News


PD: Menis, manca riordino funzioni di vigilanza ambientale

28.04.2010
15:23
(ACON) Trieste, 28 apr - COM/AB - Si continua a discutere se, come e quanto sparare, ma la riforma del sistema di vigilanza, non solo venatoria ma anche ambientale, ittica e faunistica, è ancora al palo. A sottolineare l'immobilità della Giunta regionale in materia è Paolo Menis, consigliere regionale PD, che ha presentato un'interrogazione sullo stato di attuazione della legge 6/2008. In base a questa legge, spiega il democratico, già entro la fine dello scorso anno avrebbe dovuto vedere la luce un riordino complessivo delle funzioni di vigilanza ambientale sul territorio regionale poiché il termine massimo previsto per il raggiungimento di tale obiettivo era il 31 dicembre 2009. Oltre alla normativa regionale, sono state ignorate anche le indicazioni dell'ISPRA (che è anche l'organo di riferimento per la Commissione europea) il quale, oltre a sollecitare l'urgenza di una riforma sostanziale, dava anche precise indicazioni di contenuto. Bisognerà intervenire per garantire un sistema che consenta agli agenti venatori presenza adeguata sul territorio, preparazione specifica e un'area da controllare di dimensioni adeguate, dice in sostanza il documento orientativo, che chiude con un preciso ammonimento "il loro utilizzo (degli agenti venatori) in campi diversi dalla gestione faunistica risulterebbe in netto contrasto con lo spirito della legge, oltre che con esigenze reali e pressanti" Sorda a questi richiami, la Regione ha invece promulgato la legge 9/2009 con cui si vuole assimilare polizia urbana e addetti alla vigilanza faunistica e venatoria sia sul piano dell'accesso ai ruoli che su quello della formazione e dei compiti. Altro che corpo specifico. Anche la determinazione organica verrà stabilita esclusivamente sulla base del numero dei residenti invece che con l'attenzione alla superficie agro-silvo-pastorale, come invece sarebbe logico attendersi in un corpo con compiti di sorveglianza ambientale. È l'ennesimo trucchetto per poter dirottare personale dal presidio del territorio alla polizia urbana - conclude Menis - a danno di quell'ambiente della cui tutela tutti si dicono promotori ma che, nei fatti, pochi perseguono.