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PD: Lupieri, la Regione disattende le norme per i celiaci

09.08.2010
17:01
(ACON) Trieste, 09 ago - COM/RC - Il consigliere regionale del PD Sergio Lupieri si rammarica che la Giunta Tondo abbia disatteso le norme per i 2.500 celiaci del Friuli Venezia Giulia. La Regione - scrive Lupieri - ha di fatto bloccato l'organizzazione dei corsi di formazione del personale di ristoranti, pizzerie, alberghi sulla celiachia, depotenziando il protocollo di diagnosi e follow up per i soggetti affetti da malattia celiaca. Il decreto giuntale n. 1561 del 2007, riconoscendo la malattia celiaca come malattia sociale, promuoveva l'organizzazione di percorsi formativi nell'ambito dell'aggiornamento professionale del personale sanitario e stabiliva anche che le Aziende sanitarie si attivassero per la promozione di iniziative nell'ambito di aggiornamento e formazione per gli addetti alla ristorazione e per gli albergatori, avvalendosi del contributo dell'Associazione italiana celiachia onlus FVG.

L'attività di formazione - così ancora l'esponente pidiessino - è stata trasferita dalla Direzione centrale della Sanità ai "Servizi igiene alimentazione nutrimenti" delle Aziende sanitarie, le quali, per mancanza di personale e per scarsa partecipazione dei lavoratori da formare, non attivano che pochi corsi. Certamente il fatto che la partecipazione a questi corsi sia facoltativa, non aiuta.

Attualmente - è il rammarico del consigliere - è stata spesa neanche la prima annualità dei fondi ministeriali, 130mila euro, a partire dal 2006 in base al numero dei celiaci, ma a decadere se i corsi non vengono realizzati. Parimenti, l'Associazione italiana celiachia onlus FVG ha finanziato a sue spese 25 accreditamenti, dimostrando che "si può fare". Risulta quindi evidente la scarsa attenzione della Direzione della Sanità nei confronti della celiachia, che, al di là di un corso per medici di medicina generale e della libera iniziativa delle Aziende sanitarie, null'altro fa.

Esiste una normativa nazionale e regionale, ci sono le risorse, c'è l'Associazione che non chiede altro che una maggiore partecipazione: è evidente che la responsabilità della mancata attuazione di provvedimenti legislativi così importanti dipende dalla Direzione centrale della Sanità. Ancora oggi, infatti - conclude -, i dati della letteratura riportano una scarsa adesione alla dieta da parte degli adulti (fino al 50-70%) dovuta principalmente a una inadeguata informazione e a problematiche sociali.