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CR: ddl famiglia, relatore di minoranza Agnola (5)

04.05.2010
12:11
(ACON) Trieste, 04 mag - DT - Nessuna ostilità a un'evoluzione dei servizi della prima infanzia, ma il provvedimento della Giunta lascia troppo spazio all'iniziativa privata, con il pericolo di vederne scadere la qualità. Riguardo alle modifiche della Carta famiglia, manteniamo una valutazione assolutamente negativa nel momento in cui viene introdotta una priorità a favore delle famiglie sposate.

Sono questi, in sintesi, i dubbi e le preoccupazioni di Enio Agnola (Idv), relatore di minoranza.

La valutazione preliminare a questo progetto di legge - ha affermato - è che tutti i servizi della prima infanzia, dai requisiti professionali e organizzativi alle strutture degli asili nido, tengano in considerazione che sono rivolti a bambini dai 3 mesi ai 3 anni, l'età evolutiva più delicata. Per questo il contesto in cui il bimbo è inserito non può essere casuale ma strutturato. E allora, se è bene che si aggiungano servizi integrativi, dovrebbero essere dotati di personale specializzato (guai a pensare che l'educatore possa essere anche il coordinatore). Strutture di supporto che per Agnola dovrebbero essere il più possibile pubbliche.

Ci auguriamo - ha aggiunto - che non vada a discapito del benessere dei bambini anche il pensionamento dell'autorizzazione comunale al funzionamento, sostituita dalla dichiarazione di inizio attività (DIA), pratica molto più veloce, ma speriamo altrettanto affidabile, anche perché i controlli verranno eseguiti dopo la dichiarazione di inizio attività.

Carta famiglia: la priorità dei contributi alle coppie sposate è un'ipoteca etica inaccettabile - ha sottolineato - su una materia che incide direttamente sui bisogni primari della famiglia. Non vi dovrebbe essere alcuna forma di limitazione all'accesso dei benefici se non quella delle condizioni economiche.

Valutiamo inoltre altrettanto negativamente la volontà di abrogare il sostegno alle famiglie con gravi situazioni socioeconomiche, alle coppie giovani, alle famiglie numerose e alle famiglie con persone disabili o di anziani non autosufficienti, ai nuclei monogenitoriali e alle famiglie in crisi: il nucleo familiare che contiene persone deboli va protetto e sostenuto.

Infine, è inaccettabile la pesante discriminazione in capo a chi non risiede in questa regione da un certo numero di anni: la volontà - ha concluso Agnola - è di disegnare una serie di opportunità di carattere sociale dalle quali vengono estromesse categorie di cittadini sulla base di motivazioni di carattere ideologico.

(segue)