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CR: respinta mozione su nuova composizione Giunta (5)

03.06.2010
16:06
(ACON) Trieste, 03 giu - ET/DT - Con 30 voti contrari e 21 favorevoli (nessun astenuto) il Consiglio regionale ha respinto l'ordine del giorno sottoscritto da tutto il PD in seguito alla revoca dell'incarico da assessore di Alessia Rosolen.

Il documento stigmatizzava la scarsa autonomia e il poco rispetto del ruolo istituzionale da parte del presidente della Regione Renzo Tondo. La sostituzione della Rosolen con Angela Brandi non è - a parere del gruppo d'opposizione - assolutamente da ricercare nell'inadeguatezza dell'assessore uscente, ma solo la conseguenza di beghe interne al Pdl triestino.

Nominando il settimo assessore esterno su dieci in Giunta, cedendo a pressioni partitiche che nulla avrebbero a che fare con le ragioni dell'efficienza e efficacia dell'azione di governo, Tondo - finiva così l'ordine del giorno - ha abdicato al suo ruolo e alla sua autonomia, cedendo all'invadenza dei partiti.

Secondo Igor Kocijancic (SA-PRC), che è intervenuto nel dibattito generale, assistiamo a una delle pagine peggiori di questa legislatura, dove al posto della promessa riduzione dei costi della politica, ci sono 7 assessori esterni su 10. La connessione tra istituzioni e politica può essere declinata in vari modi, ma la coerenza tra atti e programmi elettorali sarebbe auspicabile mantenerla.

Per Edoardo Sasco (UDC), invece di una discussione su questioni interne a un partito ci sarebbe altro da fare, visto il carico di leggi da esaminare che attende. Una Giunta, per operare, ha bisogno di armonia politica, una condizione essenziale per la buona conduzione dei lavori. Tondo ha dimostrato di saper ascoltare, una virtù e non un difetto, un cambiamento rispetto a Illy.

Nel dibattito è intervenuto anche Piero Camber (Pdl) precisando che in quanto presidente della VI Commissione non ha mai cercato contrasti con alcun assessore, Rosolen in primis, respingendo così le affermazioni del consigliere Brussa.

Gianfranco Moretton (PD) è entrato nel concreto dell'ordine del giorno depositato dal suo gruppo sull'avvicendamento in Giunta. I punti focali sono tre: i costi della politica, la modalità della sostituzione, la perdita autorevolezza e autonomia del presidente. È una questione interna al Pdl - ha detto Moretton - uno scontro titanico e feroce e abbiamo visto un presidente che si arrende, accettando condizionamenti partitici esterni al Consiglio.

Il Consiglio regionale non è il luogo adatto dove affrontare questioni interne al Pdl e dove rendere conto di azioni compiute in sedi diverse e in maniera legittima. Per Alessia Rosolen (Pdl), quanto è successo è l'epilogo di qualcosa che ha poco a che vedere con la politica. "Non sono una vittima, ho aperto coscientemente una breccia perché si intravedesse cosa accade nella politica triestina, ben consapevole delle conseguenze e tenendo distinti il mio agire politico da quello di assessore". La Rosolen ha espresso rammarico per una vicenda che ha investito il territorio in una fase delicata e per la pessima gestione della questione, gestione che ha intaccato i risultati di questi due anni e ha dato un segnale di debolezza istituzionale. Da questa vicenda, per la consigliera, la politica esce sconfitta. In conclusione la Rosolen ha ringraziato tutti quelli che hanno collaborato con lei e anche il presidente Tondo per averle dato l'opportunità di fare quello che poteva per la sua terra. "La mia vicenda - ha concluso l'ex assessore - dimostra come ci sono valori non negoziabili, principi che non si barattano con un posto in Giunta e atti che raccontano chi si è".

Per Daniele Galasso (Pdl) il PD ha tentato di trarre profitto da una situazione difficile, dolorosa, interna però al Pdl. Costi della politica? E' stato il centrosinistra a inaugurare la stagione degli assessori esterni. Siamo tutti qui su un mandato, che è politico e territoriale, e quando certi nodi non si riescono a sciogliere qualcuno ha il dovere di tagliarli e il garante è il presidente Tondo.

Oggi siamo qui a fare i conti con la nostra storia, a rivendicare con orgoglio la nostra adesione a un partito, ha dichiarato nella replica il presidente Tondo. Io ho sempre aderito a un partito con la coscienza precisa di sapere quello che andavo a fare, se non vi appartenessi non sarei stato candidato e non avrei vinto le elezioni. E sulla legge elettorale Tondo ha ripetuto: ho un profondo rispetto per l'Aula e i partiti, non era migliore quel sistema dell'uomo solo al comando, le elezioni ce lo hanno dimostrato. Bisogna ascoltare, tentare di mediare, e poi decidere, scegliere. Mi sono preso la responsabilità di aver tolto dal dibattito mediatico un nodo che rischiava di bloccare l'attività politica. Oggi si riparte con un percorso di saggia amministrazione e di lealtà verso i cittadini.

Replicando a Pustetto, Tondo è tornato anche sulla vicenda Englaro. Su Eluana non ho scelto la strada mediatica, se non mi fossi comportato così il problema sarebbe ancora lì, non si sarebbe risolto. Ho preso una decisione e non l'ho coniugata a mio vantaggio.

Sull'assestamento di bilancio Tondo ha precisato di essere pronto al confronto. Abbiamo lavorato su Insiel, infrastrutture, debito, ha detto: fossero solo questi tre elementi a caratterizzarci in due anni e poco più di legislatura, potremmo dire di avere già le carte a posto.

(segue)