PD: Moretton, il Governo taglia e Tondo è silenzioso
(ACON) Trieste, 12 lug - COM/DT - "Il presidente della Regione
Renzo Tondo sembra rassegnato, giustifica l'opposizione del
Governo e del ministro Giulio Tremonti in particolare nei
confronti delle Regioni: vorremmo capire perché si sente così
tranquillo con una prospettiva di tagli e conseguentemente di
servizi che andranno a pesare direttamente sui cittadini". Il
giudizio porta la firma di Gianfranco Moretton, capogruppo del PD
in Consiglio regionale.
"E' evidente - aggiunge - che c'è un forte contrasto tra la
posizione di Tondo e quella degli altri presidenti, e non si
parla solo di quelli del centro e del sud, ma anche della
Lombardia con Formigoni in testa. Ora viene da chiedersi se Tondo
abbia la bacchetta magica per moltiplicare le risorse o se abbia
già individuato il modo per recuperarle.
"La cosa che ci preoccupa maggiormente è il suo silenzio. Di
fatto, si è già notato in tempi non sospetti come il Governo
regionale assuma un comportamento di supina devozione verso
quanto spetterebbe per legge da parte dello Stato (vedi
compartecipazioni).
"Certo, i tempi richiedono tagli, bisogna ridurre le spese, ma
ciò non significa - precisa Moretton - che questi interventi non
vadano pesati con doverosa razionalità, proprio per non alterare
l'equilibrio sociale con tutte le conseguenze che si potrebbero
determinare. Ecco perché più che il silenzio ci aspetteremmo da
Tondo se non una protesta, almeno una prospettiva che indichi
alcune direttive che intende adottare su questa delicata
questione. Perché il silenzio e la rassegnazione che lascia
intravedere preoccupano ancor di più che non un sano progetto di
riduzione della spesa pubblica.
"Mi pare d'obbligo ricordare che ci sono tanti modi per
risparmiare, ma non deve mai venir meno l'attenzione a chi già
vive in forte difficoltà sia per ragioni economiche sia di
salute. Ciò significa - conclude il capogruppo del PD - che
vorremmo l'attenzione di Tondo perché nulla venga tolgo al
sistema sociale e alla sanità. Su tutto il resto si può ragionare
e la scala delle priorità può essere sempre stabilita e
ricostruita secondo quanto il futuro può far sperare".