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CR: inamissibilità quesiti referendari indennità e vitalizi (5)

28.07.2010
18:45
(ACON) Trieste, 28 lug - MPB/ET - L'Aula ha quindi affrontato la questione delle quattro proposte di referendum abrogativo presentate dal Comitato promotore ai fini della verifica della loro ammissibilità, in merito alla quale i componenti dell'Ufficio di Presidenza non avevano raggiunto l'unanimità.

Quattro complessivamente gli ordini del giorno, riferiti a ciascuna delle proposte di referendum abrogativo sottoposte a verifica di ammissibilità, che sono stati presentati da Daniele Galasso(Pdl), Gianfranco Moretton (PD), Edoardo Sasco (UDC), Danilo Narduzzi (LN) e Roberto Asquini (Misto) per impegnare il Consiglio regionale a dichiarare la legittimità-regolarità della proposta referendaria e, parimenti, la sua inamissibilità.

Il primo - relativo alla volontà di abrogare l'indennità di fine mandato dei consiglieri, disciplinata dagli articolo 1, 6, e 6 bis della legge regionale 38 del 1995 - è stato dichiarato dall'Aula inammissibile con 45 sì e 6 no. Contrari sono stati Idv, Citt, Menis del Partito Democratico e Antonaz (SA).

Il secondo - circa l'abrogazione dell'indennità di fine carica degli assessori regionali, disciplinata dall'art.6 della legge 13 del 2003 - è stato giudicato inammissibile con 47 sì e 6 no: contrari ancora Citt e Idv, Menis (PD) e Antonaz (SA).

Inammissibile anche il terzo - sull'abrogazione dell'assegno vitalizio dei consiglieri regionali, disciplinato dagli articoli 1, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16 e 17 della legge 38 del 1995 - con 46 sì e 7 no. Accanto a Citt. Idv, Menis (PD) e Antonaz (SA) anche Kocijancic pure di SA.

Infine l'inamissibilità del quarto - inerente l'abrogazione dell'assegno vitalizio degli assessori regionali disciplinato dagli articoli 7, 8, 9, 10, 11 della legge 13 del 2003 - è stata decretata dall'Aula con 46 sì e 7 no. Il pronunciamento dei contrari è stato identico al terzo ordine del giorno.

Prima del voto si erano espressi alcuni consiglieri.

Il primo a intervenire nel dibattito è stato Stefano Pustetto (SA-SEL). Il consigliere si è detto d'accordo con l'eliminazione di privilegi, ma non con la modalità referendaria. Riduciamo lo stipendio e aumentiamo le tutele, ha detto Pustetto, e facciamoci carico di una legge che, tra le altre cose, porti l'età pensionabile dei consiglieri a 65 anni e ovvii al conflitto d'interessi con un organismo decisionale terzo.

La decisione di dichiarare inammissibili i quesiti referendari, fondata su argomenti tecnici, non regge agli occhi dell'opinione pubblica e l'Aula dimostra di avere la coda di paglia non volendo approfondire la questione. I quesiti sono perfettamente ammissibili per Roberto Antonaz (SA-PRC), che stigmatizza le cifre erogate ai consiglieri come indennità di fine mandato e di vitalizio. Bene una legge che riformuli i due istituti, adeguandoli alla realtà di crisi.

Giuridicamente i quesiti sono inammissibili, ma la valutazione politica in questo momento deve prevalere secondo Piero Colussi (Citt). Si voleva concludere i lavori del tavolo del Consiglio sui costi della politica e discutere dei referendum insieme alla proposta di legge che quel tavolo potrà produrre. Noi - ha concluso Colussi - dobbiamo colmare il fossato tra le istituzioni e la cittadinanza e disinnescare la sfiducia serpeggiante.

Paolo Menis (PD) ritiene importante sottolineare la propria fiducia nel fatto che gli eletti in Consiglio sono brave persone, che però avrebbero dovuto agire prima sulla questione, senza arrivare a confrontarsi con quesiti referendari su argomenti che già da tempo tengono banco.

Lamenta tempi troppo stretti per garantire una trattazione in merito all'ammissibilità che possa dirsi approfondita, Alessandro Corazza (Idv) che trova ingiusto il metodo di attribuzione del vitalizio, basato ancora sul sistema retributivo. Presenteremo a giorni una proposta di legge in materia, ha preannunciato il consigliere. Ci auguriamo una spinta morale e di responsabilità pubblica nell'affrontare la questione.

Entro ottobre annuncia l'arrivo di un progetto di legge anche Gianfranco Moretton (PD), che dal punto di vista strettamente legale concorda con l'inammissibilità dei quesiti referendari e si dice a favore della responsabilità della politica, che nella congiuntura economica negativa deve ridistribuire la ricchezza con strumenti ad essa propri.

Furbizie e propaganda per raccogliere facili consensi a spese altrui. Daniele Galasso (Pdl) ha rimarcato che non c'è l'intenzione di sottrarsi ai sacrifici necessari vista la situazione globale, ma non per questo si vogliono accettare azioni demagogiche da chi non disdegna di godere degli istituti previdenziali vigenti.

Igor Kocijancic (SA-PRC) si è infine detto a favore dell'inammissibilità dei quesiti per l'indennità di fine mandato e contrario all'inammissibilità di quelli sui vitalizi.

(immagini tv)

(segue)