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PD: Lupieri, nuova legge famiglia discrimina i bambini

03.05.2010
16:53
(ACON) Trieste, 03 mag - COM/DT - Commenta il disegno di legge sulla famiglia, che domani passerà l'esame dell'Aula, il consigliere regionale Sergio Lupieri.

"L'assessore Roberto Molinaro, portando un testo che discrimina i bambini che non sono frutto del matrimonio, si giustifica invocando quanto contenuto nel programma di governo del presidente Tondo e sottoscritto da tutta la coalizione di centrodestra, UDC compresa.

"Meglio sarebbe - fa notare l'esponente d'opposizione - che Molinaro e la Giunta garantissero tutti i minori, richiamando quanto previsto dalla Carta costituzionale all'articolo 2 (diritti inviolabili dell'uomo), al 3 (pari dignità tra i cittadini), al 30 (dovere dei genitori a mantenere e istruire i figli anche nati fuori dal matrimonio), all'articolo 31 (sostegno alle famiglie).

"Inoltre - aggiunge Lupieri - l'assessore dovrebbe spiegare quali saranno i criteri di priorità per le famiglie in possesso dei requisiti di cui all'articolo 29 della Costituzione (quelle sposate) e cosa arriverà alle altre, la cui presenza è particolarmente elevata nella nostra società. Perché la fotografia reale ci dice che la consistenza numerica delle famiglie nella nostra regione è tra le più basse d'Italia; i nuclei unipersonali sono in costante aumento (30,2% nel 2001, con un più 4% rispetto al 26,24% del 1991); diminuiscono le coppie con figli; crescono le famiglie formate da anziani o da un solo genitore.

"Occorre quindi una pluralità di risposte e una strategia di interventi integrata e coordinata. La legge sulla famiglia risulta anacronistica, di retroguardia, discriminatoria, ideologica. Se poi aggiungiamo che questo provvedimento penalizza profondamente chi non ha i requisiti della residenza, e quindi le stesse famiglie italiane di nuova immigrazione nel nostro territorio, si comprende come non aiuti l'integrazione e danneggi in modo particolare i bambini che rappresentano un importante strumento di inserimento per tutti quei genitori che provengono da altri Paesi.

"In definitiva, vengono penalizzati - conclude Lupieri - cittadini lavoratori italiani e stranieri che producono reddito in regione e che in regione versano imposte e tasse, e che non possono usufruire dei benefici di legge per assurde norme discriminatorie".