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Idv: Corazza, piano rifiuti e contrarietà al Cdr-q

20.04.2010
18:07
(ACON) Trieste, 20 apr - COM/AB - In merito al Piano rifiuti regionale discusso in IV Commissione interviene il capogruppo di Italia dei Valori Alessandro Corazza, criticando il documento che, tra i tanti aspetti che tocca, "punta troppo sull'incenerimento dei rifiuti, che - stando alle Direttive europee - dovrebbe essere solo l'ultima ed eventuale fase della gestione dei rifiuti, e sul problema del Cdr-q che per questa Giunta riveste evidentemente un interesse maggiore rispetto alla salute umana e alla tutela dell'ambiente".

Ribadendo la posizione dell'Italia dei Valori in materia che si sintetizza nelle tre R - riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti - Corazza vorrebbe che il Piano regionale puntasse all'obiettivo rifiuti zero, mirando soprattutto alla riduzione della produzione di rifiuti prima ancora che al riciclo, evitando soluzioni dannose per la salute umana, come l'incenerimento, che vanno peraltro in senso opposto rispetto, ad esempio, alla logica delle domeniche senz'auto adottate da molti comuni proprio per contrastare l'inquinamento atmosferico.

In Regione vengono prodotte circa 600 mila tonnellate di rifiuti all'anno - ha spiegato Corazza - che dopo la raccolta differenziata diventano meno di 200 mila. Se si spingesse ulteriormente sul riciclo dei rifiuti, soprattutto in comuni come Trieste dove la differenziata non arriva nemmeno al 20%, non servirebbero ulteriori impianti di incenerimento, e si porterebbe addirittura la Regione all'interno dei parametri di raccolta differenziata imposti dalla legge. Un obiettivo raggiungibile perché Pordenone, ad esempio, in un solo anno e partendo col porta a porta del rifiuto secco non riciclabile, ha raggiunto il 75% di raccolta differenziata.

Resta da vedere, per Corazza, se la Regione davvero vuole raggiungere questi risultati, visto che "l'incenerimento è un business che fa gola a molti spesso anche al di là dei partiti di appartenenza". Corazza fa riferimento anche alla questione dei certificati verdi: "il paradosso - aggiunge - è che, mentre la normativa europea vieta l'utilizzo del Cdr-q come combustibile assoggettandolo alla normativa sui rifiuti, quale è effettivamente, la legislazione italiana addirittura premia chi li brucia, annoverandoli addirittura tra le fonti rinnovabili".

Corazza ha infine incalzato l'assessore sul fatto che sono ormai due volte che l'interpellanza che ha presentato come primo firmatario sull'utilizzo del Cdr-q nel cementificio di Fanna (PN) viene rimandata di seduta in seduta, assieme alle altre iniziative sul tema, per delle paventate esigenze di approfondimento dell'assessorato che si spera siano state finalmente fatte, visto anche che intanto il piano regionale sui rifiuti è già in approvazione in Commissione. "Ora attendiamo la risposta ufficiale all'interpellanza che pone anche altre questioni alle quali la Regione deve dare urgentemente seguito. La partita Cdr-q a Fanna non è chiusa, e ferma restando la nostra contrarietà all'incenerimento di rifiuti, continueremo a fare le opportune verifiche per vedere se le procedure autorizzative per la combustione di rifiuti in impianti industriali, che chiediamo che venga stralciata dal piano regionale sui rifiuti, rispettino tutte le direttive europee in materia".