PD: Codega, legge famiglia inaccettabile e discriminatoria
(ACON) Trieste, 10 mag - COM/AB - Critiche alla legge sulla
famiglia piovono anche dal consigliere regionale del PD Franco
Codega.
A parte tutta una serie di rilievi di impostazione generale che
possono comunque rientrare in una normale dialettica politica, è
grave quanto avvenuto con l'approvazione dell'art. 30 bis, che
stabilisce tutta una serie di interventi sociali, tra cui il
sostegno alle gestanti in situazione di disagio economico, la
messa a disposizione di alloggi per le nuove famiglie, il
sostegno a genitori di minori che per diversi motivi subiscano
una riduzione del reddito (perdita di lavoro, decesso dell'unico
genitore percettore di reddito, e via dicendo), l'assegnazione di
voucher per l'accesso a servizi e prestazioni: vengono attribuiti
con priorità a favore dei nuclei familiari in cui almeno uno dei
genitori risieda da almeno 8 anni in Italia di cui almeno uno in
regione. Il che si aggiunge a quanto già previsto dai precedenti
articoli relativi al Fondo bebè, per i quali è richiesta la
residenza in Italia per almeno 10 anni e la Carta famiglia, per
la quale sono richiesti 8 anni di residenza.
Tutto questo, per Codega, è doppiamente inaccettabile.
In primo luogo perché amplia la discriminazione nei confronti dei
cittadini stranieri che, regolarmente presenti, lavorano, pagano
le tasse, contribuiscono alla produzione della ricchezza
regionale, portano il loro contributo alle casse della regione
alla pari dei cittadini italiani e hanno diritto ad usufruire
degli stessi servizi. In secondo luogo tale discriminazione,
particolarmente odiosa e incivile in quanto attuata verso i
bambini e i minori, è in totale contraddizione con quanto
affermato all'art. 24, e cioè che la legge assicura parità di
trattamento e considerazione per tutti i figli a carico.
Discriminazione dei minori, contraddizione totale: una legge che
doveva essere l'emblema della inclusione sociale, si è
trasformata nel suo esatto opposto.