SA-PRC: Kocijancic,verificare intenzioni Mangiarotti Nuclear
(ACON) Trieste, 04 mag - COM/AB - Vi è un aspetto delle
dismissioni industriali e produttive che è divenuto abbastanza
frequente negli ultimi anni e che risulta ancora non
sufficientemente indagato: sono le delocalizzazioni interne,
ovvero il trasferimento di settori produttivi che si mantengono
in ambito nazionale, ma in altri contesti regionali. Dal punto di
vista pratico, provocano lo stesso effetto di una
delocalizzazione in qualche remota landa dell'estremo oriente.
Potremmo ricordare i casi emblematici di tre recenti
delocalizzazioni a ovest dalla provincia di Trieste (Telit,
Smolars e Stock - tutte verso la Lombardia), che hanno comportato
la perdita complessiva di oltre cento posti di lavoro.
Lo mette in evidenza il consigliere regionale della SA-PRC Igor
Kocijancic che aggiunge.
Adesso la nostra regione diventa essa stessa meta di
delocalizzazione: il caso riguarda la Mangiarotti Nuclear, che
oltre a essere già presente con propri stabilimenti a Pannellia
di Sedegliano, vicino a San Giorgio di Nogaro (provincia di
Udine), si è recentemente insediata anche a Monfalcone, rilevando
gli ex capannoni della Ineos (già Adriaplast e ancora prima
Solvay) e ha già in parte risistemato - peggiorandone il contesto
ambientale - un sito industriale risalente agli anni '30 e non
privo di pregio e valore architettonico, non solo dal punto di
vista industriale, poiché si tratta di capannoni, ma anche di
edilizia residenziale - le ville in stile Liberty con ampi
giardini destinate ai dirigenti di allora della Solvay.
Domani sarà in Friuli Venezia Giulia una folta delegazione di
rappresentanti istituzionali di Sesto San Giovanni, RSU e
rappresentanze sindacali della Mangiarotti, che chiederanno di
essere sentiti anche dagli assessori regionali di riferimento
della nostra Regione. Cosa temono i lavoratori e i rappresentanti
istituzionali di Sesto San Giovanni? La protesta non è certamente
rivolta contro i lavoratori ex Ineos che dovrebbero essere
assorbiti nella nuova realtà produttiva (dovrebbero essere 40
lavoratori in mobilità, anche se per Monfalcone altre fonti
citano 200 nuovi complessivi posti di lavoro). La Mangiarotti
Nuclear, unica azienda in Lombardia che costruisce componenti
speciali per centrali nucleari, ha gli utili in netto attivo e la
delegazione vuol convincere l'azienda a trattare perché la
chiusura dell'impianto di Sesto significa perdere 118 posti di
lavoro, mentre in FVG ne verrebbero assunti solo 50 con il
contributo della Regione.
Il fatto stesso che vi siano queste discrepanze sui numeri,
ovvero sui posti di lavoro annunciati, che ancora non siano
chiari e certi gli impegni assunti dall'imprenditore in Lombardia
e in FVG sarebbero, da soli, motivo più che sufficiente per fare
chiarezza - aggiunge Kocijancic - quindi è opportuno che i nostri
assessori regionali incontrino i rappresentanti e sentano le voci
di Sesto San Giovanni per poter fare una doverosa verifica con i
propri omologhi lombardi. Va sottolineato che lo stabilimento di
Monfalcone dovrebbe occuparsi non già di produzione, bensì di
assemblaggio delle componenti di turbine nucleari, che a causa
delle grandissime dimensioni sono molto difficilmente
trasportabili su gomma o rotaia. Da qui la scelta di Monfalcone,
che offre la possibilità di sbocco diretto sul mare e di
trasporto su nave.
Non vorremmo scoprire - conclude Kocijancic - che il Gruppo
Camozzi, titolare della Mangiarotti Nuclear, riuscisse con
un'unica operazione a disattendere gli impegni presi in Lombardia
e in Friuli Venezia Giulia, accedere a contributi regionali (in
FVG e Lombardia) e statali (attualmente sono 70 i lavoratori
della Mangiarotti in cassa integrazione), assumere meno di quanto
pattuito e riuscire a mettere a segno anche grandi speculazioni
immobiliari: la sede della Mangiarotti di Sesto è oggetto di
grandi appetiti immobiliari e di riconversioni residenziali di ex
tessuto industriale e a Monfalcone la presenza di capannoni
Liberty e di vecchi edifici di pregio (le ex ville dei dirigenti)
potrebbe indurre la proprietà in ulteriori tentazioni anche sul
nostro territorio. Dopo un tanto, è preciso dovere di qualsiasi
istituzione seria pretendere chiarezza assoluta.