PD: Menis, subito una legge per vietare gli OGM in regione
(ACON) Trieste, 04 mar - COM/AB - Una vera rivoluzione quella
che ha investito, negli ultimi due giorni, la disciplina europea
delle colture geneticamente modificate. Da un lato la fine della
moratoria, che durava da 12 anni, con il via libera a nuovi
prodotti (la patata Amflora e tre varietà di mais), dall'altra
l'annuncio della possibilità, per gli Stati membri, di vietarne
la coltivazione.
Tempestiva la reazione del gruppo consiliare regionale del PD,
che ha depositato una mozione per chiedere al presidente Tondo di
presentare all'Aula un disegno di legge che punti a fare anche
del Friuli Venezia Giulia una regione OGM-free.
Si tratta del primo passaggio di un percorso - fa sapere Paolo
Menis, primo firmatario della mozione - che punta
all'approvazione in tempi brevi di una normativa in grado di
difendere le vere eccellenze della nostra agricoltura, quelle
basate su tipicità e tracciabilità e che nulla hanno a che fare
con gli OGM. Adesso che il panorama normativo è cambiato, si apre
la possibilità di sancire giuridicamente la nostra intenzione,
supportata dalle maggiori organizzazioni di categoria e dei
consumatori, di fare del Friuli Venezia Giulia una regione che
punta sulla qualità dei propri prodotti agricoli e garantisce la
massima tutela della salute dei consumatori.
L'attuale contesto scientifico e sociale - aggiunge Menis - ci
sembra delineare chiaramente la linea da seguire. Nel 2009
abbiamo registrato un crollo (-12%) delle semine transgeniche in
Europa in cui ormai sono rimasti solo 6 Paesi, su ventisette, a
coltivarli su una superficie pari allo 0,001% di quella
utilizzabile. Un fallimento.
E mentre in alcune parti del mondo le fortissime pressioni delle
multinazionali sono riuscite a incrementare l'estensione dei
campi OGM, la fame nel mondo - uno dei problemi che si sarebbe
dovuto risolvere grazie al ricorso a questi prodotti - continua
ad aumentare, raggiungendo la cifra record di 1,02 miliardi di
affamati.
Anche il percorso che è stato seguito per la concessione del via
libera alla patata transgenica, autorizzata nonostante i pareri
contrari dell'Agenzia europea del farmaco (Emea) e
dell'Organizzazione mondiale della sanità, ci è sembrato
assolutamente inadeguato e contrastante con alcuni principi
dell'Unione. Per questo - conclude Menis - fino a che non si
raggiungeranno certezze scientifiche di senso contrario, la
nostra posizione, in accordo con il principio di precauzione
sancito peraltro dalla stessa Unione, sarà di netta contrarietà
alla loro diffusione.