UDC:Sasco, su riforma autonomie locali basta fughe in avanti
(ACON) Trieste, 12 feb - COM/AB - "Sulla riforma delle
autonomie locali occorrono meno annunci individuali e più
collegialità nella maggioranza, che deve vedere protagoniste
comprimarie tutte le forze politiche che la compongono".
Si esprime così Edoardo Sasco, capogruppo UDC in Consiglio
regionale, commentando l'ennesima notizia che anticipa aspetti
parziali della riforma degli enti locali, senza che questo
delicato argomento abbia avuto la necessaria concertazione
nell'ambito della maggioranza di centrodestra.
"Copiare totalmente la bozza Calderoli come più volte si legge
sui giornali - aggiunge l'esponente dell'UDC - significa privarsi
della nostra autonomia speciale e della competenza primaria in
questo settore, che ci permette di disegnare un sistema di
autonomie locali a misura della nostra Regione, che ha
peculiarità territoriali di particolare rilevanza, a partire
dalla complessità rappresentata dalla montagna".
"E' fuori dubbio che alcune revisioni al sistema delle autonomie
locali vada affrontato, sia in termini di spesa rapportati alla
diminuzione delle risorse di bilancio sia per quanto riguarda la
sostenibilità economica dei servizi - afferma Sasco - ma un
presidio dei territori e una democraticità degli organi elettivi
comunali vanno salvaguardati anche mediante una redistribuzione
dei poteri a favore di questi ultimi, che essendo eletti dalla
popolazione devono essere effettivamente in grado di
rappresentare le istanze degli elettori nelle scelte da
effettuare".
"L'UDC mette perciò in discussione il metodo con il quale viene
affrontata la fase propedeutica della riforma - riafferma il
capogruppo UDC - perché anticipata episodicamente da fughe in
avanti solitarie da parte dell'assessore competente, che
prefigurano soluzioni non solo non condivise, ma soprattutto non
concordate preventivamente con le forze politiche di
maggioranza."
"Più teste che ragionano, vale a dire un confronto con gli
amministratori locali e con gli organi di partito che formano la
maggioranza e, perché no, anche con l'opposizione, per riscrivere
le regole sul funzionamento di Comuni e Province nei prossimi
decenni - conclude Sasco - possono produrre norme più rispondenti
alle vere esigenze del territorio e non dar luogo a semplici
sperimentazioni formaliste, che in Consiglio regionale finiscono
per essere snaturate e per creare percorsi alquanto lunghi e
difficili".