Idv: Corazza, piano rifiuti e contrarietà al Cdr-q
(ACON) Trieste, 20 apr - COM/AB - In merito al Piano rifiuti
regionale discusso in IV Commissione interviene il capogruppo di
Italia dei Valori Alessandro Corazza, criticando il documento
che, tra i tanti aspetti che tocca, "punta troppo
sull'incenerimento dei rifiuti, che - stando alle Direttive
europee - dovrebbe essere solo l'ultima ed eventuale fase della
gestione dei rifiuti, e sul problema del Cdr-q che per questa
Giunta riveste evidentemente un interesse maggiore rispetto alla
salute umana e alla tutela dell'ambiente".
Ribadendo la posizione dell'Italia dei Valori in materia che si
sintetizza nelle tre R - riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei
rifiuti - Corazza vorrebbe che il Piano regionale puntasse
all'obiettivo rifiuti zero, mirando soprattutto alla riduzione
della produzione di rifiuti prima ancora che al riciclo, evitando
soluzioni dannose per la salute umana, come l'incenerimento, che
vanno peraltro in senso opposto rispetto, ad esempio, alla logica
delle domeniche senz'auto adottate da molti comuni proprio per
contrastare l'inquinamento atmosferico.
In Regione vengono prodotte circa 600 mila tonnellate di rifiuti
all'anno - ha spiegato Corazza - che dopo la raccolta
differenziata diventano meno di 200 mila. Se si spingesse
ulteriormente sul riciclo dei rifiuti, soprattutto in comuni come
Trieste dove la differenziata non arriva nemmeno al 20%, non
servirebbero ulteriori impianti di incenerimento, e si porterebbe
addirittura la Regione all'interno dei parametri di raccolta
differenziata imposti dalla legge. Un obiettivo raggiungibile
perché Pordenone, ad esempio, in un solo anno e partendo col
porta a porta del rifiuto secco non riciclabile, ha raggiunto il
75% di raccolta differenziata.
Resta da vedere, per Corazza, se la Regione davvero vuole
raggiungere questi risultati, visto che "l'incenerimento è un
business che fa gola a molti spesso anche al di là dei partiti di
appartenenza". Corazza fa riferimento anche alla questione dei
certificati verdi: "il paradosso - aggiunge - è che, mentre la
normativa europea vieta l'utilizzo del Cdr-q come combustibile
assoggettandolo alla normativa sui rifiuti, quale è
effettivamente, la legislazione italiana addirittura premia chi
li brucia, annoverandoli addirittura tra le fonti rinnovabili".
Corazza ha infine incalzato l'assessore sul fatto che sono ormai
due volte che l'interpellanza che ha presentato come primo
firmatario sull'utilizzo del Cdr-q nel cementificio di Fanna (PN)
viene rimandata di seduta in seduta, assieme alle altre
iniziative sul tema, per delle paventate esigenze di
approfondimento dell'assessorato che si spera siano state
finalmente fatte, visto anche che intanto il piano regionale sui
rifiuti è già in approvazione in Commissione. "Ora attendiamo la
risposta ufficiale all'interpellanza che pone anche altre
questioni alle quali la Regione deve dare urgentemente seguito.
La partita Cdr-q a Fanna non è chiusa, e ferma restando la nostra
contrarietà all'incenerimento di rifiuti, continueremo a fare le
opportune verifiche per vedere se le procedure autorizzative per
la combustione di rifiuti in impianti industriali, che chiediamo
che venga stralciata dal piano regionale sui rifiuti, rispettino
tutte le direttive europee in materia".