CRPO: fondi e coordinamento per combattere la violenza
(ACON) Trieste, 05 lug - COM/ET - Nei giorni scorsi, la
Commissione regionale Pari Opportunità ha riunito a Udine le
responsabili dei Centri antiviolenza per fare il punto della
situazione. Tra i dati emersi, la mancanza dei mezzi necessari,
fatto questo che porta i Centri a dipendere dal volontariato
femminile.
La complessità del compito affidata ai centri è grande. "Dobbiamo
ricordarci che le violenze maggiori sono quelle che avvengono in
famiglia e che sono le più difficili da portare allo scoperto -
ha rilevato la presidente Santa Zannier. Le vittime di violenza
vanno ascoltate, consigliate, si deve offrire loro consulenza
giuridica e legale, un alloggio in caso di necessità anche per i
figli, vanno incoraggiate a rendersi autonome e a inserirsi nel
mondo del lavoro.
"I contributi sono quindi necessari, per continuare un lavoro
nato dal volontariato ma che per andare avanti necessità di più
fondi, per avere un supporto all'altezza delle varie situazioni e
soprattutto per far fronte a un fenomeno che è diventato
un'emergenza", ha ribadito la presidente, che ha preannunciato un
prossimo ulteriore incontro, non solo con chi assiste le vittime
di violenza, ma anche con le forze dell'ordine, la magistratura e
il mondo della sanità, per collegare al meglio tutti i soggetti
che vengono coinvolti in caso di violenza, ma che troppo spesso
lavorano ancora separatamente.
La presidente Zannier ha inoltre stigmatizzato la sentenza della
Cassazione, che nei giorni scorsi ha stabilito che non risponde
di maltrattamenti chi aggredisce la partner dal carattere forte,
che non risulta intimorita psicologicamente dalle percosse,
verbali o fisiche.
"In una società che si ritiene evoluta anche sul piano della
tutela dei soggetti deboli - dice la Zannier - non si possono
verificare episodi come l'uccisione di donne da parte di ex
partner, ammiratori, fidanzati.
"La cessazione di una relazione sembra costituire la causa
primaria di morte per aggressioni contro donne: sembra - sostiene
la presidente - una mattanza che non si riesce a contenere e
sicuramente una sentenza come quella della Corte di Cassazione
non fa che aggravare di molto il problema, riportandoci indietro
negli anni, nonostante le nuove leggi sullo stalking.
"In base alla conclusione della Corte, sembrerebbe che la moglie
forte si può maltrattare e all'occorrenza anche picchiare. Non è
grave che un marito qualunque affermi cose del genere per
difendersi, ma che un giudice gli creda e produca l'ennesima
sentenza a difesa degli uomini e contro le donne, lo è", sostiene
la Zannier.
"Una sentenza del genere stabilisce non solo cosa può essere
considerato violenza domestica e cosa no, ma punisce le donne se
sono reattive e non si lasciano piegare. Non ci aspettavamo nulla
di diverso - conclude la presidente - dopo aver registrato
centinaia di donne vittime di mariti o compagni, mentre tentavano
una difesa. Ma è veramente troppo stabilire che la donna che
sopravvive non meriti neppure di essere riconosciuta in quanto
vittima?"