CR: ddl famiglia, relatore di minoranza Agnola (5)
(ACON) Trieste, 04 mag - DT - Nessuna ostilità a un'evoluzione
dei servizi della prima infanzia, ma il provvedimento della
Giunta lascia troppo spazio all'iniziativa privata, con il
pericolo di vederne scadere la qualità. Riguardo alle modifiche
della Carta famiglia, manteniamo una valutazione assolutamente
negativa nel momento in cui viene introdotta una priorità a
favore delle famiglie sposate.
Sono questi, in sintesi, i dubbi e le preoccupazioni di Enio
Agnola (Idv), relatore di minoranza.
La valutazione preliminare a questo progetto di legge - ha
affermato - è che tutti i servizi della prima infanzia, dai
requisiti professionali e organizzativi alle strutture degli
asili nido, tengano in considerazione che sono rivolti a bambini
dai 3 mesi ai 3 anni, l'età evolutiva più delicata. Per questo il
contesto in cui il bimbo è inserito non può essere casuale ma
strutturato. E allora, se è bene che si aggiungano servizi
integrativi, dovrebbero essere dotati di personale specializzato
(guai a pensare che l'educatore possa essere anche il
coordinatore). Strutture di supporto che per Agnola dovrebbero
essere il più possibile pubbliche.
Ci auguriamo - ha aggiunto - che non vada a discapito del
benessere dei bambini anche il pensionamento dell'autorizzazione
comunale al funzionamento, sostituita dalla dichiarazione di
inizio attività (DIA), pratica molto più veloce, ma speriamo
altrettanto affidabile, anche perché i controlli verranno
eseguiti dopo la dichiarazione di inizio attività.
Carta famiglia: la priorità dei contributi alle coppie sposate è
un'ipoteca etica inaccettabile - ha sottolineato - su una materia
che incide direttamente sui bisogni primari della famiglia. Non
vi dovrebbe essere alcuna forma di limitazione all'accesso dei
benefici se non quella delle condizioni economiche.
Valutiamo inoltre altrettanto negativamente la volontà di
abrogare il sostegno alle famiglie con gravi situazioni
socioeconomiche, alle coppie giovani, alle famiglie numerose e
alle famiglie con persone disabili o di anziani non
autosufficienti, ai nuclei monogenitoriali e alle famiglie in
crisi: il nucleo familiare che contiene persone deboli va
protetto e sostenuto.
Infine, è inaccettabile la pesante discriminazione in capo a chi
non risiede in questa regione da un certo numero di anni: la
volontà - ha concluso Agnola - è di disegnare una serie di
opportunità di carattere sociale dalle quali vengono estromesse
categorie di cittadini sulla base di motivazioni di carattere
ideologico.
(segue)