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PD: Menis, su ambulatori per clandestini esautorato Kosic

22.02.2010
15:49
(ACON) Trieste, 22 feb - COM/DT - "C'è l'ennesimo diktat leghista, sulla chiusura degli ambulatori per i clandestini, che la maggioranza è costretta a subire esautorando di nuovo l'assessore alla Salute Vladimir Kosic, la cui credibilità è ai minimi storici".

A sostenerlo è Paolo Menis, consigliere regionale del PD, che ricorda come la scorsa estate l'assessore in persona avesse rassicurato l'Assemblea affermando come l'organizzazione del servizio assistenziale regionale dovesse assicurare capillarmente e costantemente le prestazioni sanitarie ambulatorie e ospedaliere urgenti ed essenziali agli stranieri presenti sul territorio.

"Un messaggio chiaro - aggiunge Menis - che, se i rapporti politici in questa maggioranza fossero equilibrati, avrebbe dovuto chiudere l'argomento. Ma la Lega preferisce il ricatto al dialogo contro ogni buonsenso e previsione normativa pur di far chiudere queste strutture nel prossimo Piano sociosanitario.

"Gli ambulatori invece devono restare operativi in quanto strumento essenziale per la salvaguardia della salute dell'intera regione. Con un impiego di risorse minimo (visto che i medici che vi operano lo fanno a titolo gratuito), infatti, consentono di garantire il diritto alla salute a una fascia di popolazione che altrimenti ne sarebbe esclusa con grave danno per l'intera collettività.

"Il rischio concreto è che, in loro assenza, o gli stranieri non si rivolgeranno più alle strutture pubbliche per paura di essere segnalati (creando così delle zone d'ombra prive di alcun controllo medico) oppure inizieranno a utilizzare a sproposito i servizi di emergenza (come il Pronto soccorso) essendo sprovvisti dell'assistenza di base (del medico di famiglia, che normalmente è in grado di intervenire prima e meglio sulle più comuni patologie).

"È evidente quindi come non esista nessun motivo né logico né giuridico per obbligare queste realtà a chiudere. Anche il pacchetto sicurezza, che prevede l'introduzione del reato d'ingresso e soggiorno illegale dello straniero, esplicita come il conseguente obbligo di denuncia dell'irregolare da parte del pubblico ufficiale non si estenda agli operatori sanitari o a quelli amministrativi legati all'espletamento delle pratiche concernenti la realizzazione del diritto all'assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al servizio sanitario regionale.

"L'unico sistema - conclude Menis - è il ricatto politico organizzato dal capogruppo leghista Narduzzi per costringere l'assessore a rimangiarsi le sue stesse parole, screditando definitivamente il suo ruolo e cancellando un'altra garanzia fondamentale per la salute dei cittadini".