PD: Brussa, Piano sanitario pietra tombale per l'isontino
(ACON) Trieste, 09 mar - COM/AB - Il Piano sanitario e
sociosanitario regionale rischia di rappresentare per la sanità
isontina la sua pietra tombale.
È quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico
Franco Brussa.
Non è un caso, infatti, se qui si registra la maggior chiusura di
funzioni e l'azione di razionalizzazione, senza che esse poggino
su alcuna base scientifica o gestionale.
L'assessore Kosic - ricorda Brussa - ha affermato pubblicamente
che nel rapporto paziente infermiere/paziente medico, l'Azienda
goriziana è quella di gran lunga dove si registra il dato più
basso; peccato che in questo Piano nulla si sia fatto per
superare quella differenza. Si interviene su cardiologia,
oncologia e nefrologia, mantenendo la funzione e, solo all'ultimo
momento, recuperando in parte le degenze.
Un Piano - ricorda ancora l'esponente del Partito Democratico -
che depotenzia la medicina del lavoro e questo avviene su un
territorio, quello isontino e monfalconese in particolare, dove
la percentuale di infortuni sul lavoro è tra i primi posti in
regione e dove per patologie invalidanti e mortali legate
all'amianto, e non solo, siamo ai primi posti in Italia. Nel fare
questo, non solo si toglie dignità alle persone portatrici di
sofferenze, ma si viene anche meno a un preciso impegno che la
Regione si era assunta con l'approvazione di un ordine del
giorno, nel corso del Bilancio 2008, che prevedeva la nascita di
un Centro per le malattie dell'amianto.
Un'Azienda, quella isontina, dove viene depotenziata la medicina
nucleare e dove non è data neppure la dignità (unica in regione)
di avere la trombolisi, che altro non è se non poter
somministrare farmaci specifici alle persone colpite da ictus,
che ne riducono gli effetti fino al 40% e spesso salvano loro la
vita.
Un territorio, quello isontino - continua Brussa - dove solo
dieci giorni fa si promuoveva un convegno per illustrare il ruolo
internazionale che la Regione intende svolgere in campo sanitario
e sociosanitario, ma che in realtà non trova alcun riscontro nel
Piano.
Che dire poi - sottolinea il consigliere PD - della soppressione
del Centro per le malattie metaboliche dell'osso, che era
diventato punto di riferimento regionale e non solo. E infine la
soppressione, contenuta nel Piano, di un punto nascita. A suo
tempo l'assessore Kosic aveva affermato che un punto nascita dove
si ha un parto ogni due giorni mette a rischio puerpera e
nascituro non potendo contare, visti i numeri, su quelle funzioni
di supporto alla maternità; ma oggi si fa finta di non vedere e,
seguendo il consiglio dei consiglieri isontini del centrodestra,
si lascia che a decidere sia l'Azienda attraverso una non ben
chiara ricognizione su numeri, costi e relativi effetti.
Non è così - conclude Brussa - che va attuata una vera politica
sanitaria. Una volta di più, la sanità isontina esce depauperata
e paga un prezzo alto al mantenimento di ospedali di rete e di
specialità (anche doppie) di altre realtà del territorio
regionale, evidentemente più forti politicamente.