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Pdl: Camber a Ferragosto in visita al carcere di Trieste

17.08.2010
10:01
(ACON) Trieste, 17 ago - COM/AB - Un Ferragosto diverso per il consigliere regionale del Pdl Piero Camber che, accompagnato dal consigliere comunale sempre del Pdl Raffaella Del Punta, ha scelto di rimanere a Trieste "tra coloro che devono restare in città: gli operatori della Casa circondariale, i detenuti in attesa di giudizio e quelli con condanna definitiva".

Sono 120 gli operatori attivi per 226 detenuti, a fronte di una pianta organica che prevederebbe invece 159 operatori per 155 detenuti, come da capienza regolamentare. "Eppure, e qui sta il fatto positivo - commentano Camber e Del Punta - il lavoro quotidiano consente di garantire un clima sereno, anche se in alcune celle di 30 metri quadri ci sono persino 10 detenuti. Una ventina di operatori di turno il giorno dell'Assunzione, con 226 persone su cui vigilare - 194 uomini e 32 donne, 127 stranieri e 99 italiani, 105 in attesa di giudizio e 121 con condanna definitiva - con oltre 30 etnie e diverse religioni. Aleggiava una rassegnata e tacita attesa che il tempo trascorresse prima possibile, per tutti."

Piero Camber, che ha ottenuto il permesso come consigliere regionale, visitando la struttura con il comandante commissario Antonio Marrone e il giudice Massimo Tommassini, ha evidenziato soprattutto la disponibilità delle guardie penitenziarie a risolvere i problemi quotidiani. Importantissimo, poi, è il contributo del territorio: il Comune di Trieste ha offerto 6 posti di lavoro, a cui se ne aggiungono altrettanti da parte di ACEGAS e uno di Fincantieri, per consentire ai carcerati di tornare a essere leali cittadini, inseriti a tutti gli effetti nel tessuto sociale, come ricordato dal vescovo, monsignor Crepaldi.

Alle occasioni lavorative si affiancano le risposte della Fondazione CRT, che ha consentito di dotare ogni cella di un televisore e di un frigorifero, e il mondo del volontariato con la Caritas e la Comunità di don Vatta di San Martino al Campo, che aiutano ad affrontare al meglio le diverse esigenze dei detenuti, tra cui anche l'abbigliamento.

C'è sicuramente molto ancora da fare - concludono Camber e Del Punta - per la vita di tutti quelli che vivono nel carcere, le guardie innanzitutto, a iniziare dalla necessità di avere climatizzatori o perlomeno ventilatori per mantenere temperature accettabili. Per i detenuti, inoltre, magari una tettoia e qualche panca su parte dei cortili oggi vuoti, ma soprattutto attività lavorative e di formazione. Si avrebbe forse più tranquillità per gli abitanti delle zone confinanti, talvolta disturbati dal chiassoso vociare di chi deve passivamente attendere .

Una visita che possa servire da stimolo anche ad altri, per comprendere meglio la realtà che ci circonda - soprattutto quella di coloro che sono più fragili - ma troppo spesso volutamente ignorata.