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PD: Brussa, Piano sanitario pietra tombale per l'isontino

09.03.2010
17:17
(ACON) Trieste, 09 mar - COM/AB - Il Piano sanitario e sociosanitario regionale rischia di rappresentare per la sanità isontina la sua pietra tombale.

È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Franco Brussa.

Non è un caso, infatti, se qui si registra la maggior chiusura di funzioni e l'azione di razionalizzazione, senza che esse poggino su alcuna base scientifica o gestionale. L'assessore Kosic - ricorda Brussa - ha affermato pubblicamente che nel rapporto paziente infermiere/paziente medico, l'Azienda goriziana è quella di gran lunga dove si registra il dato più basso; peccato che in questo Piano nulla si sia fatto per superare quella differenza. Si interviene su cardiologia, oncologia e nefrologia, mantenendo la funzione e, solo all'ultimo momento, recuperando in parte le degenze.

Un Piano - ricorda ancora l'esponente del Partito Democratico - che depotenzia la medicina del lavoro e questo avviene su un territorio, quello isontino e monfalconese in particolare, dove la percentuale di infortuni sul lavoro è tra i primi posti in regione e dove per patologie invalidanti e mortali legate all'amianto, e non solo, siamo ai primi posti in Italia. Nel fare questo, non solo si toglie dignità alle persone portatrici di sofferenze, ma si viene anche meno a un preciso impegno che la Regione si era assunta con l'approvazione di un ordine del giorno, nel corso del Bilancio 2008, che prevedeva la nascita di un Centro per le malattie dell'amianto.

Un'Azienda, quella isontina, dove viene depotenziata la medicina nucleare e dove non è data neppure la dignità (unica in regione) di avere la trombolisi, che altro non è se non poter somministrare farmaci specifici alle persone colpite da ictus, che ne riducono gli effetti fino al 40% e spesso salvano loro la vita.

Un territorio, quello isontino - continua Brussa - dove solo dieci giorni fa si promuoveva un convegno per illustrare il ruolo internazionale che la Regione intende svolgere in campo sanitario e sociosanitario, ma che in realtà non trova alcun riscontro nel Piano.

Che dire poi - sottolinea il consigliere PD - della soppressione del Centro per le malattie metaboliche dell'osso, che era diventato punto di riferimento regionale e non solo. E infine la soppressione, contenuta nel Piano, di un punto nascita. A suo tempo l'assessore Kosic aveva affermato che un punto nascita dove si ha un parto ogni due giorni mette a rischio puerpera e nascituro non potendo contare, visti i numeri, su quelle funzioni di supporto alla maternità; ma oggi si fa finta di non vedere e, seguendo il consiglio dei consiglieri isontini del centrodestra, si lascia che a decidere sia l'Azienda attraverso una non ben chiara ricognizione su numeri, costi e relativi effetti.

Non è così - conclude Brussa - che va attuata una vera politica sanitaria. Una volta di più, la sanità isontina esce depauperata e paga un prezzo alto al mantenimento di ospedali di rete e di specialità (anche doppie) di altre realtà del territorio regionale, evidentemente più forti politicamente.