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Comitato controllo: dibattito su relazione rete ospedaliera

22.07.2010
12:57
(ACON) Trieste, 22 lug - DT - Tutti d'accordo sull'utilità della missione valutativa su 15 anni di sanità, dal 1995 a oggi, da quando è stata approvata la norma che ha riorganizzato la rete ospedaliera (legge Fasola). E tutti d'accordo sulla necessità di una rivisitazione di quella riforma. E' la sintesi della discussione che ha impegnato il Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, presieduto nell'occasione da Igor Gabrovec (PD). A volere e a seguire questo certosino lavoro di analisi, i consiglieri Antonio Pedicini (Pdl) e Stefano Pustetto (SA).

Ad aprire il dibattito, proprio il consigliere Pustetto. Per pensare a una riorganizzazione dobbiamo partire da una valutazione degli effetti della norma: i risultati ottenuti, ha sottolineato, non sono stati quelli sperati, tanto è vero che soltanto tre ospedali, quelli dei capoluoghi eccetto Gorizia, avrebbero i parametri per restare aperti. La riforma non ha funzionato perché non è stata condivisa con il territorio e gli operatori, oggi va ripensata l'offerta tenendo conto della risposta che si dà al paziente, e non il mero numero. La politica deve riappropriarsi del governo della sanità.

Per Edoardo Sasco, UDC, si tratta di un lavoro opportuno che deve essere utilizzato al meglio visto che ha una forte, quotidiana, ricaduta sui cittadini. Sono tre le riflessioni da fare per il futuro: combattere l'utilizzo improprio. Di strutture, farmaci, accesso ai Pronto soccorso. Secondo: costruire una rete informatica perché ogni cittadino abbia la sua cartella sanitaria che lo possa seguire anche in un eventuale percorso socioassistenziale. Una rete che dovrebbe collegare medici di base, ospedali, farmacie, operatori. Terza riflessione: abbattere le liste di attesa, accelerare la sanità transfrontaliera, e il capitolo infrastrutture, sui cui bisognerà investire ancora molto.

Nessuna rivoluzione, ma una ineludibile rivisitazione della rete ospedaliera occorre, ha affermato Sandro Della Mea, del PD. Il sistema è buono, ma risulta datato - e sin dalle sue origini - perché, almeno in alcuni territori, si è venuti incontro a domande e bisogni che non erano più tali già quando la legge è stata approvata. E non è che siccome siamo i più virtuosi in Italia non si possa cambiare. Una riorganizzazione potrebbe anche portare risparmi interessanti.

Anche per Franco Baritussio, Pdl, quello della missione valutativa è stato un lavoro quanto mai opportuno. Quando nacque la legge Fasola, ha ricordato, la territorialità, i campanili, misero quasi in ginocchio la politica, e oggi sono cambiate le patologie, le terapie, le tecnologie, la stessa società. Perciò bisogna fare un passo avanti.

Secondo Annamaria Menosso, PD, l'analisi sulla ricaduta delle norme è un passaggio importante, che può solo aiutare il legislatore. Da questa missione dobbiamo cogliere i suggerimenti per una modifica che risponda alle esigenze attuali. Cerchiamo, data l'importanza del tema, di giungere a un lavoro condiviso.

Ciò che è emerso maggiormente è una difficoltà nell'individuare criteri di lettura omogenei sulle attività (e quindi sui risultati) delle diverse Aziende, ha sottolineato Antonio Pedicini, Pdl. Morale: troppa confusione. Dovremmo sforzarci di pensare a linee guida uguali per tutti. E difatti, il Comitato si ritroverà proprio per discutere di ciò martedì 21 settembre. Poi, la relazione verrà trasmessa alla Commissione consiliare competente, la III.

(immagini tv)