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SA-SEL: Pustetto, tutte le criticità del Piano sanitario

08.03.2010
14:29
(ACON) Trieste, 08 mar - COM/AB - Un'articolata, puntuale disamina del Piano sociosanitario, domani in III Commissione, viene fatta da Stefano Pustetto, consigliere regionale della SA-Sinistra Ecologia e Libertà.

"Un po' alla volta, faticosamente, stanno emergendo le criticità, le omissioni e i veri fini ispiratori del Piano sociosanitario voluto da questa maggioranza. Basterebbe analizzare come ha visto la luce per rendersi conto di come un tema delicato e complesso come quello della sanità sia stato affrontato, nella migliore delle ipotesi, con faciloneria e supponenza.

"Un qualsiasi progetto vede come prima azione la raccolta dei dati, poi si fa una fotografia della situazione attuale, si valutano le criticità, si sentono i principali operatori del settore e solo alla fine, questa volta con cognizione di causa, si scrive un piano credibile. In questo caso si è fatto esattamente l'opposto: il Piano nasce nelle segrete stanze e viene approvato dalla Giunta, all'unanimità. Il 5 novembre, poi, viene presentato alla Commissione di merito quando è già noto che il presidente Tondo lo aveva bocciato. Solo a questo punto si fanno le audizioni e si riscrive tutto. Nel frattempo, fatto certamente non marginale, il ministro Fazio esprime un parere negativo su quanto fatto da Kosic.

"E' in questo contesto che bisogna leggere i provvedimenti scritti e soprattutto quelli non scritti del Piano, che volutamente sceglie la strade dell'ambiguità e dell'interpretazione, non volendo affrontare i veri nodi che stringono la sanità regionale. Il rinvio delle nomine di 11 primari del SMM di Udine, così come delegare ai direttori generali scelte che competono alla politica e viceversa, avocare alla Regione competenze gestionali che sono in capo ai direttori generali, il non fare chiarezza sulle reali regole del funzionamento del modello hub ad spoke non fanno altro che demotivare un personale medico e infermieristico che da sempre antepone ai propri interessi quelli del paziente.

"A parole si invoca la partecipazione e la condivisione delle scelte, si sbandiera come scelta unica e democratica il libro verde e poi, nei fatti, non si tiene conto di quanto emerso. Nello stesso modo, dopo che tutti i sindaci della provincia di Pordenone (51 su 51), si sono espressi contro l'ipotesi dell'unione di tutti gli ospedali della provincia sotto la guida dell'ospedale di Pordenone, si mette nero su bianco che dal primo di gennaio 2011 si farà esattamente questo.

"I veri problemi, quelli segnalati da tutti gli operatori non trovano risposte adeguate nel Piano. Per esempio:

Come rispondere alle criticità segnalate come l'assenza di posti letto nelle terapie intensive, nei reparti post- acuti, nelle RSA, negli Hospice, nelle mediche? Perché è importante spostare la centrale del 118 a Palmanova e non è invece prioritario rivedere il piano dell'emergenza adottato da più di 20 anni? E' vero che avere una unica centrale del 118 costerà 72 milioni di euro? Adegueremo le cure palliative a quelli che sono gli standard previsti? Che fine fanno gli accordi già stipulati tra università/ ospedale SMM? Verranno rimpiazzati i posti lasciati vuoti dai primari nelle varie strutture ospedaliere della regione? La tanto sbandierata legge sulle liste di attesa può funzionare quando si tagliano posti di quegli stessi operatori chiamati a fornire i servizi? E' stata fatta una simulazione per capire quali servizi essenziali si incepperanno con il blocco del turn over del personale? Si darà una riposta seria alla cronica carenza di organico di cui soffrono molti reparti? Che soluzione è stata ipotizzata per i nuovi laboratori in costruzione a Udine, serviranno per il solo SMM, per tutta al città o per un'area più vasta? E' razionale avere 4 primari di laboratorio nel solo ospedale di Udine? Che ruolo avranno i distretti, i PdZ e il comparto socio sanitario? Quali interessi bloccano la più volta annunciata riforma della riqualificazione delle case di riposo?

"A fronte di queste e moltissime altre domande che farò in Commissione di merito - aggiunge Pustetto - che senso ha chiudere gli ambulatori per i clandestini, è questo il vero nodo e centro di spesa per la sanità regionale? Confesso il timore che le scelte inadeguate dell'assessore siano condivise e tollerate da gran parte della maggioranza di centro destra, perché il prevedibile sfascio della sanità aprirà spazi sempre più ampi a una privatizzazione prima strisciante e poi palese della sanità regionale.

"Voglio ricordare ai più che l'OMS mette la sanità italiana (pubblica, che impegna circa l'8% del PIL) al secondo posto per qualità in ambito mondiale, e quella francese (10% del PIL) al primo posto mentre la sanità americana che costa il 16.2 % del PIL, non supera il 45 posto. Ma senza scomodare i Paesi oltreoceano, basta guardare il livello e la qualità del servizio in quelle regioni, come nel nostro meridione, ove più del 50% dei posti letto è gestito dai privati.

"Considerati i numeri a disposizione di questa maggioranza - conclude Pustetto - starà ai cittadini, oserei dire principalmente a quelli che si riconoscono nel centro destra, manifestare il loro disaccordo e richiedere scelte più ponderate ai loro rappresentanti. Dal canto nostro continueremo con una opposizione ferma, ma quanto più costruttiva possibile".