SA-PRC: Kocijancic su ddl Governo in materia portuale
(ACON) Trieste, 21 apr - COM/AB - Sul disegno di legge del
Governo che intende riformare la legislazione in materia
portuale, il consigliere regionale di SA-PRC Igor Kocijancic ha
tenuto una conferenza stampa per illustrare la sua posizione. Di
seguito riportiamo il commento.
"Venerdì scorso, 16 aprile, il Consiglio dei ministri ha
approvato un disegno di legge che ristrutturerà completamente
l'ordinamento portuale italiano, modificando la legge 84 del
1994. Un testo che arriverà alla discussione in Parlamento, dopo
ben nove anni di gestazione, svariate proposte e disegni di legge
presentati e accantonati, innumerevoli variazioni e cambi di
direzione. Nel 2009 i sindacati avevano proclamato per il 18
dicembre uno sciopero generale dei porti italiani, poi revocato a
fronte degli impegni assunti dal ministro Matteoli di rivedere
ulteriormente il testo.
Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri però
sembra andare tenacemente in direzione opposta e contraria a
quanto dichiarato dallo stesso ministro dei trasporti a operatori
portuali e sindacati e sembra non tenere in considerazione
l'elaborazione finora prodotta dalla Commissione Trasporti del
Senato.
In buona sostanza oggi, accanto alle preoccupazioni per un testo
che di fatto toglie l'autonomia finanziaria alle Autorità
portuali, ridefinisce le stesse e i criteri di nomina dei
presidenti escludendo qualsiasi ruolo degli enti locali
coinvolti, prevede procedure agevolate per i dragaggi, semplifica
e velocizza i procedimenti di approvazione dei piani regolatori
generali dei porti e le procedure di rilascio di concessioni ai
privati e - siamo al trionfo dell'ipocrisia - prevede norme per
stabilizzare il lavoro portuale attraverso al concessione della
Cassa integrazione (e sappiamo benissimo dove conduce questo
bizzarro concetto di stabilizzazione).
Va rilevata, a proposito, la più generale disattenzione e la
mancanza della minima reazione ai contenuti presentati e a questi
temi nella città porto di Trieste, dove si preferisce
fantasticare di superporti, mentre a Roma qualcun altro assume
decisioni in contrasto anche con i progetti condivisi
trasversalmente. A Genova, dove la vocazione portuale non si
enuncia solamente ma si pratica davvero, sono apparse svariate
dichiarazioni pubbliche su quotidiani locali e nazionali fin da
sabato scorso, stessa giornata in cui la stampa nazionale
pubblicava la notizia dell'avvenuta approvazione del disegno di
legge.
Prese di posizione forti e contrarie di Luigi Merlo, presidente
dell'AP genovese, del sindaco Marta Vincenti, del presidente
della Regione Liguria Claudio Burlando, dei deputati e senatori
liguri del PD, che hanno già preannunciato una massiccia campagna
di invio di cartoline di protesta a Matteoli, Tremonti e
Berlusconi. Sarebbe proprio il ministro Tremonti l'artefice
dell'articolo che - malgrado le promesse di Matteoli - esautora
le AP negando loro autonomia finanziaria e la possibilità di
reinvestire in infrastrutture portuali il 5% delle imposte dovute
(per Genova significherebbe poter disporre di 250 milioni di euro
all'anno da investire in opere nello scalo).
Pagine intere dedicate all'argomento, ricche di dichiarazioni
molto dirette e inequivocabili su quella che viene definita,
senza tanti giri di parole, la legge truffa, sul necrologio per i
porti, e via di questo passo. Genova si rivela anche questa volta
una città molto attenta ai problemi del suo porto e alle
questioni portuali in generale, un'attenzione che, a differenza
di Trieste, è condivisa dalle sue istituzioni politiche che
valutano contenuti, pregi e difetti degli stessi e le possibili
ricadute locali dei provvedimenti nazionali. Non come a Trieste,
dove ci sono voluti quasi sette anni per capire che il tracciato
della TAV-TAC doveva essere ridefinito (ed eravamo tra i pochi ad
averlo sostenuto fin dall'inizio).
Purtroppo sembra che dalle nostre parti nessuno abbia imparato la
lezione e compreso che disattenzioni di questo genere si pagano
nel tempo. E' sicuramente più gratificante vivere alla giornata e
rincorrere progetti faraonici, molto spesso perdendo il senso
della realtà - che come sempre affonda le radici nel lavoro vero
che viene svolto.
Esortiamo per l'ennesima volta a ripartire dalle condizioni e
dalle regole del lavoro per disegnare progetti veritieri e
onesti. Oggi, anche a Trieste, è necessario sostenere
l'opposizione al disegno di legge sui porti - se si vuole davvero
il rilancio del nostro scalo e quantomeno vedere realizzata la
piattaforma logistica. A chi continua a blaterare di superporti o
a proporre parchi del mare risponderemo con le parole, alquanto
riviste, del sommo poeta: innanzitutto rifletti, proponi e
lavora, non ti curar di lor ma guarda e passa".