PD: Codega, no a discriminazioni verso immigrati
(ACON)Trieste, 02 lug - COM/MPB - "Finalmente il regime
discriminatorio verso gli immigrati sta perdendo i pezzi, ad uno
ad uno".
A dirlo è il consigliere del Partito Democratico Franco Codega
in una nota nella quale evidenzia che "l'emendamento approvato
dall'intero Consiglio regionale in sede di assestamento di
bilancio, riapre a tutti gli stranieri, comunitari e non
comunitari, l'accesso al sistema integrato dei servizi".
"Ciò significa - sottolinea il consigliere - che non possono
essere posti requisiti di residenzialità per accedere alle misure
previste dall'art. 6 della stessa legge e cioè alle misure di
contrasto alla povertà, agli interventi di sostegno ai minori, di
sostegno alle responsabilità familiari, alle donne in difficoltà
e via dicendo.
La sentenza R.L. n. 530/10 del 30 giugno del giudice di Udine,
che ribadisce il diritto al bonus bebè di un cittadino rumeno
residente in regione e condanna il comune di Latisana, va nella
stessa direzione. Ora però è necessario un pronto atto di
coerenza da parte della Giunta regionale: deve disporre la
disapplicazione, fino ad abrogazione da parte del Consiglio
regionale, di tutte quelle norme che, nel corso di questi due
anni sono state poste e che vanno contro la norma di legge appena
istituita e la legislazione comunitaria e nazionale cui il
giudice di Udine si richiama.
"In specifico, devono essere disapplicati: il Regolamento del
Fondo Povertà, relativo all'art. 9 della L.R. 9/2008 nella parte
in cui richiede la residenza di 36 mesi ai cittadini comunitari
ed esclude completamente gli extracomunitari; il comma 13
dell'art. 11, della L.R. 12/2009 che richiede 8 anni di
residenza per l'accesso alla carta famiglia; l'art. 38 della L.R.
n. 16/2008 nella parte in cui richiede 10 anni di residenza per
l'assegnazione degli alloggi Ater; la L.R. n. 18/2009 nella parte
in cui richiede 10 anni di residenza per accedere agli interventi
di sostegno alle locazioni dell'edilizia residenziale pubblica;
l'art. 39 della L.R. n.7/2010 nella parte in cui viene data
priorità a coloro che sono residenti da almeno 8 anni per
l'accesso al sostegno alle gestanti in difficoltà, al sostegno
della funzione educativa e ai voucher per i servizi e le
prestazioni.
"Altrimenti i Comuni di questa regione si troveranno costretti,
per restare nella legalità, a disapplicare spontaneamente queste
normative. E' ciò che ormai molti Comuni (Udine, Pordenone,
Cervignano, Monfalcone, Cordenons e altri) stanno già facendo.
"Sarebbe assurdo, oltre che politicamente scandaloso, pensare a
una Regione in cui la maggior parte dei comuni si vede costretta
a disapplicare le norme da essa stessa emanate, per restare nella
legalità.
"Sarebbe una dichiarazione ufficiale di una Regione
"fuorilegge"., conclude Codega.