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Citt: inopportuno marchio "Friulano tipicamente friulano"

30.03.2010
15:56
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/AB - La questione del "Friulano tipicamente friulano" è stata al centro di uno scambio di vedute tra i consiglieri regionali dei Cittadini Stefano Alunni Barbarossa e Piero Colussi con l'ex presidente dell'Ersa Bruno Augusto Pinat, in prima fila qualche anno fa nella battaglia in difesa della denominazione Tocai friulano. I nodi, ora, sembrano venire al pettine.

"Seguiamo con particolare attenzione - hanno detto - la vicenda legata ai fondi quali risarcimento per il divieto dell'uso della denominazione Tocai friulano. Fondi che dovrebbero servire per il rilancio del settore vitivinicolo e in particolare del Tocai nella nuova veste di Friulano, e che invece rischiano di scatenare una polemica sull'identità dividendo il settore agricolo e agroalimentare della nostra regione.

"In un momento difficile come questo, data la pesantissima crisi che l'intero comparto sta vivendo, non c'è assolutamente bisogno di creare queste imbarazzanti situazioni. E' da incompetenti - hanno continuato - legare in un unico marchio vino e agroalimentare dimenticando che nel settore vitivinicolo esiste uno slogan invidiatoci da tutto il mondo, che è 'Un vigneto chiamato Friuli', marchio che racchiude l'intera viticoltura regionale senza distinzioni, e accettato senza tentennamenti, da tutte le denominazioni vitivinicole regionali. Non solo, ma ultimamente la promozione turistica è stata sostenuta con uno slogan 'Friuli Venezia Giulia Ospiti di gente unica' che, indipendentemente da chi l'abbia coniato, racchiude proprio il significato più genuino di questa regione. La convivenza di culture latine, slave, germaniche, e ciò che esse producono, valorizzano i territori di appartenenza che sono veramente unici. Basti pensare che in pochi chilometri abbiamo la fortuna di coltivare prodotti tipicamente alpini e mediterranei.

"Come si può pensare - hanno concluso - che attraverso il lancio di uno slogan 'Friulano tipicamente friulano', che sotto il profilo della comunicazione è quasi ridicolo, che i produttori della Venezia Giulia piuttosto che quelli veneti sul confine occidentale, accettino una discriminazione che va non solo a banalizzare le loro produzioni, ma offende la loro identità?"

Gli esponenti dei Cittadini e Bruno Augusto Pinat ritengono che l'impegno più importante e propedeutico alle fortune del settore vitivinicolo, che deve essere gestito in maniera autonomo rispetto al settore agroalimentare, deve essere di creare una denominazione geografica regionale che comprenda tutte le produzioni del Friuli Venezia Giulia e mantenga in essere le altre denominazioni locali già esistenti, permettendo quindi ai nostri viticoltori di decidere in modo autonomo con quale denominazione andare sui mercati. Utilizzando la denominazione regionale o quella locale in base ai propri obiettivi enologici e al mercato che decidono di scegliersi.