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PD: Gabrovec, agricoltura, contrastare specie infestanti

02.04.2010
14:50
(ACON) Trieste, 02 apr - COM/DT - "Contrastare quella che è una vera e propria invasione di specie vegetali che provengono da altri continenti". È quanto chiede il consigliere regionale del PD-Skk Igor Gabrovec che ha fatto suo l'appello di alcune associazioni triestine.

"Sono piante infestanti che stanno colonizzando i paesaggi rurali, producono gravi danni all'agricoltura, intaccano gli equilibri delle specie autoctone e, nei casi più estremi, minacciando la salute umana. Pertanto, aggiunge l'esponente della minoranza slovena, la strada proposta è quella di un'integrazione alla norma regionale forestale con l'inserimento di un primo elenco di tre delle specie più pericolose. Elenco che dovrà prevedere il divieto di piantarle e coltivarle e, al contempo, dare il via a un serio monitoraggio unito a un progetto di divulgazione in materia".

Ne farebbero parte da subito l'ailanto, l'ambrosia artemisiifolia e il senecio inaequidens. L'ailanto, che arriva dalla Cina, è una delle specie legnose più invasive e provoca, con la sua rapida e inesorabile diffusione, una grave perdita del valore dei fondi. L'ambrosia artemisiifoliae è un erbacea nordamericana capace di produrre una quantità enorme di polline allergenico con conseguenze negative per la salute. Il senecio inaequidens si diffonde con particolare velocità nei vigneti, ed è pericoloso in quanto contiene alcaloidi epatotossici particolarmente nocivi per i bambini.

"Una bozza di legge già c'è, si tratta quindi di farvi convergere tutte le forze politiche, sottolinea Gabrovec. In questo modo una prima serie di interventi potrebbe partire nell'arco di quest'anno, magari con i fondi messi a disposizione dall'assestamento di bilancio.

Vanno assolutamente coinvolte anche le associazioni degli agricoltori che già da anni fanno i conti con un'espansione quasi inarrestabile, soprattutto dell'ailanto. La legge deve quindi prevedere anche l'assistenza tecnica e gli incentivi ai proprietari dei terreni perché possano liberarsi da queste piante così dannose", conclude.