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III Comm: Piano sociosanitario 2010, i consiglieri (2)

09.03.2010
18:43
(ACON) Trieste, 09 mar - ET - Sul Piano sociosanitario 2010-2012, in III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC) si è svolto un articolato dibattito generale.

Pochezza del documento, viziato dalla tardiva analisi della precedente pianificazione. Sergio Lupieri (PD) ritiene che il provvedimento necessiti di un importante intervento legislativo per poter essere avviato. Espressa contrarietà sulle previsioni sull'Area vasta pordenonese, che nasce senza basi. Fondamentale il mantenimento degli ambulatori per clandestini per garantire la salute dell'intera comunità regionale.

Franco Brussa (PD) ha evidenziato come chiudere gli ambulatori per clandestini sia una scelta squisitamente politica. Il consigliere ritiene che il Piano sarà la pietra tombale della sanità isontina, la maggior chiusura di funzioni e l'azione di razionalizzazione, senza che esse poggino su alcuna base scientifica o gestionale.

Franco Codega (PD) lamenta la scarsa considerazione dei dati sociali. Il parere dell'avvocatura regionale sugli ambulatori per clandestini per certi aspetti rafforza la necessità che ci siano presidi pubblici per vigilare sulla salute pubblica. La chiusura sarebbe negativa per tutta la collettività ed è il frutto di una mera scelta politica.

Un intervento prettamente dedicato alla sanità isontina, quello di Gaetano Valenti (Pdl). Si sono mantenuti i posti letto di cardiologia e nefrologia all'interno dei dipartimenti di medicina e chirurgia, e si sono compiuti molti passi positivi, da implementare in un prossimo futuro con un riordino legislativo complessivo.

Un finanziamento storicamente insufficiente in aree come quella pordenonese. Piero Colussi (Citt) ha chiesto come si intenda affrontare la sperequazione del sistema sanitario. Sarebbe opportuno avviare un progetto di fattibilità prima dell'attuazione dell'Area vasta nel pordenonese.

Uscire dalle ambiguità e affrontare il problema dei doppioni. Stefano Pustetto (SA-SEL) ha lungamente analizzato i punti e le criticità del Piano, evidenziando una forma generalista e carente, senza soluzioni sostanziali ai problemi sollevati. Particolare accento è stato posto sulla necessità di dare linee certe agli ospedali che dovranno sopperire alle funzioni che finora hanno potuto svolgere gli ambulatori per clandestini.

Invece di una programmazione complessiva, ci si ritrova con un Piano fatto a spizzichi e bocconi, dove la linea politica di una forza predomina sul discorso d'insieme e sul valore della sanità. Annamaria Menosso (PD) rileva un carente trattamento del lato sociale del Piano e la mancanza di una gestione globale del sistema sanitario.

Procedere a colpi di maggioranza e calare il Piano dall'alto sui territori è controproducente per chi governa. Enio Agnola (Idv) propone di sopperire con l'istituzione di un tavolo di verifica dell'applicazione del Piano, per un nuovo patto tra cittadini, politica e operatori, modificare l'assetto mantenendo qualità e tenendo conto delle minori risorse.

(segue)