PD:Moretton, per la Ferriera serve forte intervento politica
(ACON) Trieste, 27 apr - COM/ET - "La presenza di PM10 e di
benzopirene nell'aria di Trieste continua a raggiungere e
superare i livelli di guardia stabiliti dalla normativa,
determinando una situazione ambientale sempre più degradata. In
più si protrae e si aggrava lo stato di incertezza dei lavoratori
della Ferriera per quanto riguarda la conservazione del posto di
lavoro".
A rilevarlo il capogruppo del PD in Consiglio regionale
Gianfranco Moretton, gruppo che aveva chiesto l'audizione, in III
e IV Commissione degli assessori regionali Ciriani, De Anna,
Kosic e Rosolen per conoscere la reale situazione dello
stabilimento siderurgico di Trieste dal punto di vista sanitario
e ambientale, di riconversione dell'impianto e di ricollocamento
dei lavoratori.
"La questione della Ferriera e le sue traversie - dice Moretton -
arrivano da lontano, più precisamente dagli anni '90, quando la
Ferriera entrò in crisi e il rischio fallimento fu evitato grazie
al coinvolgimento di tutte le istituzioni regionali e dei
cittadini stessi. La legge Prodi che garantì l'apertura degli
altiforni e la ricerca di un nuovo imprenditore: Lucchini. Allora
la preoccupazione era legata esclusivamente al lavoro e alla
perdita di un'importante attività produttiva di respiro
regionale, che garantiva non solo alti livelli di occupazione, ma
anche una produzione di notevole qualità che primeggiava in tutto
il Paese.
"In poco più di 15 anni la nostra società ha però subito
un'evoluzione della mentalità. E ciò che oggi preoccupa è
l'impatto ambientale della Ferriera e la sua incidenza sulla
salute dei cittadini, non solo di quelli che vivono nella zona di
Servola. Già dal 2001 - continua il capogruppo PD - la questione
centrale non è più stata tenere aperto lo stabilimento, ma
chiuderlo al più presto e si è passati, nel corso di 10 anni,
dalla volontà di chiudere e delocalizzare a quella di chiudere e
riconvertire.
"In tal senso - sostiene Moretton - il sindaco Dipiazza dichiarò
che la Ferriera avrebbe potuto essere chiusa nel 2009. Ad oggi
però non è successo ancora nulla. Se avesse voluto, il sindaco
grazie alle ordinanze avrebbe potuto farlo. Evidentemente non
c'erano né gli estremi di legge (la società Lucchini in questi
anni ha investito molto nel miglioramento ambientale per
rientrare nei parametri definiti dall'Unione europea in materia
di inquinamento acustico e dell'aria) né la volontà.
"Oggi siamo quindi in alto mare rispetto a una soluzione
definitiva del problema, non conosciamo né i tempi né le
procedure che porteranno alla chiusura e alla riconversione dello
stabilimento. Il protocollo di intesa firmato da Regione, Comune
e Provincia di Trieste e la proprietà esprime solo una volontà di
intenti e niente più. Se l'obiettivo è la riconversione -
evidenzia l'esponente dell'opposizione - non si definiscono però
nel dettaglio tutti i passaggi e le azioni necessarie per
portarla alla chiusura e alla riconversione. Siamo ancora più in
alto mare se si pensa che la Ferriera poggia su un sito inquinato
di interesse nazionale, sulla cui bonifica il Governo dovrebbe
intervenire e invece è tutto fermo a un protocollo sottoscritto
due anni fa dalla precedente Amministrazione.
"Il PD chiede quindi alla Giunta Tondo di fare di più. Chiede di
smetterla con enunciazioni che rimangono tali, chiede più
determinazione, chiede che si faccia subito un accordo di
programma che definisca chi fa cosa, e soprattutto i costi per lo
smantellamento dello stabilimento e per la bonifica della zona. È
evidente che queste azioni dovranno essere accompagnate da un
piano di ricollocazione occupazionale degli attuali dipendenti e
da alternative produttive per l'indotto.
"Il PD - conclude Moretton - chiede che la politica intervenga in
modo forte per evitare che la Ferriera muoia per asfissia e lasci
in eredità alla città solo un enorme e irrisolvibile problema
ambientale".