Idv: su rigassificatore a Trieste solo aspetti negativi
(ACON) Trieste, 20 apr - COM/AB - L'Italia dei Valori riapre la
questione del rigassificatore di Zaule. Lo fa presentando
un'interpellanza alla Giunta regionale, a firma del capogruppo
Alessandro Corazza e del consigliere Enio Agnola. "Alla luce
della recente nota del soprintendente per i beni architettonici e
paesaggistici del Friuli Venezia Giulia che, rispondendo
all'Avvocatura dello Stato, riteneva opportuno per l'Avvocatura
stessa trovare un accordo con le controparti onde evitare i
relativi annullamenti dal TAR - si legge nel testo
dell'interpellanza - si chiede, tenendo conto anche dei vizi
procedurali e delle inesattezze riscontrate sul progetto, quale
posizione intenda assumere la Regione".
L'interpellanza chiede, inoltre, spiegazioni alle posizioni
politiche espresse da Tondo nella sua recente visita a Bruxelles.
"Siamo stati molto sorpresi - ha dichiarato Alessandro Corazza -
quando, ascoltando le dichiarazioni da Bruxelles del presidente
Tondo del 14 aprile scorso, lo abbiamo sentito dire che sarebbe
stato da sempre favorevole a un progetto on-shore del
rigassificatore. Eppure nel 2007, quando era deputato della
Repubblica e candidato in pectore alle elezioni regionali, si
dichiarava pubblicamente contrario anche al progetto a terra".
"Tondo deve spiegare cosa gli abbia fatto cambiare idea e perché.
Da quando è presidente della Regione ha dato dei sì superficiali
al progetto, senza aver mai fatto realmente un'analisi
profonda e attenta dei rischi intrinseci".
L'interpellanza dell'Italia dei Valori evidenzia molti vizi
procedurali, inesattezze e leggerezze del progetto preliminare e
ricorda i ricorsi presentati contro il progetto di Gas Natural
dai comuni di Koper-Capodistria (SLO), Muggia, San Dorligo della
Valle-Dolina, dall'Associazione Greenaction Transnational, da WWF
Italia e da Legambiente, rispetto ai quali il soprintendente
consiglia molta prudenza.
L'impianto di rigassificazione presenterebbe grossi problemi di
sicurezza. In caso di incidente le distanze di sicurezza
riscontrabili non sarebbero compatibili con quelle necessarie a
garantire la sicurezza delle persone operanti negli adiacenti
impianti a rischio di incidente rilevante e alle persone
gravitanti negli insediamenti antropici circostanti l'area
dell'impianto.
"Non si spiega inoltre - continua il dipietrista - perché siano
state fatte due procedura di VIA differenti, una per il
rigassificatore e una per il gasdotto, visto che una direttiva
europea dispone l'obbligatorietà di disporre a un'unica procedura
di valutazione d'impatto ambientale il progetto nella sua
interezza"
Nel dispositivo finale si fa anche riferimento alla forte
contrarietà al progetto espressa della Slovenia. "Il Governo
sloveno - spiega Corazza - ha recentemente avviato una procedura
contro l'Italia, con la quale si vuole dimostrare alla
Commissione europea che la costruzione del rigassificatore vicino
a Trieste violerebbe una serie di convenzioni internazionali e
alcune direttive europee.
Tondo dovrebbe spiegare, quindi - conclude Corazza - in che modo
intende affrontare il dissenso della Slovenia".