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PD: Menis, sì a ddl università ma con qualche modifica

19.04.2010
16:31
(ACON) Trieste, 19 apr - COM/DT - Sostanziale apertura verso un provvedimento che viene giudicato "buono nelle intenzioni, ma perfettibile nell'applicazione". Questa, in sintesi, la posizione di Paolo Menis sulla riforma del sistema regionale di finanziamenti alle università che domani torna in Commissione.

Un obiettivo condivisibile, quello di razionalizzare i contributi, afferma il consigliere regionale del PD, peraltro ispirato a criteri di semplificazione invocati dagli stessi atenei, ma servono alcune modifiche per rendere il testo più efficace.

In primo luogo, sottolinea, è necessario prevedere l'inserimento di un meccanismo perequativo che recuperi, anche se in minima parte, lo sbilanciamento del finanziamento nazionale. In un contesto che vede un progressivo arretramento dell'intervento statale dalla ricerca, spiega Menis, bisogna pensare a qualcosa che permetta di appianare il gap esistente tra Udine e Trieste. Solo su questa base solidale sarà possibile attivare dei sani meccanismi di competizione tra gli atenei.

Il secondo punto da migliorare è lo stesso concetto di eccellenza, che sta alla base del disegno di legge: se passasse la proposta attuale della Giunta in cui i sistemi di valutazione - dalla cui decisione dipende l'assegnazione dei fondi - sono composti da membri in parte interni alle rispettive università, si rischierebbe un palese conflitto d'interesse, puntualizza l'esponente del Partito Democratico. Molto meglio allora prevedere un gruppo di lavoro esterno in grado di garantire terzietà e competenza.

Infine, auspico una maggiore attenzione nei confronti del diritto allo studio: chiediamo maggiori investimenti, grazie ai quali sarebbe possibile intervenire sulla scarsa mobilità sociale (che vede tra i laureati oltre il 90% provenire da una famiglia con un'alta formazione) per garantire quell'universalità del diritto alla conoscenza che costituisce uno dei punti deboli del sistema e su cui si registra una colpevole inerzia a livello nazionale".