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CRPO: fondi e coordinamento per combattere la violenza

05.07.2010
17:48
(ACON) Trieste, 05 lug - COM/ET - Nei giorni scorsi, la Commissione regionale Pari Opportunità ha riunito a Udine le responsabili dei Centri antiviolenza per fare il punto della situazione. Tra i dati emersi, la mancanza dei mezzi necessari, fatto questo che porta i Centri a dipendere dal volontariato femminile.

La complessità del compito affidata ai centri è grande. "Dobbiamo ricordarci che le violenze maggiori sono quelle che avvengono in famiglia e che sono le più difficili da portare allo scoperto - ha rilevato la presidente Santa Zannier. Le vittime di violenza vanno ascoltate, consigliate, si deve offrire loro consulenza giuridica e legale, un alloggio in caso di necessità anche per i figli, vanno incoraggiate a rendersi autonome e a inserirsi nel mondo del lavoro.

"I contributi sono quindi necessari, per continuare un lavoro nato dal volontariato ma che per andare avanti necessità di più fondi, per avere un supporto all'altezza delle varie situazioni e soprattutto per far fronte a un fenomeno che è diventato un'emergenza", ha ribadito la presidente, che ha preannunciato un prossimo ulteriore incontro, non solo con chi assiste le vittime di violenza, ma anche con le forze dell'ordine, la magistratura e il mondo della sanità, per collegare al meglio tutti i soggetti che vengono coinvolti in caso di violenza, ma che troppo spesso lavorano ancora separatamente.

La presidente Zannier ha inoltre stigmatizzato la sentenza della Cassazione, che nei giorni scorsi ha stabilito che non risponde di maltrattamenti chi aggredisce la partner dal carattere forte, che non risulta intimorita psicologicamente dalle percosse, verbali o fisiche.

"In una società che si ritiene evoluta anche sul piano della tutela dei soggetti deboli - dice la Zannier - non si possono verificare episodi come l'uccisione di donne da parte di ex partner, ammiratori, fidanzati.

"La cessazione di una relazione sembra costituire la causa primaria di morte per aggressioni contro donne: sembra - sostiene la presidente - una mattanza che non si riesce a contenere e sicuramente una sentenza come quella della Corte di Cassazione non fa che aggravare di molto il problema, riportandoci indietro negli anni, nonostante le nuove leggi sullo stalking.

"In base alla conclusione della Corte, sembrerebbe che la moglie forte si può maltrattare e all'occorrenza anche picchiare. Non è grave che un marito qualunque affermi cose del genere per difendersi, ma che un giudice gli creda e produca l'ennesima sentenza a difesa degli uomini e contro le donne, lo è", sostiene la Zannier. "Una sentenza del genere stabilisce non solo cosa può essere considerato violenza domestica e cosa no, ma punisce le donne se sono reattive e non si lasciano piegare. Non ci aspettavamo nulla di diverso - conclude la presidente - dopo aver registrato centinaia di donne vittime di mariti o compagni, mentre tentavano una difesa. Ma è veramente troppo stabilire che la donna che sopravvive non meriti neppure di essere riconosciuta in quanto vittima?"