News


UDC:Sasco, su riforma autonomie locali basta fughe in avanti

12.02.2010
12:43
(ACON) Trieste, 12 feb - COM/AB - "Sulla riforma delle autonomie locali occorrono meno annunci individuali e più collegialità nella maggioranza, che deve vedere protagoniste comprimarie tutte le forze politiche che la compongono".

Si esprime così Edoardo Sasco, capogruppo UDC in Consiglio regionale, commentando l'ennesima notizia che anticipa aspetti parziali della riforma degli enti locali, senza che questo delicato argomento abbia avuto la necessaria concertazione nell'ambito della maggioranza di centrodestra.

"Copiare totalmente la bozza Calderoli come più volte si legge sui giornali - aggiunge l'esponente dell'UDC - significa privarsi della nostra autonomia speciale e della competenza primaria in questo settore, che ci permette di disegnare un sistema di autonomie locali a misura della nostra Regione, che ha peculiarità territoriali di particolare rilevanza, a partire dalla complessità rappresentata dalla montagna".

"E' fuori dubbio che alcune revisioni al sistema delle autonomie locali vada affrontato, sia in termini di spesa rapportati alla diminuzione delle risorse di bilancio sia per quanto riguarda la sostenibilità economica dei servizi - afferma Sasco - ma un presidio dei territori e una democraticità degli organi elettivi comunali vanno salvaguardati anche mediante una redistribuzione dei poteri a favore di questi ultimi, che essendo eletti dalla popolazione devono essere effettivamente in grado di rappresentare le istanze degli elettori nelle scelte da effettuare".

"L'UDC mette perciò in discussione il metodo con il quale viene affrontata la fase propedeutica della riforma - riafferma il capogruppo UDC - perché anticipata episodicamente da fughe in avanti solitarie da parte dell'assessore competente, che prefigurano soluzioni non solo non condivise, ma soprattutto non concordate preventivamente con le forze politiche di maggioranza."

"Più teste che ragionano, vale a dire un confronto con gli amministratori locali e con gli organi di partito che formano la maggioranza e, perché no, anche con l'opposizione, per riscrivere le regole sul funzionamento di Comuni e Province nei prossimi decenni - conclude Sasco - possono produrre norme più rispondenti alle vere esigenze del territorio e non dar luogo a semplici sperimentazioni formaliste, che in Consiglio regionale finiscono per essere snaturate e per creare percorsi alquanto lunghi e difficili".