Comitato controllo: dibattito su relazione rete ospedaliera
(ACON) Trieste, 22 lug - DT - Tutti d'accordo sull'utilità
della missione valutativa su 15 anni di sanità, dal 1995 a oggi,
da quando è stata approvata la norma che ha riorganizzato la rete
ospedaliera (legge Fasola). E tutti d'accordo sulla necessità di
una rivisitazione di quella riforma. E' la sintesi della
discussione che ha impegnato il Comitato per la legislazione, il
controllo e la valutazione, presieduto nell'occasione da Igor
Gabrovec (PD). A volere e a seguire questo certosino lavoro di
analisi, i consiglieri Antonio Pedicini (Pdl) e Stefano Pustetto
(SA).
Ad aprire il dibattito, proprio il consigliere Pustetto. Per
pensare a una riorganizzazione dobbiamo partire da una
valutazione degli effetti della norma: i risultati ottenuti, ha
sottolineato, non sono stati quelli sperati, tanto è vero che
soltanto tre ospedali, quelli dei capoluoghi eccetto Gorizia,
avrebbero i parametri per restare aperti. La riforma non ha
funzionato perché non è stata condivisa con il territorio e gli
operatori, oggi va ripensata l'offerta tenendo conto della
risposta che si dà al paziente, e non il mero numero. La politica
deve riappropriarsi del governo della sanità.
Per Edoardo Sasco, UDC, si tratta di un lavoro opportuno che deve
essere utilizzato al meglio visto che ha una forte, quotidiana,
ricaduta sui cittadini. Sono tre le riflessioni da fare per il
futuro: combattere l'utilizzo improprio. Di strutture, farmaci,
accesso ai Pronto soccorso. Secondo: costruire una rete
informatica perché ogni cittadino abbia la sua cartella sanitaria
che lo possa seguire anche in un eventuale percorso
socioassistenziale. Una rete che dovrebbe collegare medici di
base, ospedali, farmacie, operatori. Terza riflessione: abbattere
le liste di attesa, accelerare la sanità transfrontaliera, e il
capitolo infrastrutture, sui cui bisognerà investire ancora
molto.
Nessuna rivoluzione, ma una ineludibile rivisitazione della rete
ospedaliera occorre, ha affermato Sandro Della Mea, del PD. Il
sistema è buono, ma risulta datato - e sin dalle sue origini -
perché, almeno in alcuni territori, si è venuti incontro a
domande e bisogni che non erano più tali già quando la legge è
stata approvata. E non è che siccome siamo i più virtuosi in
Italia non si possa cambiare. Una riorganizzazione potrebbe anche
portare risparmi interessanti.
Anche per Franco Baritussio, Pdl, quello della missione
valutativa è stato un lavoro quanto mai opportuno. Quando nacque
la legge Fasola, ha ricordato, la territorialità, i campanili,
misero quasi in ginocchio la politica, e oggi sono cambiate le
patologie, le terapie, le tecnologie, la stessa società. Perciò
bisogna fare un passo avanti.
Secondo Annamaria Menosso, PD, l'analisi sulla ricaduta delle
norme è un passaggio importante, che può solo aiutare il
legislatore. Da questa missione dobbiamo cogliere i suggerimenti
per una modifica che risponda alle esigenze attuali. Cerchiamo,
data l'importanza del tema, di giungere a un lavoro condiviso.
Ciò che è emerso maggiormente è una difficoltà nell'individuare
criteri di lettura omogenei sulle attività (e quindi sui
risultati) delle diverse Aziende, ha sottolineato Antonio
Pedicini, Pdl. Morale: troppa confusione. Dovremmo sforzarci di
pensare a linee guida uguali per tutti. E difatti, il Comitato si
ritroverà proprio per discutere di ciò martedì 21 settembre. Poi,
la relazione verrà trasmessa alla Commissione consiliare
competente, la III.
(immagini tv)