Citt: tv locali Nordest senza frequenze digitale terrestre
(ACON) Trieste, 06 lug - COM/AB - Le televisioni locali del
Nordest sono state escluse dal nuovo Piano nazionale per
l'assegnazione delle frequenze per il digitale terrestre. Tutto
ciò in aperta violazione della legge 249 del 1997 che assegna
alle emittenti private un terzo delle frequenze disponibili.
I consiglieri regionali di Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi
e Stefano Alunni Barbarossa hanno depositato un'interpellanza con
la quale chiedono un intervento rapido alle autorità preposte per
pervenire alla sospensione dello switch off almeno per le regioni
Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, più
penalizzate dal Piano stesso.
"Già il solo avvio del digitale terrestre sul territorio del
Friuli Venezia Giulia, in particolare nell'area montana, sta
creando non pochi problemi, ma se a questo si aggiunge che il
Piano nazionale delle frequenze ha escluso una decina di
emittenti locali del Friuli Venezia Giulia e ventisette del
vicino Veneto, che per sopravvivere dovranno attingere alle
frequenze di Croazia e Slovenia, in mancanza di nuove, coerenti
scelte da parte delle competenti autorità governative, la
disposizione ci sembra insensata"
"Riteniamo davvero grave - hanno continuato - la decisione
dell'Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) di
escludere, di fatto, le televisioni locali non tenendo conto che
un terzo delle frequenze avrebbe dovuto essere assegnato ai
privati. Se il digitale terrestre è indispensabile per la
tecnologia e per la garanzia del pluralismo nell'informazione,
nell'attuale fase di attuazione è avvenuto esattamente il
contrario e sul territorio regionale non c'è stata la necessaria
gradualità e nemmeno il coinvolgimento del tessuto televisivo
locale".
"Chiediamo perciò al presidente della Regione qual è il parere
della Giunta sulla situazione denunciata, che indubbiamente
penalizza tutte le regioni della fascia adriatica e, soprattutto,
Veneto e Friuli Venezia Giulia e se, condividendo il parere del
coordinamento nazionale Corecom, il Piano delle frequenze
approvato sia oggettivamente fonte di contrasti e aspettative, e
politicamente sbagliato nel momento in cui avanza l'idea del
federalismo e della responsabilizzazione delle realtà locali. Le
televisoni locali - hanno concluso - fanno servizio pubblico e
danno voce all'informazione del territorio. Venir privati di
questa ricchezza sarebbe un danno notevole nonché una perdita di
professionalità".