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PD: Menis, i CIE sono già da tempo carceri

30.08.2010
16:57
(ACON) Trieste, 30 ago - COM/AB - Impossibile trasformare i CIE in carceri, perché lo sono già tempo.

È l'opinione del consigliere regionale del Partito Democratico Paolo Menis sulla richiesta avanzata dall'assessore della Lega Nord Federica Seganti al ministro Maroni per un riadeguamento a livello strutturale e regolamentare delle strutture di accoglienza.

Su una cosa però l'assessore ha ragione - prosegue Menis - questi centri non sono più luoghi di accoglienza ma di detenzione, privi però delle garanzie giuridiche e di rispetto dei diritti umani che uno Stato civile dovrebbe sempre garantire. Sarebbe interessante piuttosto che l'assessore spiegasse ai cittadini perché sono diventati tali, ovvero che cosa ha fatto la sua Giunta per queste strutture in questi anni e perché il capogruppo regionale chiede altri soldi. Forse alla Lega non sono bastati i 32 milioni di euro spesi negli ultimi tre anni a trovare quelle poche risorse che sarebbero state sufficienti agli adeguamenti che oggi vengono evocati come la panacea di tutti i mali?

La realtà è che è tutto fumo negli occhi - rilancia il democratico - per distogliere l'attenzione dei cittadini dal fallimento della politica sull'immigrazione che fa acqua da tutte le parti e di cui i CIE non sono che l'ultimo simbolo.

Quando sono nati i centri di accoglienza - ricorda Menis - la loro esistenza era finalizzata esclusivamente all'identificazione delle persone e la presenza di un soggetto immigrato era consentita per un periodo massimo di trenta giorni proprio per evitare le conseguenze di una permanenza troppo prolungata. Il Governo dunque non può trasformare queste strutture in luoghi di detenzione, semplicemente perché l'ha già fatto, prolungando i tempi di soggiorno fino agli attuali 180 giorni e ignorando per anni le denunce delle varie associazioni per la tutela dei diritti umanitari. Medici senza Frontiere, Amnesty International e molti altri soggetti del privato sociale hanno cercato invano di evidenziare gli abusi di cui tali strutture si rendevano teatro invitando più volte a ripensarne la funzione. La soluzione non è certo nell'aumentare le strutture o renderle più impermeabili blindandole con nuove misure di sicurezza, ma interrogarsi sul loro significato. I CIE sono ormai dei non luoghi, in cui possono essere rinchiusi normali lavoratori colpevoli di un semplice illecito amministrativo (quale il mancato possesso di un documento) insieme a persone uscite da anni di carcere creando così ambienti fortemente conflittuali che accrescono le occasioni di delinquenza anziché creare i presupposti per diminuirla. Se la Lega Nord, e con essa la maggioranza che governa questa Regione avesse veramente a cuore la soluzione del problema immigrazione - conclude Menis - dovrebbe accettare il confronto a tutto campo, per lavorare a una legge organica sul tema, come il PD chiede da tempo.