PD: Menis, su ambulatori per clandestini esautorato Kosic
(ACON) Trieste, 22 feb - COM/DT - "C'è l'ennesimo diktat
leghista, sulla chiusura degli ambulatori per i clandestini, che
la maggioranza è costretta a subire esautorando di nuovo
l'assessore alla Salute Vladimir Kosic, la cui credibilità è ai
minimi storici".
A sostenerlo è Paolo Menis, consigliere regionale del PD, che
ricorda come la scorsa estate l'assessore in persona avesse
rassicurato l'Assemblea affermando come l'organizzazione del
servizio assistenziale regionale dovesse assicurare capillarmente
e costantemente le prestazioni sanitarie ambulatorie e
ospedaliere urgenti ed essenziali agli stranieri presenti sul
territorio.
"Un messaggio chiaro - aggiunge Menis - che, se i rapporti
politici in questa maggioranza fossero equilibrati, avrebbe
dovuto chiudere l'argomento. Ma la Lega preferisce il ricatto al
dialogo contro ogni buonsenso e previsione normativa pur di far
chiudere queste strutture nel prossimo Piano sociosanitario.
"Gli ambulatori invece devono restare operativi in quanto
strumento essenziale per la salvaguardia della salute dell'intera
regione. Con un impiego di risorse minimo (visto che i medici che
vi operano lo fanno a titolo gratuito), infatti, consentono di
garantire il diritto alla salute a una fascia di popolazione che
altrimenti ne sarebbe esclusa con grave danno per l'intera
collettività.
"Il rischio concreto è che, in loro assenza, o gli stranieri non
si rivolgeranno più alle strutture pubbliche per paura di essere
segnalati (creando così delle zone d'ombra prive di alcun
controllo medico) oppure inizieranno a utilizzare a sproposito i
servizi di emergenza (come il Pronto soccorso) essendo sprovvisti
dell'assistenza di base (del medico di famiglia, che normalmente
è in grado di intervenire prima e meglio sulle più comuni
patologie).
"È evidente quindi come non esista nessun motivo né logico né
giuridico per obbligare queste realtà a chiudere. Anche il
pacchetto sicurezza, che prevede l'introduzione del reato
d'ingresso e soggiorno illegale dello straniero, esplicita come
il conseguente obbligo di denuncia dell'irregolare da parte del
pubblico ufficiale non si estenda agli operatori sanitari o a
quelli amministrativi legati all'espletamento delle pratiche
concernenti la realizzazione del diritto all'assistenza sanitaria
per gli stranieri non iscritti al servizio sanitario regionale.
"L'unico sistema - conclude Menis - è il ricatto politico
organizzato dal capogruppo leghista Narduzzi per costringere
l'assessore a rimangiarsi le sue stesse parole, screditando
definitivamente il suo ruolo e cancellando un'altra garanzia
fondamentale per la salute dei cittadini".