Citt: Colussi, subito in Commissione riforma fondi cultura
(ACON) Trieste, 07 lug - COM/DT - "La riforma che interessa
l'assegnazione dei fondi per la cultura non è più rinviabile, le
tabelle dimostrano tutta la loro vetustà e parzialità. E' ormai
diventato urgente che la VI Commissione consiliare provveda a
riscrivere una legge che troppo spesso è stata oggetto di
incursioni squisitamente clientelari".
Il capogruppo dei Cittadini Piero Colussi ha quindi scritto al
presidente della VI Commissione Piero Camber per sollecitare
l'immediato avvio della discussione sulla proposta di legge
dell'assessore Roberto Molinaro, un disegno di legge (depositato
a gennaio) che punta alla revisione organica e alla
ricomposizione unitaria del complesso di norme in materia di
attività culturali: "la maggioranza però non è d'accordo - annota
Colussi - e rinvia sine die la discussione del provvedimento in
Commissione. Questa situazione di stallo non è più accettabile.
"La Consulta - ricorda Colussi - già nel 2009 aveva giudicato
incostituzionale la legge della Regione Lazio che, con una
semplice tabella, aveva previsto l'erogazione di contributi ad
associazioni culturali senza che i fondi venissero determinati
attraverso criteri obiettivi e trasparenti". Allora lo stesso
consigliere aveva suggerito all'assessore Molinaro di sospendere,
in via cautelativa, eventuali contributi finanziari a quegli enti
beneficiari che nella passata Finanziaria erano stati individuati
senza il supporto dei necessari criteri di selezione. "Ma la
situazione si era poi ripresentata identica anche in occasione
del bilancio 2010: un vero scandalo", aggiunge.
"Da allora nulla è stato fatto, ed è proprio di questi giorni la
notizia che la Corte dei Conti si è espressa con riserva sul
Rendiconto 2009 della Regione. Incappando nelle famigerate
tabelle della cultura, la Corte ha osservato come esista un
difetto di motivazione per l'impegno di spesa. Ora è evidente a
tutti - conclude - che non si può correre il rischio di
ritrovarci alla prossima Finanziaria con le attuali
impresentabili norme sui contributi alla cultura".