III Comm: rinviato parere su Piano sociosanitario 2010-2012
(ACON) Trieste, 25 feb - ET/DT - Integrazioni e non modifiche,
mantenendo intatta la sostanza del Piano sociosanitario. È così
che l'assessore alla Salute, Vladimir Kosic, ha illustrato le
parti del Piano sanitario e sociosanitario regionale 2010-2012
che hanno recepito le varie osservazioni emerse in questi mesi di
dibattito alla III Commissione, presieduta da Giorgio Venier
Romano (UDC). L'espressione del parere è stata rinviata
all'unanimità al prossimo 9 marzo, per dare modo ai consiglieri
di esaminare il testo.
Le integrazioni inserite riguardano gli aspetti di verifica di
attuazione del Piano, ha detto Kosic, e un richiamo alle
criticità rilevanti nell'area dell'assistenza sanitaria, della
prevenzione, del sociale e dell'integrazione e sociosanitaria.
Si ribadisce la continuità con i precedenti atti pianificatori e
- così l'assessore - la volontà che il Piano sia il primo passo
di un più ampio processo di programmazione. Tra le priorità da
considerare nei prossimi mesi il problema delle liste d'attesa.
Sul metodo, Kosic ha evidenziato la parità di trattamento e piena
uguaglianza di diritti e doveri dei cittadini italiani e
stranieri iscritti al Servizio sanitario nazionale; agli
stranieri non iscritti al Servizio viene garantita l'assistenza
sanitari in conformità con quanto indicato dal testo unico
nazionale sull'immigrazione.
Per quanto riguarda l'ospedalizzazione, che ha raggiunto livelli
ottimali, si prevedono solo modifiche tipologiche sulla base
delle macrotendenze epidemiologiche che riguardano l'area medica,
oncologia, la cardiologia e le patologie croniche. È prevista
continuità nel riorientamento dell'offerta dei presidi
ospedalieri di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile, con lo
sviluppo e il potenziamento del day hospital, servizi
ambulatoriali, di dialisi e residenziali, ricercando
l'integrazione con le funzioni distrettuali già inserite. Specie
per quanto riguarda Gemona viene indicata la prosecuzione
dell'integrazione dell'offerta come polo unico con l'ospedale di
Tolmezzo.
Kosic ha evidenziato come scelta molto importante ed esplicitata
nel Piano, l'Area vasta pordenonese, il fatto cioè che dal primo
gennaio 2011 gli ospedali di rete e le funzioni ospedaliere dei
presidi ospedalieri della provincia di Pordenone faranno capo
all'azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone,
che subentrerà all'Azienda sanitaria 6 - Friuli Occidentale.
Nel Piano sono esplicitate anche le funzioni degli IRCCS Burlo
Garofolo e CRO di Aviano. Il riordino delle aree
materno-infantili è rinviato a dopo l'espletamento di uno studio
di fattibilità.
L'acquisto delle tecnologie d'alto costo avverrà sulla base di
criteri HTA, un'analisi delle implicazioni medico-cliniche,
sociali, organizzative, economiche, etiche e legali attraverso la
valutazione dell'efficacia, della sicurezza, dei costi,
dell'impatto sociale e organizzativo. L'obiettivo è di valutare
gli effetti reali e potenziali della tecnologia, sia a priori che
durante l'intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che
l'introduzione o l'esclusione di un intervento ha per il sistema
sanitario, l'economia e la società.
Il Piano è stato notevolmente arricchito, sono state migliorate
anche alcune parti che prima potevano apparire carenti, ha
affermato Daniele Galasso, capogruppo del Pdl, che ha aperto il
dibattito. Si è avuto il coraggio di evidenziare quelli che sono
i punti di debolezza dell'offerta sanitaria della nostra regione
ed è giusto che sia così perché soltanto in questo modo si ha un
punto di partenza per avere la forza di cambiare. Altrimenti il
rischio è di tenere in piedi tutto quello che c'è quando invece
ci sono bisogni, anche nuovi, cui fare fronte. Dovremmo avere
risorse inesauribili e ciò non è possibile e onestà politica
vuole che lo si dica.
Con responsabilità poi, ha proseguito Galasso, il Piano non dice
che risolveremo tutti i problemi, dobbiamo dare una gerarchia
alle necessità ma non stiamo assolutamente fermi. Si individua
pertanto il percorso di cambiamento, l'offerta si adegua ai
bisogni reali e non a quelli indotti, si tracciano le linee guida
della riorganizzazione senza trascurare di fare riferimento e
richiamare gli atti di programmazione precedenti, validi eppure
spesso non realizzati. Un bel passo avanti, questo Piano, per
garantire l'eccellenza sociosanitaria e andare a coprire i
servizi carenti.
La bozza è stata implementata perché era carente, gli ha
ribattuto il capogruppo del PD Gianfranco Moretton. Certo, è
opportuno ma soprattutto necessario che la discussione sulle
integrazioni del Piano venga rinviata. Ma il problema del
comparto sociosanitario, come la stessa maggioranza ha
sottolineato, sono le risorse: e ciò è in palese contraddizione
rispetto all'aumento del costo annuo del 1,7% del comparto
sanitario e con le dichiarazioni di chi annunciava una sanità
comunque in sicurezza.
In risposta a Moretton, Massimo Blasoni (Pdl) secondo cui
affermare che le risorse non sono infinite non vuol dire che
quelle che ci sono non siano sufficienti.
Per Stefano Pustetto (SA-SEL), infine, si è stravolto il processo
di normale dialettica: prima si organizzano le audizioni, poi si
presenta il Piano e si vota. Qui si è rovesciata la piramide.
Finalmente si sono fotografate le criticità e da lì dobbiamo
partire, cambiando le modalità perché la sanità deve stare al di
fuori degli schieramenti politici.
(foto-immagini tv)