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I Comm: audizione Insiel, sindacati e consiglieri (2)

26.05.2010
15:01
(ACON) Trieste, 26 mag - DT - Garanzie sulle risorse. Prospettive chiare per il dopo convezione con la Regione, che scadrà il 31 dicembre 2014. Un piano industriale latitante e una formazione bloccata da mesi. Sono le richieste e le osservazioni mosse dai sindacati ai vertici di Insiel durante l'audizione in I Commissione consiliare. Ma RSU di Trieste e Udine, FIOM-CGIL e FIM-CISL hanno detto anche altro: che serve una guida tecnica esperta e competente sul fronte delle tecnologie, che sia in grado di fare altro oltre che ordini di servizio.

L'obiettivo di una maggior efficienza? Non c'è stato, quello che c'è è una gran confusione e una sovrapposizione di ruoli, hanno dichiarato. Una situazione di stallo pericolosa: se a breve non verranno garantite delle commesse, Insiel collasserà. E poi non si conosce il piano triennale di investimenti, nemmeno sono chiari gli interventi all'estero. E bisogna ragionare insieme - hanno aggiunto le forze sindacali - su una legge di riforma della Spa regionale che possa determinare responsabilità e modalità di conduzione dell'azienda.

I sindacati hanno portato anche dei numeri, in particolare sui corsi di formazione: si è parlato di 4180 ore per 667 lavoratori dei 735 oggi in Insiel. Da queste, però, vanno dedotte quelle non destinate al recupero delle competenze, che sono 333,5 per 667 di partecipazione a riunioni organizzative. Seicentosedici giorni sono stati dedicati alla formazione obbligatoria su privacy e sicurezza, 1294 giorni invece sono stati impiegati per il trasferimento di competenze tra Insiel e Insiel Mercato dopo la scissione di quest'ultima. E poi ci sono le giornate di formazione erogate agli amministrativi. Morale: la formazione specifica quindi ha occupato, in un anno, 2,5 giornate a lavoratore. Capitolo esuberi: i dirigenti parlano di 120, ma non è vero, non ci sono perdite di bilancio per giustificarli. Tant'è che la società informatica ha prodotto due milioni di utili. Gli esodi incentivati per mandare in pensione chi ormai è tecnologicamente obsoleto? A invecchiare sono i computer, casomai. Le persone, invece, portano un bagaglio di esperienza tecnica fondamentale, hanno ribattuto in conclusione.

Da parte dei consiglieri, ad aprire il dibattito è stato Gianfranco Moretton. Per il capogruppo del PD per dare nuovo slancio occorre una legge di riforma, innanzitutto, che possa accrescere, con la messa in campo di nuove azioni da parte dei vertici, il livello di efficienza di Insiel. Non è chiaro, sul fronte esuberi, se ci sono dove andranno, mentre la novità positiva è rappresentata dal piano triennale, utile a chiarire le linee di sviluppo e rilancio. Si intuisce, però, la mancanza di dialogo tra l'azionista di riferimento (la Regione) e la società.

E se Franco Brussa, sempre del PD, e Maurizio Salvador, UDC, hanno formalizzato la richiesta di un'ulteriore audizione, Franco Baritussio (Pdl) auspica vi sia un tavolo di dialogo e di sintesi per affrontare la sfida del rilancio. Si parla di un'internazionalizzazione negli interventi, è un dato assai positivo.

Infine Piero Colussi, dei Cittadini, si è soffermato sul piano industriale: senza questo non si può andare avanti, ma è anche vero che le prospettive della società, che devono essere definite dalla Regione, non sono chiare. E ha lanciato una proposta, per ottimizzare i costi: che Insiel diventi anche centro di acquisto software.

(fine)