SA-SEL: Pustetto, tutte le criticità del Piano sanitario
(ACON) Trieste, 08 mar - COM/AB - Un'articolata, puntuale
disamina del Piano sociosanitario, domani in III Commissione,
viene fatta da Stefano Pustetto, consigliere regionale della
SA-Sinistra Ecologia e Libertà.
"Un po' alla volta, faticosamente, stanno emergendo le criticità,
le omissioni e i veri fini ispiratori del Piano sociosanitario
voluto da questa maggioranza. Basterebbe analizzare come ha visto
la luce per rendersi conto di come un tema delicato e complesso
come quello della sanità sia stato affrontato, nella migliore
delle ipotesi, con faciloneria e supponenza.
"Un qualsiasi progetto vede come prima azione la raccolta dei
dati, poi si fa una fotografia della situazione attuale, si
valutano le criticità, si sentono i principali operatori del
settore e solo alla fine, questa volta con cognizione di causa,
si scrive un piano credibile. In questo caso si è fatto
esattamente l'opposto: il Piano nasce nelle segrete stanze e
viene approvato dalla Giunta, all'unanimità. Il 5 novembre, poi,
viene presentato alla Commissione di merito quando è già noto che
il presidente Tondo lo aveva bocciato. Solo a questo punto si
fanno le audizioni e si riscrive tutto. Nel frattempo, fatto
certamente non marginale, il ministro Fazio esprime un parere
negativo su quanto fatto da Kosic.
"E' in questo contesto che bisogna leggere i provvedimenti
scritti e soprattutto quelli non scritti del Piano, che
volutamente sceglie la strade dell'ambiguità e
dell'interpretazione, non volendo affrontare i veri nodi che
stringono la sanità regionale. Il rinvio delle nomine di 11
primari del SMM di Udine, così come delegare ai direttori
generali scelte che competono alla politica e viceversa, avocare
alla Regione competenze gestionali che sono in capo ai direttori
generali, il non fare chiarezza sulle reali regole del
funzionamento del modello hub ad spoke non fanno altro che
demotivare un personale medico e infermieristico che da sempre
antepone ai propri interessi quelli del paziente.
"A parole si invoca la partecipazione e la condivisione delle
scelte, si sbandiera come scelta unica e democratica il libro
verde e poi, nei fatti, non si tiene conto di quanto emerso.
Nello stesso modo, dopo che tutti i sindaci della provincia di
Pordenone (51 su 51), si sono espressi contro l'ipotesi
dell'unione di tutti gli ospedali della provincia sotto la guida
dell'ospedale di Pordenone, si mette nero su bianco che dal primo
di gennaio 2011 si farà esattamente questo.
"I veri problemi, quelli segnalati da tutti gli operatori non
trovano risposte adeguate nel Piano. Per esempio:
Come rispondere alle criticità segnalate come l'assenza di posti
letto nelle terapie intensive, nei reparti post- acuti, nelle
RSA, negli Hospice, nelle mediche?
Perché è importante spostare la centrale del 118 a Palmanova e
non è invece prioritario rivedere il piano dell'emergenza
adottato da più di 20 anni?
E' vero che avere una unica centrale del 118 costerà 72 milioni
di euro?
Adegueremo le cure palliative a quelli che sono gli standard
previsti?
Che fine fanno gli accordi già stipulati tra università/ ospedale
SMM?
Verranno rimpiazzati i posti lasciati vuoti dai primari nelle
varie strutture ospedaliere della regione?
La tanto sbandierata legge sulle liste di attesa può funzionare
quando si tagliano posti di quegli stessi operatori chiamati a
fornire i servizi?
E' stata fatta una simulazione per capire quali servizi
essenziali si incepperanno con il blocco del turn over del
personale?
Si darà una riposta seria alla cronica carenza di organico di cui
soffrono molti reparti?
Che soluzione è stata ipotizzata per i nuovi laboratori in
costruzione a Udine, serviranno per il solo SMM, per tutta al
città o per un'area più vasta?
E' razionale avere 4 primari di laboratorio nel solo ospedale di
Udine?
Che ruolo avranno i distretti, i PdZ e il comparto socio
sanitario?
Quali interessi bloccano la più volta annunciata riforma della
riqualificazione delle case di riposo?
"A fronte di queste e moltissime altre domande che farò in
Commissione di merito - aggiunge Pustetto - che senso ha chiudere
gli ambulatori per i clandestini, è questo il vero nodo e centro
di spesa per la sanità regionale? Confesso il timore che le
scelte inadeguate dell'assessore siano condivise e tollerate da
gran parte della maggioranza di centro destra, perché il
prevedibile sfascio della sanità aprirà spazi sempre più ampi a
una privatizzazione prima strisciante e poi palese della sanità
regionale.
"Voglio ricordare ai più che l'OMS mette la sanità italiana
(pubblica, che impegna circa l'8% del PIL) al secondo posto per
qualità in ambito mondiale, e quella francese (10% del PIL) al
primo posto mentre la sanità americana che costa il 16.2 % del
PIL, non supera il 45 posto. Ma senza scomodare i Paesi
oltreoceano, basta guardare il livello e la qualità del servizio
in quelle regioni, come nel nostro meridione, ove più del 50% dei
posti letto è gestito dai privati.
"Considerati i numeri a disposizione di questa maggioranza -
conclude Pustetto - starà ai cittadini, oserei dire
principalmente a quelli che si riconoscono nel centro destra,
manifestare il loro disaccordo e richiedere scelte più ponderate
ai loro rappresentanti. Dal canto nostro continueremo con una
opposizione ferma, ma quanto più costruttiva possibile".