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PD: Menis, subito una legge per vietare gli OGM in regione

04.03.2010
16:12
(ACON) Trieste, 04 mar - COM/AB - Una vera rivoluzione quella che ha investito, negli ultimi due giorni, la disciplina europea delle colture geneticamente modificate. Da un lato la fine della moratoria, che durava da 12 anni, con il via libera a nuovi prodotti (la patata Amflora e tre varietà di mais), dall'altra l'annuncio della possibilità, per gli Stati membri, di vietarne la coltivazione. Tempestiva la reazione del gruppo consiliare regionale del PD, che ha depositato una mozione per chiedere al presidente Tondo di presentare all'Aula un disegno di legge che punti a fare anche del Friuli Venezia Giulia una regione OGM-free.

Si tratta del primo passaggio di un percorso - fa sapere Paolo Menis, primo firmatario della mozione - che punta all'approvazione in tempi brevi di una normativa in grado di difendere le vere eccellenze della nostra agricoltura, quelle basate su tipicità e tracciabilità e che nulla hanno a che fare con gli OGM. Adesso che il panorama normativo è cambiato, si apre la possibilità di sancire giuridicamente la nostra intenzione, supportata dalle maggiori organizzazioni di categoria e dei consumatori, di fare del Friuli Venezia Giulia una regione che punta sulla qualità dei propri prodotti agricoli e garantisce la massima tutela della salute dei consumatori.

L'attuale contesto scientifico e sociale - aggiunge Menis - ci sembra delineare chiaramente la linea da seguire. Nel 2009 abbiamo registrato un crollo (-12%) delle semine transgeniche in Europa in cui ormai sono rimasti solo 6 Paesi, su ventisette, a coltivarli su una superficie pari allo 0,001% di quella utilizzabile. Un fallimento.

E mentre in alcune parti del mondo le fortissime pressioni delle multinazionali sono riuscite a incrementare l'estensione dei campi OGM, la fame nel mondo - uno dei problemi che si sarebbe dovuto risolvere grazie al ricorso a questi prodotti - continua ad aumentare, raggiungendo la cifra record di 1,02 miliardi di affamati.

Anche il percorso che è stato seguito per la concessione del via libera alla patata transgenica, autorizzata nonostante i pareri contrari dell'Agenzia europea del farmaco (Emea) e dell'Organizzazione mondiale della sanità, ci è sembrato assolutamente inadeguato e contrastante con alcuni principi dell'Unione. Per questo - conclude Menis - fino a che non si raggiungeranno certezze scientifiche di senso contrario, la nostra posizione, in accordo con il principio di precauzione sancito peraltro dalla stessa Unione, sarà di netta contrarietà alla loro diffusione.