PD: Lupieri, la Regione disattende le norme per i celiaci
(ACON) Trieste, 09 ago - COM/RC - Il consigliere regionale del
PD Sergio Lupieri si rammarica che la Giunta Tondo abbia
disatteso le norme per i 2.500 celiaci del Friuli Venezia Giulia.
La Regione - scrive Lupieri - ha di fatto bloccato
l'organizzazione dei corsi di formazione del personale di
ristoranti, pizzerie, alberghi sulla celiachia, depotenziando il
protocollo di diagnosi e follow up per i soggetti affetti da
malattia celiaca. Il decreto giuntale n. 1561 del 2007,
riconoscendo la malattia celiaca come malattia sociale,
promuoveva l'organizzazione di percorsi formativi nell'ambito
dell'aggiornamento professionale del personale sanitario e
stabiliva anche che le Aziende sanitarie si attivassero per la
promozione di iniziative nell'ambito di aggiornamento e
formazione per gli addetti alla ristorazione e per gli
albergatori, avvalendosi del contributo dell'Associazione
italiana celiachia onlus FVG.
L'attività di formazione - così ancora l'esponente pidiessino - è
stata trasferita dalla Direzione centrale della Sanità ai
"Servizi igiene alimentazione nutrimenti" delle Aziende
sanitarie, le quali, per mancanza di personale e per scarsa
partecipazione dei lavoratori da formare, non attivano che pochi
corsi. Certamente il fatto che la partecipazione a questi corsi
sia facoltativa, non aiuta.
Attualmente - è il rammarico del consigliere - è stata spesa
neanche la prima annualità dei fondi ministeriali, 130mila euro,
a partire dal 2006 in base al numero dei celiaci, ma a decadere
se i corsi non vengono realizzati. Parimenti, l'Associazione
italiana celiachia onlus FVG ha finanziato a sue spese 25
accreditamenti, dimostrando che "si può fare". Risulta quindi
evidente la scarsa attenzione della Direzione della Sanità nei
confronti della celiachia, che, al di là di un corso per medici
di medicina generale e della libera iniziativa delle Aziende
sanitarie, null'altro fa.
Esiste una normativa nazionale e regionale, ci sono le risorse,
c'è l'Associazione che non chiede altro che una maggiore
partecipazione: è evidente che la responsabilità della mancata
attuazione di provvedimenti legislativi così importanti dipende
dalla Direzione centrale della Sanità. Ancora oggi, infatti -
conclude -, i dati della letteratura riportano una scarsa
adesione alla dieta da parte degli adulti (fino al 50-70%) dovuta
principalmente a una inadeguata informazione e a problematiche
sociali.