Citt: inopportuno marchio "Friulano tipicamente friulano"
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/AB - La questione del "Friulano
tipicamente friulano" è stata al centro di uno scambio di vedute
tra i consiglieri regionali dei Cittadini Stefano Alunni
Barbarossa e Piero Colussi con l'ex presidente dell'Ersa Bruno
Augusto Pinat, in prima fila qualche anno fa nella battaglia in
difesa della denominazione Tocai friulano. I nodi, ora, sembrano
venire al pettine.
"Seguiamo con particolare attenzione - hanno detto - la vicenda
legata ai fondi quali risarcimento per il divieto dell'uso della
denominazione Tocai friulano. Fondi che dovrebbero servire per il
rilancio del settore vitivinicolo e in particolare del Tocai
nella nuova veste di Friulano, e che invece rischiano di
scatenare una polemica sull'identità dividendo il settore
agricolo e agroalimentare della nostra regione.
"In un momento difficile come questo, data la pesantissima crisi
che l'intero comparto sta vivendo, non c'è assolutamente bisogno
di creare queste imbarazzanti situazioni. E' da incompetenti -
hanno continuato - legare in un unico marchio vino e
agroalimentare dimenticando che nel settore vitivinicolo esiste
uno slogan invidiatoci da tutto il mondo, che è 'Un vigneto
chiamato Friuli', marchio che racchiude l'intera viticoltura
regionale senza distinzioni, e accettato senza tentennamenti, da
tutte le denominazioni vitivinicole regionali. Non solo, ma
ultimamente la promozione turistica è stata sostenuta con uno
slogan 'Friuli Venezia Giulia Ospiti di gente unica' che,
indipendentemente da chi l'abbia coniato, racchiude proprio il
significato più genuino di questa regione. La convivenza di
culture latine, slave, germaniche, e ciò che esse producono,
valorizzano i territori di appartenenza che sono veramente unici.
Basti pensare che in pochi chilometri abbiamo la fortuna di
coltivare prodotti tipicamente alpini e mediterranei.
"Come si può pensare - hanno concluso - che attraverso il lancio
di uno slogan 'Friulano tipicamente friulano', che sotto il
profilo della comunicazione è quasi ridicolo, che i produttori
della Venezia Giulia piuttosto che quelli veneti sul confine
occidentale, accettino una discriminazione che va non solo a
banalizzare le loro produzioni, ma offende la loro identità?"
Gli esponenti dei Cittadini e Bruno Augusto Pinat ritengono che
l'impegno più importante e propedeutico alle fortune del settore
vitivinicolo, che deve essere gestito in maniera autonomo
rispetto al settore agroalimentare, deve essere di creare una
denominazione geografica regionale che comprenda tutte le
produzioni del Friuli Venezia Giulia e mantenga in essere le
altre denominazioni locali già esistenti, permettendo quindi ai
nostri viticoltori di decidere in modo autonomo con quale
denominazione andare sui mercati. Utilizzando la denominazione
regionale o quella locale in base ai propri obiettivi enologici e
al mercato che decidono di scegliersi.