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Pens: Ferone scrive a Tondo su aumento età pensione donne

08.06.2010
13:35
(ACON) Trieste, 08 giu - COM/AB - Il consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone ha inviato la seguente lettera al presidente della Regione Renzo Tondo, relativa all'innalzamento dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego, invitandolo a far sentire la propria voce a sostegno delle buone ragioni dell'Italia, da contrapporre alle imposizioni della Commissione Ue Giustizia e Diritti civili che pretende l'adozione di questa misura già a partire dal 2012.

"La pesante interferenza dell'UE sui problemi pensionistici italiani rischia di creare una situazione gravissima a danno delle donne del pubblico impiego. Infatti, se l'imposizione della Commissione Ue Giustizia e Diritti civili tesa a elevare dal 2012 a 65 anni l'età pensionabile delle donne del pubblico impiego sarà recepita dal Governo italiano, si avrà uno stop al pensionamento per le lavoratrici donne di questo settore per 7 anni e questo è semplicemente assurdo. "Nel 2009 sono andate in pensione, per l'ultima volta, le donne che hanno compiuto 60 anni. Attualmente non vi sono donne del pubblico impiego al lavoro che compiono i 61 anni per il semplice fatto che chi l'anno scorso ne aveva 60 è già andato in pensione. Il primo gennaio 2011 entra in vigore la manovra governativa che prevede, per coloro che raggiungono i 61 anni nel 2011, il pensionamento nel 2012. Nel 2012, se passa l'imposizione Ue, scatterebbe il requisito dei 65 anni, quindi non ci sarà nessuna donna che potrà andare in pensione di vecchiaia sino al 2016 e quindi il pensionamento per le donne del pubblico impiego, sempre se l'Italia asseconderà le richieste Ue, riprenderà il primo gennaio 2017. Altro che parità e tutela delle donne: si è trasformato la possibilità di andare volontariamente in pensione a 65 anni con l'obbligo di permanere altri anni al lavoro. "Come rappresentante del Partito Pensionati sono stato, da subito, contrario a ogni innalzamento dell'età pensionabile per le donne del pubblico impiego, anche perché consapevole della forte possibilità che tale provvedimento sia esteso alle donne che lavorano nel settore privato e nella considerazione che, nel nostro Paese, le donne svolgono un'azione di supplenza alla scarsa attenzione delle istituzioni verso i problemi della famiglia che, per storia, consuetudine e tradizione, ricadono su di loro. "Forse l'Europa avrebbe fatto bene a intervenire per invitare il Governo a un maggiore impegno per assicurare asili nido, maggiore aiuto e assistenza a chi ha disabili in casa, anziani, malati. Parlare di diritti delle donne elevando l'età pensionabile, quale rappresentante del Partito Pensionati, credo sia semplicemente sconcertante.

"C'è da chiedersi dov'è la nostra sovranità nazionale. L'Europa deve essere sempre presente e non solo per bacchettare e interferire inopportunamente nelle scelte dei Paesi membri. Questa non è l'Europa dei popoli, è l'Europa dei burocrati e non ci piace.

"Credo sia il caso che anche la Regione Friuli Venezia Giulia faccia sentire la propria voce a sostegno delle ragioni del nostro Paese, dal momento che il Governo italiano aveva scelto la strada della gradualità nella previsione di portare l'effettivo innalzamento dell'età pensionabile, per le donne del pubblico impiego, a 65 anni, nel 2018, anche se la recente manovra economica varata dal Governo anticipava, addirittura, al 2016 la gradualità dell'innalzamento in questione".