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SA-SEL: Pustetto, referendum antivitalizi e selezione classe politica

27.07.2010
14:28
(ACON) Trieste, 27 lug - COM/MPB - Il consigliere regionale Stefano Pustetto (SA-SEL) con una nota interviene sulla questione dei referendum antivitalizi. "Anche se i referendum contro i vitalizi e la indennità di fine mandato dei consiglieri regionali non sono ancora stati dichiarati giuridicamente ammissibili, considerate le recenti dichiarazioni del consigliere Roberto Antonaz, credo - afferma Pustetto - siano opportune alcune riflessioni entrando nel merito della questione.

"A scanso di equivoci premetto che concordo pienamente nell'eliminazione di ogni privilegio auto accordatosi dai politici. Detto questo, però, ho il timore che, così come concepito, il referendum in questione rischi di peggiorare il processo di selezione della classe politica. Abrogando vitalizio e TFR ogni consigliere si ritroverebbe direttamente in busta paga la quota che prima versava per queste due voci (circa 2.500 euro) il che probabilmente aumenterebbe gli appetiti dei rispettivi partiti. Il referendum, che ha il pregio di costringere tutti al dibattito su di un problema vero, sentito e spesso evitato, propone una soluzione sbagliata perché non bisogna aumentare gli stipendi dei consiglieri togliendo loro delle tutele, ma all'opposto, ridurre le prebende e aumentare le tutele.

"Non vorrei - sottolinea il consigliere - che con queste regole (ti pago molto ma non ti do nessuna garanzia) accedessero alla politica solo quelle persone che se lo possono permettere, esattamente come succedeva una volta.

"Credo che il "fare politica" debba essere considerato alla stregua di un qualsiasi altro lavoro e così, come un lavoratore vede calcolata la sua pensione in base ai contributi versati, altrettanto dovrebbe essere per il politico. Se poi il consigliere restasse in carica per un unico mandato, potrebbe sempre chiedere, a tempo debito, il ricongiungimento a fini pensionistici di tutte le quote versate nelle varie attività lavorative.

"Le uniche peculiarità che una eventuale legge ad hoc dovrebbe prevedere sono per quei politici che sono già in pensione da una precedente attività o all'opposto per quelli che in virtù della giovane età non hanno mai lavorato. Per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto basterebbe che la quota percepita a fine mandato fosse esattamente uguale alla somma di quanto mensilmente versato durante la legislatura dal singolo consigliere.

"Le dichiarazioni che sono state fatte al riguardo da alcuni consiglieri con molti mandati alla spalle sono del tutto legittime, ma in assenza di precedenti prese di posizione su questo tema, sanno di demagogico e strumentale", è il commento conclusivo di Pustetto.