PD:Menis, emergenza carceri non si risolve con nuove strutture
(ACON) Trieste, 28 giu - COM/MPB - Il consigliere regionale del
Partito Democratico Paolo Menis, in una nota, evodenzia che pochi
giorni fa è stato approvato il nuovo piano carceri che prevede
la costruzione di 11 nuove strutture, inclusa quella di
Pordenone, la cui ultimazione è prevista tra la fine del 2011 e
l'inizio del 2012. Una soluzione al sovraffollamento, nelle
parole del super commissario nazionale delegato alla gestione
dell'emergenze, Franco Ionta che però non convince però il
consigliere che esprime le sue perplessità.
Menis ricorda di essere da tempo in prima linea su questo
argomento e di conoscerlo particolarmente bene avendo da poco
concluso, insieme alla collega di partito ed europarlamentare
Debora Serracchiani, un lungo percorso di approfondimento
visitando negli ultimi mesi tutte e cinque le strutture detentive
regionali.
"Un'occasione unica, afferma il consigliere, per rendersi conto
che in realtà il problema del sovraffollamento carcerario, come
viene impropriamente chiamato, è molto più complesso. A mancare
sono le strutture certo, ma non solo, il problema vero è come mai
abbiamo così tanti detenuti e cosa possiamo fare per risolvere la
situazione in maniera permanente evitando semplicemente di
rinviarla nel tempo.
"A oggi in Italia, spiega Menis, esistono 206 carceri con circa
44 mila posti letto regolamentari ma vi risultano reclusi oltre
68 mila detenuti di cui il 40% in attesa di giudizio. Il problema
però non è solo chi in carcere c'è già, ma anche quello che
accadrà nel prossimo futuro. Con i tassi di incremento della
popolazione carceraria attuali il "piano carceri" sarebbe inutile
ancora prima di essere terminato. Saremmo punto e a capo, solo
con qualche metro cubo di cemento in più. Serve un'analisi seria
del problema, partendo dai dati. Il primo e più importante: quasi
la metà dei reclusi non ha una condanna definitiva e molti sono
in attesa addirittura del primo giudizio.
"In Friuli Venezia Giulia, alla data del 30 aprile 2010 (fonte
Ministero della Giustizia) risultano detenute 900 persone, di cui
875 maschi e 25 femmine, oltre il 60% sono stranieri e uno su
quattro è in attesa di primo giudizio.
"Evidentemente c'è qualcosa che non funziona nel sistema
complessivo di gestione delle pena. Secondo le associazioni che
lavorano nel settore, prosegue Menis, sono almeno 8.000 l'anno le
istanze di misure alternative da parte di detenuti per reati non
gravi che vengono rigettate dai Tribunali di Sorveglianza per
l'impossibilità di effettuare controlli puntuali in mancanza di
personale idoneo. Se venissero accolte risolverebbero non solo
una parte del problema del sovraffollamento ma soprattutto
permetterebbero di recuperare moltissime risorse con cui potremmo
realizzare un "piano carceri" realmente efficace ed a costo zero.
"Basterebbe - suggerisce Menis - assumere 700-1.000 unità del
Corpo di Polizia Penitenziaria per attivare un circolo virtuoso
che punti sui progetti di recupero, un obiettivo possibile e
proficuo sia sul piano sociale che su quello economico. Un
detenuto in affidamento sociale - dicono i dati - costa un decimo
di un detenuto in carcere, meno di 20 euro al giorno.
"Con i 500 milioni di euro del piano carceri si potrebbero 10
mila progetti tutorati, che - conclude il consigliere - sono una
condizione di sicurezza dal momento che il tasso di recidiva di
chi sconta la pena con una misura alternativa è del 30% contro il
68% di chi sconta l'intera pena in carcere".