Pdl: Camber a Ferragosto in visita al carcere di Trieste
(ACON) Trieste, 17 ago - COM/AB - Un Ferragosto diverso per il
consigliere regionale del Pdl Piero Camber che, accompagnato dal
consigliere comunale sempre del Pdl Raffaella Del Punta, ha
scelto di rimanere a Trieste "tra coloro che devono restare in
città: gli operatori della Casa circondariale, i detenuti in
attesa di giudizio e quelli con condanna definitiva".
Sono 120 gli operatori attivi per 226 detenuti, a fronte di una
pianta organica che prevederebbe invece 159 operatori per 155
detenuti, come da capienza regolamentare. "Eppure, e qui sta il
fatto positivo - commentano Camber e Del Punta - il lavoro
quotidiano consente di garantire un clima sereno, anche se in
alcune celle di 30 metri quadri ci sono persino 10 detenuti. Una
ventina di operatori di turno il giorno dell'Assunzione, con 226
persone su cui vigilare - 194 uomini e 32 donne, 127 stranieri e
99 italiani, 105 in attesa di giudizio e 121 con condanna
definitiva - con oltre 30 etnie e diverse religioni. Aleggiava
una rassegnata e tacita attesa che il tempo trascorresse prima
possibile, per tutti."
Piero Camber, che ha ottenuto il permesso come consigliere
regionale, visitando la struttura con il comandante commissario
Antonio Marrone e il giudice Massimo Tommassini, ha evidenziato
soprattutto la disponibilità delle guardie penitenziarie a
risolvere i problemi quotidiani. Importantissimo, poi, è il
contributo del territorio: il Comune di Trieste ha offerto 6
posti di lavoro, a cui se ne aggiungono altrettanti da parte di
ACEGAS e uno di Fincantieri, per consentire ai carcerati di
tornare a essere leali cittadini, inseriti a tutti gli effetti
nel tessuto sociale, come ricordato dal vescovo, monsignor
Crepaldi.
Alle occasioni lavorative si affiancano le risposte della
Fondazione CRT, che ha consentito di dotare ogni cella di un
televisore e di un frigorifero, e il mondo del volontariato con
la Caritas e la Comunità di don Vatta di San Martino al Campo,
che aiutano ad affrontare al meglio le diverse esigenze dei
detenuti, tra cui anche l'abbigliamento.
C'è sicuramente molto ancora da fare - concludono Camber e Del
Punta - per la vita di tutti quelli che vivono nel carcere, le
guardie innanzitutto, a iniziare dalla necessità di avere
climatizzatori o perlomeno ventilatori per mantenere temperature
accettabili. Per i detenuti, inoltre, magari una tettoia e
qualche panca su parte dei cortili oggi vuoti, ma soprattutto
attività lavorative e di formazione. Si avrebbe forse più
tranquillità per gli abitanti delle zone confinanti, talvolta
disturbati dal chiassoso vociare di chi deve passivamente
attendere .
Una visita che possa servire da stimolo anche ad altri, per
comprendere meglio la realtà che ci circonda - soprattutto quella
di coloro che sono più fragili - ma troppo spesso volutamente
ignorata.