PD: Menis, sull'immigrazione serve legge organica
(ACON) Trieste, 20 mag - COM/ET - "Un piano è solo un'insieme
di azioni, magari coordinate tra loro, ma sicuramente non in
grado di garantire la prospettiva di lungo periodo che solo una
legge organica può. Una legge che per altro esisteva, ed è stata
frettolosamente abrogata." È la posizione del PD che, per bocca
del consigliere Paolo Menis, commenta la presentazione del Piano
immigrazione 2010.
"Non avevamo dubbi che la questione non fosse prioritaria per la
maggioranza - sostiene Menis - ma almeno con più tempo a
disposizione avrebbero potuto predisporre un documento di un
certo profilo, per garantire agli immigrati regolari (che qui
lavorano e pagano le loro tasse producendo circa il 10% del PIL)
una reale possibilità d'integrazione.
"Invece ci ritroviamo con quindici paginette di iniziative che
per lo più si preoccupano di inserimento e accoglienza,
evidenziando un approccio alla questione migratoria superficiale
e disorganico, tralasciando le misure di integrazione strutturale
che erano il perno del precedente piano triennale (2006-2008)
elaborato dal centrosinistra. In quel Piano si faceva un
ragionamento di lungo periodo, partendo dall'analisi del fenomeno
e delle sue criticità per articolare un mix di interventi su
tutti i fronti, basandosi forza su una legge, la 5/2005 che ormai
purtroppo è solo un ricordo.
"Le tre direttrici innovative del Piano 2010 sono, secondo il
consigliere, ben poca cosa se confrontate con i sedici capitoli
del progetto triennale a cui si stava lavorando che prevedeva tra
gli altri un Osservatorio per monitorare il fenomeno, un'Agenzia
per la gestione delle politiche abitative e azioni di
cooperazione di partenariato internazionale e scientifico".
Menis ritiene che la politica sull'immigrazione non sia contenuta
nel Piano 2010, ma nei continui requisiti di residenza che via
via vengono introdotti nell'accesso ai vari servizi sociali.
"È inutile parlare di integrazione e incolpare della sua mancata
realizzazione chi arriva nel nostro Paese - conclude il
consigliere del PD - se non si creano i presupposti (e questo
piano dovrebbe essere un atto fondamentale in tal senso) per far
sì che l'immigrazione possa stabilizzarsi e produrre ricchezza
nel settore lavorativo, tecnico e scientifico".