PD: Menis, i CIE sono già da tempo carceri
(ACON) Trieste, 30 ago - COM/AB - Impossibile trasformare i CIE
in carceri, perché lo sono già tempo.
È l'opinione del consigliere regionale del Partito Democratico
Paolo Menis sulla richiesta avanzata dall'assessore della Lega
Nord Federica Seganti al ministro Maroni per un riadeguamento a
livello strutturale e regolamentare delle strutture di
accoglienza.
Su una cosa però l'assessore ha ragione - prosegue Menis - questi
centri non sono più luoghi di accoglienza ma di detenzione, privi
però delle garanzie giuridiche e di rispetto dei diritti umani
che uno Stato civile dovrebbe sempre garantire.
Sarebbe interessante piuttosto che l'assessore spiegasse ai
cittadini perché sono diventati tali, ovvero che cosa ha fatto la
sua Giunta per queste strutture in questi anni e perché il
capogruppo regionale chiede altri soldi. Forse alla Lega non sono
bastati i 32 milioni di euro spesi negli ultimi tre anni a
trovare quelle poche risorse che sarebbero state sufficienti agli
adeguamenti che oggi vengono evocati come la panacea di tutti i
mali?
La realtà è che è tutto fumo negli occhi - rilancia il
democratico - per distogliere l'attenzione dei cittadini dal
fallimento della politica sull'immigrazione che fa acqua da tutte
le parti e di cui i CIE non sono che l'ultimo simbolo.
Quando sono nati i centri di accoglienza - ricorda Menis - la
loro esistenza era finalizzata esclusivamente all'identificazione
delle persone e la presenza di un soggetto immigrato era
consentita per un periodo massimo di trenta giorni proprio per
evitare le conseguenze di una permanenza troppo prolungata. Il
Governo dunque non può trasformare queste strutture in luoghi di
detenzione, semplicemente perché l'ha già fatto, prolungando i
tempi di soggiorno fino agli attuali 180 giorni e ignorando per
anni le denunce delle varie associazioni per la tutela dei
diritti umanitari. Medici senza Frontiere, Amnesty International
e molti altri soggetti del privato sociale hanno cercato invano
di evidenziare gli abusi di cui tali strutture si rendevano
teatro invitando più volte a ripensarne la funzione.
La soluzione non è certo nell'aumentare le strutture o renderle
più impermeabili blindandole con nuove misure di sicurezza, ma
interrogarsi sul loro significato. I CIE sono ormai dei non
luoghi, in cui possono essere rinchiusi normali lavoratori
colpevoli di un semplice illecito amministrativo (quale il
mancato possesso di un documento) insieme a persone uscite da
anni di carcere creando così ambienti fortemente conflittuali che
accrescono le occasioni di delinquenza anziché creare i
presupposti per diminuirla. Se la Lega Nord, e con essa la
maggioranza che governa questa Regione avesse veramente a cuore
la soluzione del problema immigrazione - conclude Menis -
dovrebbe accettare il confronto a tutto campo, per lavorare a una
legge organica sul tema, come il PD chiede da tempo.