PD: Pupulin su dati lavoro e disoccupazione di aprile
(ACON) Trieste, 10 mag - COM/AB - Intervento del consigliere
regionale del PD Paolo Pupulin su dati lavoro e disoccupazione di
aprile.
I dati del ricorso alla CIG in Friuli Venezia Giulia del mese di
aprile hanno visto una buona frenata. Confidiamo possano
rappresentare una boccata d'ossigeno per l'economia e il lavoro
della nostra regione. Le ore di CIG ordinaria sono scese dalle
883.619 ore di marzo alle 586.924 di aprile. Quelle straordinarie
da 1 milione 110.319 a 739.036. Quelle in deroga, che si
riferiscono alle piccole imprese artigiane, commerciali e dei
servizi, da 238.673 a 217.983. La riduzione generale è stata
significativa, dunque, con circa il 30% in meno ad aprile
rispetto al mese precedente, passando da 2.232.604 a 1.543.943.
Occorre usare subito questo segnale per adottare misure che
mettano le imprese nelle condizioni di ripartire nelle difficili
condizioni della nuova competizione internazionale. Bisogna cioè
uscire da quella logica puramente difensiva che ha caratterizzato
sinora l'azione di politica economica dell'amministrazione Tondo.
L'andamento del ricorso alla CIG non ha però avuto lo stesso
segno in tutte le province della nostra regione. Le anomalie più
particolari sono state: la provincia di Gorizia unica realtà dove
la CIG è in crescita, seppur di poco, passando da 171.345 ore a
185.685 a causa di un aumento notevole della CIG ordinaria; la
provincia di Pordenone che, pur con un taglio complessivo del 30%
delle ore CIG, vede un aumento notevole di quella straordinaria
che arriva a 137.959 ore rispetto a marzo, quando si erano
fermate a 69.395. Le province di Udine e Trieste, invece, hanno
visto contratto in modo significativo l'utilizzo della CIG,
fuorché quella in deroga.
Il versante più delicato rimane, in questa fase, quello della
disoccupazione in forte aumento, che colpisce soprattutto i
giovani precari e le persone over 45 che hanno perso il posto del
lavoro. Occorre agire con maggior coraggio e tempestività a
favore di questa parte a rischio del mercato del lavoro, con
progetti e soluzioni semplificate diverse da quelle che sembrano
essere state adottate nel regolamento sui lavori di pubblica
utilità, che prevedono modalità che allungheranno i tempi delle
risposte a bisogni che, al contrario, sono urgenti. La stessa
bozza del piano triennale del lavoro, da questo punto di vista,
persegue un'impostazione molto tradizionale, che non tiene conto
in modo efficace dell'emergenza disoccupazione.