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Pdl: Novelli su accorpamento OGS Trieste a CNR

29.05.2010
20:22
(ACON) Trieste, 29 mag - COM/AB - "Evitare la chiusura dell'Istituto di oceanografia e geofisica sperimentale di Trieste o, in alternativa, nel caso venga deciso un accorpamento con il CNR, adottare criteri per razionalizzarne l'operato e finalizzare le linee di ricerca assicurandone la specificità".

E' quanto chiede il consigliere regionale del Pdl Roberto Novelli in un'interpellanza presentata alla Giunta.

"A fronte della manovra economica da 24 miliardi presentata dal Governo - rileva Novelli - e giustificata dalla necessità di provvedere al taglio o alla soppressione di enti inutili, si è profilata l'ipotesi di scioglimento dell'OGS o del suo eventuale accorpamento con il CNR".

"L'OGS, che ha sede a Trieste, è strutturato in cinque dipartimenti, tra i quali vi è anche il Centro sismografico di Udine, di rilievo soprattutto a seguito della sismicità del territorio regionale e degli eventi legati al terremoto del 1976, ma la cui attività operativa ha riflessi anche nel vicino Veneto".

"Oltre a svolgere e promuovere studi e ricerche nei campi dell'oceanografia, geofisica, sismologia e biologia del mare - prosegue l'esponente del Pdl - l'OGS rappresenta una realtà di primo piano non solo in ambito regionale. L'Ente gode, infatti, di riconoscimenti sia in Italia che all'estero, anche per la capacità e professionalità del personale e riceve finanziamenti per circa 15 milioni di euro l'anno dallo Stato e altrettanti dai privati e dalle imprese che richiedono attività di ricerca".

"L'ipotesi di accorpamento, che sembrerebbe sia stata decisa senza consultare i rappresentanti dell'Ente e il ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, potrebbe comportare una forte riduzione delle risorse assegnate all'Istituto, compromettendo l'attività di ricerca e l'autonomia dipartimentale raggiunta. Allo stesso tempo verrebbe penalizzato il raggiungimento degli obiettivi programmati".

"Per tutti questi motivi - conclude Novelli - chiedo alla Giunta regionale di intraprendere un'opera di mediazione con il Governo nazionale per evitare la chiusura di uno dei maggiori enti di ricerca italiani e internazionali".