SA-SEL: Pustetto, referendum antivitalizi e selezione classe politica
(ACON) Trieste, 27 lug - COM/MPB - Il consigliere regionale
Stefano Pustetto (SA-SEL) con una nota interviene sulla questione
dei referendum antivitalizi.
"Anche se i referendum contro i vitalizi e la indennità di fine
mandato dei consiglieri regionali non sono ancora stati
dichiarati giuridicamente ammissibili, considerate le recenti
dichiarazioni del consigliere Roberto Antonaz, credo - afferma
Pustetto - siano opportune alcune riflessioni entrando nel merito
della questione.
"A scanso di equivoci premetto che concordo pienamente
nell'eliminazione di ogni privilegio auto accordatosi dai
politici. Detto questo, però, ho il timore che, così come
concepito, il referendum in questione rischi di peggiorare il
processo di selezione della classe politica. Abrogando vitalizio
e TFR ogni consigliere si ritroverebbe direttamente in busta paga
la quota che prima versava per queste due voci (circa 2.500 euro)
il che probabilmente aumenterebbe gli appetiti dei rispettivi
partiti. Il referendum, che ha il pregio di costringere tutti al
dibattito su di un problema vero, sentito e spesso evitato,
propone una soluzione sbagliata perché non bisogna aumentare gli
stipendi dei consiglieri togliendo loro delle tutele, ma
all'opposto, ridurre le prebende e aumentare le tutele.
"Non vorrei - sottolinea il consigliere - che con queste regole
(ti pago molto ma non ti do nessuna garanzia) accedessero alla
politica solo quelle persone che se lo possono permettere,
esattamente come succedeva una volta.
"Credo che il "fare politica" debba essere considerato alla
stregua di un qualsiasi altro lavoro e così, come un lavoratore
vede calcolata la sua pensione in base ai contributi versati,
altrettanto dovrebbe essere per il politico. Se poi il
consigliere restasse in carica per un unico mandato, potrebbe
sempre chiedere, a tempo debito, il ricongiungimento a fini
pensionistici di tutte le quote versate nelle varie attività
lavorative.
"Le uniche peculiarità che una eventuale legge ad hoc dovrebbe
prevedere sono per quei politici che sono già in pensione da una
precedente attività o all'opposto per quelli che in virtù della
giovane età non hanno mai lavorato. Per quanto riguarda il
trattamento di fine rapporto basterebbe che la quota percepita a
fine mandato fosse esattamente uguale alla somma di quanto
mensilmente versato durante la legislatura dal singolo
consigliere.
"Le dichiarazioni che sono state fatte al riguardo da alcuni
consiglieri con molti mandati alla spalle sono del tutto
legittime, ma in assenza di precedenti prese di posizione su
questo tema, sanno di demagogico e strumentale", è il commento
conclusivo di Pustetto.