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PD: Moretton, il Governo taglia e Tondo è silenzioso

12.07.2010
10:54
(ACON) Trieste, 12 lug - COM/DT - "Il presidente della Regione Renzo Tondo sembra rassegnato, giustifica l'opposizione del Governo e del ministro Giulio Tremonti in particolare nei confronti delle Regioni: vorremmo capire perché si sente così tranquillo con una prospettiva di tagli e conseguentemente di servizi che andranno a pesare direttamente sui cittadini". Il giudizio porta la firma di Gianfranco Moretton, capogruppo del PD in Consiglio regionale.

"E' evidente - aggiunge - che c'è un forte contrasto tra la posizione di Tondo e quella degli altri presidenti, e non si parla solo di quelli del centro e del sud, ma anche della Lombardia con Formigoni in testa. Ora viene da chiedersi se Tondo abbia la bacchetta magica per moltiplicare le risorse o se abbia già individuato il modo per recuperarle.

"La cosa che ci preoccupa maggiormente è il suo silenzio. Di fatto, si è già notato in tempi non sospetti come il Governo regionale assuma un comportamento di supina devozione verso quanto spetterebbe per legge da parte dello Stato (vedi compartecipazioni).

"Certo, i tempi richiedono tagli, bisogna ridurre le spese, ma ciò non significa - precisa Moretton - che questi interventi non vadano pesati con doverosa razionalità, proprio per non alterare l'equilibrio sociale con tutte le conseguenze che si potrebbero determinare. Ecco perché più che il silenzio ci aspetteremmo da Tondo se non una protesta, almeno una prospettiva che indichi alcune direttive che intende adottare su questa delicata questione. Perché il silenzio e la rassegnazione che lascia intravedere preoccupano ancor di più che non un sano progetto di riduzione della spesa pubblica.

"Mi pare d'obbligo ricordare che ci sono tanti modi per risparmiare, ma non deve mai venir meno l'attenzione a chi già vive in forte difficoltà sia per ragioni economiche sia di salute. Ciò significa - conclude il capogruppo del PD - che vorremmo l'attenzione di Tondo perché nulla venga tolgo al sistema sociale e alla sanità. Su tutto il resto si può ragionare e la scala delle priorità può essere sempre stabilita e ricostruita secondo quanto il futuro può far sperare".