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Pens: Ferone, pensioni invalidità, in FVG revoca per il 15%

09.08.2010
11:30
(ACON) Trieste, 09 ago - COM/DT - "In Friuli Venezia Giulia il 15% dei titolari della pensione di invalidità, dopo la visita di controllo, si sono visti revocare l'assegno: si tratta di falsi invalidi? Nella stragrande maggioranza dei casi, no. Ma la revoca di quarantamila pensioni su tutto il territorio nazionale sembra essere solo l'inizio di una sorta di caccia alle streghe da parte dell'INPS tesa a revocare altre pensioni, tant'è che le verifiche riguarderanno - nell'arco di 4 anni - circa ottocentomila invalidi, quasi un terzo del totale". La nota è del consigliere regionale del Partito Pensionati Luigi Ferone.

Che poi aggiunge: "c'è da chiedersi se tutte le pensioni che sono state revocate riguardano non aventi diritto o, in molti casi, invalidi veri cui è stata ridotta le percentuale di invalidità (anche di uno o due punti) e che, quindi, non raggiungendo più la soglia minima del 74% subiscono la revoca della pensione: si può parlare davvero di truffatori?

Il Partito Pensionati ritiene che larga parte di queste revoche dipenda da criteri più rigidi di valutazione delle infermità durante le visite di controllo. Certo, aggiunge Ferone, le pensioni di invalidità rappresentano una spesa significativa, anche se si tratta di 257 euro al mese, poco più di 8 euro al giorno, che non vengono affatto concesse con facilità e leggerezza.

In occasione della recente manovra economica vi è stato il tentativo di elevare i requisiti minimi di invalidità all'85%, cosa che avrebbe cancellato il diritto all'assegno di invalidità per chi aveva perso una gamba, un braccio, o era affetto dalla sindrome di Dawn. Come se non bastasse, si voleva,praticamente cancellare l'indennità di accompagnamento, limitandola a pochissime e gravissime situazioni: tutto questo dimostra chiaramente che le pensioni di invalidità sono nel mirino.

Per avere l'esatto quadro della situazione, il presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua dovrebbe fornire anche i dati relativi a quanti, titolari dei quarantamila assegni revocati, siano poi stati deferiti all'autorità giudiziaria per aver indotto in errore le commissioni che hanno concesso loro l'assegno: solo nei confronti di condannati per truffa o altri reati, sottolinea Ferone, si potrà parlare di falsi invalidi, gli altri sono cittadini con malattie ai quali è stata tolta la pensione di invalidità e che possono far valere, con opportuno ricorso, le loro ragioni.

Il Partito Pensionati non crede affatto che vi siano masse di disonesti, ma solo casi eclatanti, e questi andrebbero colpiti pesantemente proprio per rispetto degli invalidi veri. C'è da chiedersi piuttosto a quanti sia stata negata la pensione: perciò, bene farebbe il presidente dell'INPS a disporre una nuova visita per tutti i cittadini che hanno fatto domanda e che si sono visti bocciare la richiesta. Sarebbe una iniziativa più che giusta e opportuna.

La verità - conclude Ferone - è che le pensioni di invalidità sono estremamente misere, e andrebbero quantomeno raddoppiate, perché in tanti casi rappresentano l'unica risorsa di chi è malato e non può contare su altre entrate".