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Pdl: Ciani, intervenga Tutore minori su campagna omofobia

17.05.2010
12:32
(ACON) Trieste, 17 mag - COM/AB - "La campagna pubblicitaria contro l'omofobia di Udine e Pordenone poco ha a che fare con l'omofobia stessa, ma molto con le rivendicazioni e le battaglie per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali. In pratica una bella evoluzione dei gay pride con le identiche finalità, ovvero l'orgoglio omosessuale. Chiederò ufficialmente che intervenga il tutore dei minori della Regione per analizzare compiutamente la campagna pubblicitaria e adottare ogni azione conseguente nella salvaguardia dei bambini".

Il commento è del consigliere regionale del Pdl Paolo Ciani, che sulla questione aggiunge.

"Nulla da eccepire sulle fantasie o sulle pratiche sessuali di ogni individuo che devono essere salvaguardate in quanto libertà individuali, ma queste ultime non devono e non possono mai incidere o prevaricare le libertà di altri, altrimenti è violenza".

"La campagna pubblicitaria in atto in questi giorni sul tema, che mescola prodotti enogastronomici e baci gay indicandoli come prodotti tipici friulani, è una provocazione assolutamente voluta che riempie d'orgoglio non chi fa battaglie contro i soprusi e le discriminazioni, compresa l'omofobia, ma chi ritiene che le coppie omosessuali debbano a tutti i costi potersi sposare, adottare figli. A tutti i costi, a costo di banalizzare i prodotti friulani, a costo di banalizzare la civiltà friulana, a costo di banalizzare gli affetti, di svilupparli con foto e slogan non per combattere l'omofobia al solo scopo di mettersi in mostra (come ai gay pride), né più né meno di qualche programma televisivo che si basa sugli scoop e sugli scandali perchè così fa audience".

"Ed allora se, giustamente nei programmi televisivi, deve comparire il bollino verde o rosso per indicare quando il programma o il film può essere visto dai bambini, credo che vi siano tutte le condizioni per far intervenire in proposito il Tutore dei minori del Friuli Venezia Giulia, perchè l'abbinata di immagini, prodotti e slogan della campagna pubblicitaria sono non solo una violenza nei confronti della stragrande maggioranza delle persone friulane, ma anche e soprattutto una violenza nei confronti dei bambini, giacché quanto meno lanciano messaggi diseducativi, ovvero modelli comportamentali che posso condizionare i più piccoli".