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PD: Lupieri, legge professioni, regolamento discriminatorio

28.04.2010
17:17
(ACON) Trieste, 28 apr - COM/DT - Contenuti stravolti e misure discriminatorie. Definisce così Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD, il regolamento attuativo messo a punto dalla Giunta Tondo della legge sulle professioni.

"Nella norma, approvata con la Giunta Illy e votata in modo trasversale, erano previsti interventi per consentire ai liberi professionisti di conciliare le loro esigenze lavorative con quelle della maternità e della paternità. Il testo - ricorda Lupieri - prevedeva inoltre di promuovere iniziative che consentissero alle persone fisicamente svantaggiate di esercitare l'attività professionale.

"Gli interventi previsti dal regolamento attuativo della Giunta Tondo vanno però a stravolgere i contenuti originari della legge, tanto che le misure previste appaiono persino discriminatorie nei confronti dei lavoratori dipendenti. Infatti - annota il consigliere - ne deriva che un libero professionista possa addirittura farsi sostituire da un collega, nei primi otto anni di vita del proprio figlio, anche per poche ore al giorno, ricevendo per un anno un contributo pari al 50% dei costi della prestazione del sostituto (fino a 35 mila euro). Tutto ciò costituisce un bel regalo, anche perché la condizione per avere il contributo è l'esistenza del figlio.

"Se un professionista invece, dovendo lavorare, deve pagare un educatore o un assistenze sociale che tenga il bambino (fino a 6 anni di età che diventano 18 se disabile), riceve un contributo pari al 50% della spesa per un massimo di 300 euro mensili per un anno (che diventano 600 se si tratta di disabile). Ma se un lavoratore dipendente affronta la stessa spesa per lo stesso motivo, perché non ha nessun contributo?

"Lo spirito della nostra legge regionale - sottolinea Lupieri - era di colmare le lacune che la legislazione nazionale aveva lasciato sul sostegno alla maternità (che in un certo senso garantiva servizi soprattutto ai lavoratori dipendenti). Ma il regolamento della Giunta Tondo va ben oltre un trattamento paritario tra dipendente e professionista, in un momento in cui certamente meglio sarebbe stato utilizzare queste risorse per contrastare le problematiche di tutti i lavoratori in difficoltà. E sarebbe stato meglio - conclude - individuare all'interno del regolamento della Carta famiglia le risposte più adeguate per i liberi professionisti".