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IV Comm: esame Piano rifiuti proseguirà l'11 maggio

20.04.2010
15:10
(ACON) Trieste, 20 apr - DT - Non più semplicemente atto amministrativo ma da accompagnare a una vera e propria norma. Non più delibera, quella sulla bozza del Piano regionale decennale per la gestione dei rifiuti, ma disegno di legge della Giunta (anche se in questa materia la competenza della Regione non è primaria ma concorrente allo Stato) frutto di un tavolo di lavoro che veda insieme Regione, Comuni, Province e la presenza del presidente della IV Commissione consiliare Alessandro Colautti (Pdl), con pochi articoli, che comprenda anche la gestione dell'acqua, da esaminare in Aula magari a maggio. Una proposta, questa, avanzata alla Commissione dall'assessore all'Ambiente Elio De Anna e che ha visto d'accordo maggioranza e opposizione alla luce, soprattutto, di alcune modifiche nazionali che hanno abolito gli ATO.

Il superamento delle Autorità d'ambito, che organizzano, affidano e controllano la gestione del servizio pubblico integrato (acqua,rifiuti, trasporto pubblico locale, gas), ha spiegato l'assessore, pone dei problemi organizzativi: il 31 dicembre 2011, infatti, le concessioni su rifiuti e acqua si esauriranno, andranno a gara. Oggi tocca a questi, poi sarà la volta del gas e del trasporto pubblico. E allora occorre mettere in sicurezza il sistema, stabilire chi, tra Provincia e Comune, governerà i servizi. Il Piano comunque ha avuto il pregio di avviare una discussione politica. Nuovi impianti? Solo se risponderanno a criteri di efficacia, efficienza ed economicità. Dovremo intervenire anche sulle ecopiazzole, altrimenti ci ritroveremo sempre i rifiuti nei fossi, e dovremo aumentare la raccolta differenziata a Trieste. Infine, proprio sulla differenziata penso a un grosso investimento, una campagna informativa con le scuole, i Comuni e le Province, ha concluso De Anna.

E' un'occasione unica, mai è stato affrontato in modo così radicale questo tema, ha affermato il capogruppo del Pdl Daniele Galasso. Resta un tema scottante, quello di comprendere a quale soggetto pubblico assegnare le competenze. Dovremo adeguarci alla normativa nazionale ma pensare pure a un dispositivo che tenga conto dei nostri Comuni: allora, la pianificazione e l'organizzazione restino in capo alla Provincia, ma altri aspetti, come quello tariffario, si vincolino alle deliberazioni dei Comuni. Ancora: per 300 mila tonnellate all'anno di rifiuti non riciclabili (150 mila solo a Trieste), c'è un solo impianto in regione, proprio a Trieste: forse un altro, dislocato in modo intelligente, andrebbe pensato.

La differenziata per certi versi è un lusso, e comunque un costo, ha sostenuto Maurizio Bucci, Pdl. La realtà di Trieste, attraverso il termovalorizzatore, ha messo in moto un sistema particolare: circa 9 milioni di euro entrano nelle casse del Comune che è socio della struttura. Denaro che poi viene stornato al sociale. Le ripercussioni di una scelta ambientale diversa si riversano sul territorio.

Da parte dell'opposizione, via libera al tavolo di lavoro proposto dalla Giunta da parte di Gianfranco Moretton, capogruppo del PD. A preoccupare, però, ciò che la bozza scrive sugli impianti: da un lato si dice che quelli esistenti sono sufficienti, dall'altro si lascia mano libera alla discrezionalità. E questa è una palese contraddizione, non si può abbandonare la pianificazione. In più, va tolta dal Piano la questione del CDR-Q (combustibile derivato dai rifiuti selezionati, triturati e aggregati) per far sì che non proliferino.

Anche per Mauro Travanut, PD, i Comuni sono il cardine su cui tutto ruota, la Provincia è un ente più astratto, l'impostazione data a suo tempo del centrosinistra - quella dei municipi - è la soluzione da preferirsi. Finora pare che il centrodestra non abbia un'idea precisa, attendiamo una proposta seria, ma il Piano non si può dire che non sia buono.

Un parere condiviso pure da Stefano Pustetto, SA-SEL. Il metodo fin qui seguito è positivo perché si sono mostrati i numeri. Ma a essere fondamentale sarà la scelta, tutta politica, dell'obbligatorietà dell'ingresso dei privati nei servizi pubblici. Il pubblico ha un effetto calmierante, la maggioranza deve tenere salda la barra su questo.

Per Alessandro Corazza (Idv) la bozza punta sull'incenerimento che non è la giusta risposta nell'affrontare il tema dei rifiuti. Se spingiamo ulteriormente sulla raccolta differenziata non avremo bisogno di nuovi impianti, oltre a quello di Trieste. Che, ha ricordato, non raggiunge il 20% della raccolta differenziata. Basterebbe che il capoluogo regionale si sforzasse di più.

Infine, l'Ufficio di presidenza ha stabilito di proseguire i lavori della Commissione sul Piano rifiuti martedì 11 maggio.

(immagini tv)