PD: Lupieri, ambulatori immigrati unico problema della Lega
(ACON) Trieste, 25 feb - COM/ET - Le integrazioni al Piano
sociosanitario presentate dall'assessore Kosic rivitalizzano
l'asfittica proposta presentata il 5 novembre scorso.
Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD, rileva che sono
state recepite molte osservazioni mosse dal suo gruppo, riprese
dal parere del ministero della Salute, con la verifica
dell'attuazione della pianificazione pregressa, con evidenza
delle maggiori criticità.
Non si tiene però conto - sottolinea il consigliere - della
variabile della popolazione e di quale sia stato il contributo di
servizi e strutture nel realizzare una situazione non ottimale,
né si danno risposte puntuali ai singoli problemi.
Viene confermata la mancanza disomogenea di posti letto di
terapia intensiva, di posti letto per persone in coma o in stato
vegetativo, per hospice, per RSA, come vi sono carenze per il
servizio infermieristico domiciliare, non è stato avviato ancora
il punto unico di accesso ai servizi socio sanitari, vi è una
insufficiente prevenzione che necessita di nuovi screening.
Purtroppo - dice Lupieri - non si sviluppano soluzioni né si
approfondisce.
Viene anche specificato che questo piano costituisce una
integrazione a quello precedente 2006-2008 e deve intendersi
quale primo atto di un più ampio processo di programmazione
sanitaria che sarà realizzato con atti legislativi.
Ma la criticità più forte, secondo l'esponente del PD, resta
quella del finanziamento. Infatti, l'assessore Kosic ha fatto
capire che non sarà sufficiente l'aumento di 1,76% del bilancio
del servizio sanitario regionale. Non si riesce neppure a
proporre un modello di finanziamento capace di cogliere le reali
esigenze sanitarie delle regione, passando dallo storico alla
prestazione.
Riguardo al personale ci si propone di utilizzare sempre meglio
le risorse umane presenti, specificando che le assunzioni, fino
al consolidamento dei piani aziendali da parte della Giunta,
potranno avvenire esclusivamente a tempo determinato. Ma il piano
non può non tener conto del blocco delle assunzioni, che rischia
di mettere in seria difficoltà aziende sanitarie e ospedaliere
già nei prossimi mesi.
Continua - dice il consigliere - una forte cultura
ospedalocentrica che trascura il territorio, il distretto, gli
infortuni sul lavoro, e si sofferma invece a lungo sulle funzioni
della rete ospedaliera, con numerose riduzioni, ma con rispetto
del modello a rete che si concretizza con la messa in comune di
spazi, tecnologie, personale, nonché di protocolli e percorsi
diagnostici comuni. Ma sarà difficile realizzare queste modalità
organizzative orientate a promuovere integrazione, perché non
abbiamo più una governance e una agenzia regionale della sanità.
L'impressione è che ci sia il rischio che possano essere adottate
misure generiche di tagli indiscriminati e non azioni mirate.
Questo piano continua inoltre a mescolare i ruoli istituzionali e
delega alle Aziende ruoli che sono propri della Regione, e quindi
stravolge le leggi di riforma sanitaria 552/92 e 517/93. La
responsabilità di mantenere o chiudere reparti viene data alle
Aziende, mentre si sposta sulla Regione l'autorizzazione delle
assunzioni del personale. Resta emarginato il ruolo dei Comuni,
che al contrario è necessario valorizzare con la loro
condivisione- partecipazione-discussione, quali rappresentanti
delle comunità locali.
Alle provocazioni della Lega Nord, che chiede la chiusura degli
ambulatori per stranieri, l'assessore Kosic risponde inserendo
nel Piano la garanzia che agli stranieri non iscritti al Servizio
sanitario verrà garantita l'assistenza sanitaria in conformità
alla legge nazionale e quindi con quegli ambulatori che la Lega
vorrebbe chiudere.
Dispiace - conclude Lupieri - che la battaglia sul Piano portata
avanti dalla Lega si concentri quasi completamente su questo tema
tanto discriminatorio, tralasciando tutti quei temi più
importanti che riguardano l'intera comunità regionale.