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Idv: su rigassificatore a Trieste solo aspetti negativi

20.04.2010
11:43
(ACON) Trieste, 20 apr - COM/AB - L'Italia dei Valori riapre la questione del rigassificatore di Zaule. Lo fa presentando un'interpellanza alla Giunta regionale, a firma del capogruppo Alessandro Corazza e del consigliere Enio Agnola. "Alla luce della recente nota del soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia che, rispondendo all'Avvocatura dello Stato, riteneva opportuno per l'Avvocatura stessa trovare un accordo con le controparti onde evitare i relativi annullamenti dal TAR - si legge nel testo dell'interpellanza - si chiede, tenendo conto anche dei vizi procedurali e delle inesattezze riscontrate sul progetto, quale posizione intenda assumere la Regione".

L'interpellanza chiede, inoltre, spiegazioni alle posizioni politiche espresse da Tondo nella sua recente visita a Bruxelles. "Siamo stati molto sorpresi - ha dichiarato Alessandro Corazza - quando, ascoltando le dichiarazioni da Bruxelles del presidente Tondo del 14 aprile scorso, lo abbiamo sentito dire che sarebbe stato da sempre favorevole a un progetto on-shore del rigassificatore. Eppure nel 2007, quando era deputato della Repubblica e candidato in pectore alle elezioni regionali, si dichiarava pubblicamente contrario anche al progetto a terra".

"Tondo deve spiegare cosa gli abbia fatto cambiare idea e perché. Da quando è presidente della Regione ha dato dei sì superficiali al progetto, senza aver mai fatto realmente un'analisi profonda e attenta dei rischi intrinseci".

L'interpellanza dell'Italia dei Valori evidenzia molti vizi procedurali, inesattezze e leggerezze del progetto preliminare e ricorda i ricorsi presentati contro il progetto di Gas Natural dai comuni di Koper-Capodistria (SLO), Muggia, San Dorligo della Valle-Dolina, dall'Associazione Greenaction Transnational, da WWF Italia e da Legambiente, rispetto ai quali il soprintendente consiglia molta prudenza.

L'impianto di rigassificazione presenterebbe grossi problemi di sicurezza. In caso di incidente le distanze di sicurezza riscontrabili non sarebbero compatibili con quelle necessarie a garantire la sicurezza delle persone operanti negli adiacenti impianti a rischio di incidente rilevante e alle persone gravitanti negli insediamenti antropici circostanti l'area dell'impianto.

"Non si spiega inoltre - continua il dipietrista - perché siano state fatte due procedura di VIA differenti, una per il rigassificatore e una per il gasdotto, visto che una direttiva europea dispone l'obbligatorietà di disporre a un'unica procedura di valutazione d'impatto ambientale il progetto nella sua interezza"

Nel dispositivo finale si fa anche riferimento alla forte contrarietà al progetto espressa della Slovenia. "Il Governo sloveno - spiega Corazza - ha recentemente avviato una procedura contro l'Italia, con la quale si vuole dimostrare alla Commissione europea che la costruzione del rigassificatore vicino a Trieste violerebbe una serie di convenzioni internazionali e alcune direttive europee. Tondo dovrebbe spiegare, quindi - conclude Corazza - in che modo intende affrontare il dissenso della Slovenia".