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PD: Codega, no a discriminazioni verso immigrati

02.07.2010
19:23
(ACON)Trieste, 02 lug - COM/MPB - "Finalmente il regime discriminatorio verso gli immigrati sta perdendo i pezzi, ad uno ad uno".

A dirlo è il consigliere del Partito Democratico Franco Codega in una nota nella quale evidenzia che "l'emendamento approvato dall'intero Consiglio regionale in sede di assestamento di bilancio, riapre a tutti gli stranieri, comunitari e non comunitari, l'accesso al sistema integrato dei servizi".

"Ciò significa - sottolinea il consigliere - che non possono essere posti requisiti di residenzialità per accedere alle misure previste dall'art. 6 della stessa legge e cioè alle misure di contrasto alla povertà, agli interventi di sostegno ai minori, di sostegno alle responsabilità familiari, alle donne in difficoltà e via dicendo. La sentenza R.L. n. 530/10 del 30 giugno del giudice di Udine, che ribadisce il diritto al bonus bebè di un cittadino rumeno residente in regione e condanna il comune di Latisana, va nella stessa direzione. Ora però è necessario un pronto atto di coerenza da parte della Giunta regionale: deve disporre la disapplicazione, fino ad abrogazione da parte del Consiglio regionale, di tutte quelle norme che, nel corso di questi due anni sono state poste e che vanno contro la norma di legge appena istituita e la legislazione comunitaria e nazionale cui il giudice di Udine si richiama.

"In specifico, devono essere disapplicati: il Regolamento del Fondo Povertà, relativo all'art. 9 della L.R. 9/2008 nella parte in cui richiede la residenza di 36 mesi ai cittadini comunitari ed esclude completamente gli extracomunitari; il comma 13 dell'art. 11, della L.R. 12/2009 che richiede 8 anni di residenza per l'accesso alla carta famiglia; l'art. 38 della L.R. n. 16/2008 nella parte in cui richiede 10 anni di residenza per l'assegnazione degli alloggi Ater; la L.R. n. 18/2009 nella parte in cui richiede 10 anni di residenza per accedere agli interventi di sostegno alle locazioni dell'edilizia residenziale pubblica; l'art. 39 della L.R. n.7/2010 nella parte in cui viene data priorità a coloro che sono residenti da almeno 8 anni per l'accesso al sostegno alle gestanti in difficoltà, al sostegno della funzione educativa e ai voucher per i servizi e le prestazioni.

"Altrimenti i Comuni di questa regione si troveranno costretti, per restare nella legalità, a disapplicare spontaneamente queste normative. E' ciò che ormai molti Comuni (Udine, Pordenone, Cervignano, Monfalcone, Cordenons e altri) stanno già facendo.

"Sarebbe assurdo, oltre che politicamente scandaloso, pensare a una Regione in cui la maggior parte dei comuni si vede costretta a disapplicare le norme da essa stessa emanate, per restare nella legalità.

"Sarebbe una dichiarazione ufficiale di una Regione "fuorilegge"., conclude Codega.