PD: Menis, manca riordino funzioni di vigilanza ambientale
(ACON) Trieste, 28 apr - COM/AB - Si continua a discutere se,
come e quanto sparare, ma la riforma del sistema di vigilanza,
non solo venatoria ma anche ambientale, ittica e faunistica, è
ancora al palo.
A sottolineare l'immobilità della Giunta regionale in materia è
Paolo Menis, consigliere regionale PD, che ha presentato
un'interrogazione sullo stato di attuazione della legge 6/2008.
In base a questa legge, spiega il democratico, già entro la fine
dello scorso anno avrebbe dovuto vedere la luce un riordino
complessivo delle funzioni di vigilanza ambientale sul territorio
regionale poiché il termine massimo previsto per il
raggiungimento di tale obiettivo era il 31 dicembre 2009.
Oltre alla normativa regionale, sono state ignorate anche le
indicazioni dell'ISPRA (che è anche l'organo di riferimento per
la Commissione europea) il quale, oltre a sollecitare l'urgenza
di una riforma sostanziale, dava anche precise indicazioni di
contenuto. Bisognerà intervenire per garantire un sistema che
consenta agli agenti venatori presenza adeguata sul territorio,
preparazione specifica e un'area da controllare di dimensioni
adeguate, dice in sostanza il documento orientativo, che chiude
con un preciso ammonimento "il loro utilizzo (degli agenti
venatori) in campi diversi dalla gestione faunistica risulterebbe
in netto contrasto con lo spirito della legge, oltre che con
esigenze reali e pressanti"
Sorda a questi richiami, la Regione ha invece promulgato la legge
9/2009 con cui si vuole assimilare polizia urbana e addetti alla
vigilanza faunistica e venatoria sia sul piano dell'accesso ai
ruoli che su quello della formazione e dei compiti. Altro che
corpo specifico. Anche la determinazione organica verrà stabilita
esclusivamente sulla base del numero dei residenti invece che con
l'attenzione alla superficie agro-silvo-pastorale, come invece
sarebbe logico attendersi in un corpo con compiti di sorveglianza
ambientale.
È l'ennesimo trucchetto per poter dirottare personale dal
presidio del territorio alla polizia urbana - conclude Menis - a
danno di quell'ambiente della cui tutela tutti si dicono
promotori ma che, nei fatti, pochi perseguono.