CR: nuova composizione Giunta, dibattito (3)
(ACON) Trieste, 03 giu - ET - A seguito delle comunicazioni del
presidente della Regione Renzo Tondo sulla modifica della
composizione della Giunta, in Aula si è sviluppato un dibattito.
Il presidente Tondo non riconosce la propria autonomia e
sostituisce sé stesso con figure minori: un segretario di partito
e un sottosegretario. Per Mauro Travanut (PD) le beghe di una
parte della regione non dovrebbero influenzare le decisioni che
riguardano tutto il territorio.
Presidente, sia presidente fino in fondo e gestisca la sua
squadra in autonomia. Questo è stato l'appello di Alessandro
Tesini (PD), che ha sottolineato come i poteri del presidente non
posano essere usati a fasi alterne, in base alla convenienza. La
Giunta è assolutamente affare del presidente e non di maggiorenti
di partito.
L'individuazione del candidato presidente della Regione è stata
fatta tramite l'accordo tra partiti ed è stata poi legittimata
dal voto popolare. Discutere del metodo con il quale il
presidente, date queste premesse, assume le proprie decisione è
un atto di enorme ipocrisia, secondo Antonio Pedicini (Pdl). La
vera riflessioni da fare è sulla funzione e forma dei partiti e
sulla partecipazione.
Tondo è caduto in uno dei peggiori vizi della I Repubblica,
cedendo agli interessi particolari dei partiti. Alessandro
Corazza (Idv) si augura che la sostituzione non rallenti le
azioni di contrasto alla crisi e che il nuovo assessore dimostri
altrettanta autonomia di pensiero, come la Rosolen.
Il rimpasto in Giunta come la vicenda di Eluana Englaro. Stefano
Pustetto (SA-SEL) fa il paragone sostenendo che, come in quella
occasione, anche questa volta Tondo avrebbe dovuto difendere
pubblicamente e da presidente un cittadino dagli attacchi, quella
volta di un ministro, ora dei partiti. Il presidente sceglie in
base a interessi di parte e non a difesa di quelli collettivi.
(segue)