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PD: chiusura Finest e Informest, scelta inaccettabile

25.05.2010
16:37
(ACON) Trieste, 25 mag - COM/AB - Nella legge 99/2009 "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia", che attribuisce delega al Governo per il riordino degli strumenti per l'internazionalizzazione, si fa riferimento anche a due importanti strumenti per le piccole e medie imprese della nostra regione: Finest ed Informest. In particolare, in una bozza di attuazione della legge si prevede la fusione, per incorporazione, di Finest in Simest e l'assorbimento di Informest in ICE, con la conseguente perdita di indirizzo e di operatività da parte della Regione di detti strumenti.

"Tale scelta risulta incomprensibile - dichiarano i consiglieri regionali del PD Moretton, Zvech, Iacop, Della Mea, Gerolin, Marsilio e Pupulin - considerando che Finest e Informest costituiscono oggi un importante patrimonio per l'intera regione e sono strumenti vitali a supporto dell'area del Paese a maggior intensità di piccole e medie imprese vocate all'internazionalizzazione".

Dalla stampa è emersa inoltre la notizia di un incontro al ministero degli Esteri al quale avrebbero partecipato anche il presidente della Regione Renzo Tondo e l'assessore competente Federica Seganti, nel corso del quale si sarebbe ipotizzato un percorso diverso dalla succitata bozza e più genericamente orientato al coordinamento operativo delle due strutture locali.

Il gruppo del PD ritiene contrario a ogni politica di tipo federalista, e quindi inaccettabile, l'accorpamento di due strumenti del nostro territorio in strutture nazionali. In tal senso ha presentato una mozione chiedendo l'impegno del presidente Tondo ad adoperarsi presso il Governo nazionale affinché sia scongiurata ogni ipotesi di scioglimento di Finest e Informest in strumenti nazionali, con la conseguente perdita di valore e del bagaglio di conoscenze, ma soprattutto di strumenti a supporto del nostro sistema delle imprese. E ha chiesto di riferire in Consiglio regionale qualora si giungesse a una diversa articolazione operativa tra le strutture regionali vocate all'internazionalizzazione.