PD: riforma Comunità montane conferma perplessità iniziali
(ACON) Trieste, 20 mag - COM/AB - Intervengono sulla riforma
delle Comunità montane approvata dalla Giunta regionale i
consiglieri regionali del PD Franco Iacop, Sandro Della Mea e
Enzo Marsilio, che evidenziano come il provvedimento sia la
conferma di quelle che erano e sono ancora le nostre perplessità
su un intero percorso, annunciato dal presidente Tondo e avviato
con il commissariamento delle Comunità ancora un anno fa.
Permangono evidenti i distinguo interni alla maggioranza,
espressi dalle perplessità del capogruppo della Lega Nord
Narduzzi.
La norma non chiarisce a chi compete l'elaborazione delle
politiche e delle strategie per lo sviluppo endogeno e
sostenibile del territorio montano. Ma soprattutto rimangono
indefiniti una serie di aspetti fondamentali per le azioni di
governo dell'area montana. Non sono ancora individuate in maniera
compiuta le attribuzioni delle competenze tra i Comuni e le
previste unioni obbligatorie, e la partecipazione alle unioni dei
Comuni più popolati e di riferimento per i territori, e questo in
nome di logiche di favore verso i comuni maggiori (Tarvisio,
Tolmezzo, Cividale, tutti, guarda caso, amministrati dal
centrodestra).
È contraddittoria inoltre la previsione di unioni formate da
decine di comuni quali quelli del pordenonese e della Carnia,
rapportate a quelle molto più piccole del gemonese e delle valli
del Torre e del Natisone.
L'avviato percorso di confronto con il sistema delle autonomie
della montagna e gli auspicati interventi di correzione e di
aggiustamento non conferiscono alla riforma quelle indicazioni di
certezza in un percorso che ha invece l'unico risultato di
scardinare una realtà che da anni ormai opera in ambito montano -
tra l'altro promossa, nella sua articolazione, da Tondo nella sua
precedente esperienza da governo - e che viene sostituita oggi da
una gestione commissariale prolungata e da una alquanto incerta
data di avvio di una nuova forma di governo per lo sviluppo del
territorio.