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PD:Moretton, per la Ferriera serve forte intervento politica

27.04.2010
16:41
(ACON) Trieste, 27 apr - COM/ET - "La presenza di PM10 e di benzopirene nell'aria di Trieste continua a raggiungere e superare i livelli di guardia stabiliti dalla normativa, determinando una situazione ambientale sempre più degradata. In più si protrae e si aggrava lo stato di incertezza dei lavoratori della Ferriera per quanto riguarda la conservazione del posto di lavoro".

A rilevarlo il capogruppo del PD in Consiglio regionale Gianfranco Moretton, gruppo che aveva chiesto l'audizione, in III e IV Commissione degli assessori regionali Ciriani, De Anna, Kosic e Rosolen per conoscere la reale situazione dello stabilimento siderurgico di Trieste dal punto di vista sanitario e ambientale, di riconversione dell'impianto e di ricollocamento dei lavoratori.

"La questione della Ferriera e le sue traversie - dice Moretton - arrivano da lontano, più precisamente dagli anni '90, quando la Ferriera entrò in crisi e il rischio fallimento fu evitato grazie al coinvolgimento di tutte le istituzioni regionali e dei cittadini stessi. La legge Prodi che garantì l'apertura degli altiforni e la ricerca di un nuovo imprenditore: Lucchini. Allora la preoccupazione era legata esclusivamente al lavoro e alla perdita di un'importante attività produttiva di respiro regionale, che garantiva non solo alti livelli di occupazione, ma anche una produzione di notevole qualità che primeggiava in tutto il Paese.

"In poco più di 15 anni la nostra società ha però subito un'evoluzione della mentalità. E ciò che oggi preoccupa è l'impatto ambientale della Ferriera e la sua incidenza sulla salute dei cittadini, non solo di quelli che vivono nella zona di Servola. Già dal 2001 - continua il capogruppo PD - la questione centrale non è più stata tenere aperto lo stabilimento, ma chiuderlo al più presto e si è passati, nel corso di 10 anni, dalla volontà di chiudere e delocalizzare a quella di chiudere e riconvertire.

"In tal senso - sostiene Moretton - il sindaco Dipiazza dichiarò che la Ferriera avrebbe potuto essere chiusa nel 2009. Ad oggi però non è successo ancora nulla. Se avesse voluto, il sindaco grazie alle ordinanze avrebbe potuto farlo. Evidentemente non c'erano né gli estremi di legge (la società Lucchini in questi anni ha investito molto nel miglioramento ambientale per rientrare nei parametri definiti dall'Unione europea in materia di inquinamento acustico e dell'aria) né la volontà.

"Oggi siamo quindi in alto mare rispetto a una soluzione definitiva del problema, non conosciamo né i tempi né le procedure che porteranno alla chiusura e alla riconversione dello stabilimento. Il protocollo di intesa firmato da Regione, Comune e Provincia di Trieste e la proprietà esprime solo una volontà di intenti e niente più. Se l'obiettivo è la riconversione - evidenzia l'esponente dell'opposizione - non si definiscono però nel dettaglio tutti i passaggi e le azioni necessarie per portarla alla chiusura e alla riconversione. Siamo ancora più in alto mare se si pensa che la Ferriera poggia su un sito inquinato di interesse nazionale, sulla cui bonifica il Governo dovrebbe intervenire e invece è tutto fermo a un protocollo sottoscritto due anni fa dalla precedente Amministrazione.

"Il PD chiede quindi alla Giunta Tondo di fare di più. Chiede di smetterla con enunciazioni che rimangono tali, chiede più determinazione, chiede che si faccia subito un accordo di programma che definisca chi fa cosa, e soprattutto i costi per lo smantellamento dello stabilimento e per la bonifica della zona. È evidente che queste azioni dovranno essere accompagnate da un piano di ricollocazione occupazionale degli attuali dipendenti e da alternative produttive per l'indotto.

"Il PD - conclude Moretton - chiede che la politica intervenga in modo forte per evitare che la Ferriera muoia per asfissia e lasci in eredità alla città solo un enorme e irrisolvibile problema ambientale".