regionale dal possibile insediamento di una
centrale nucleare.